Sardegna con il fiato sospeso. E' atteso per questa sera il verdetto del Tar, che deciderà se lasciare l'Isola in zona arancione o farla tornare in zona gialla.

Il Tribunale amministrativo prima di esprimersi ha chiesto chiarimenti al ministero della Salute, per sapere quali criteri e motivazioni stiano alla base del provvedimento che - etichettando l'Isola come Regione ad alto rischio - l'ha fatta retrocedere per due settimane.

Entro oggi pomeriggio alle 15 il ministero deve presentare una "breve relazione", poi le parti possono depositare memorie integrative fino alle 18.

Con il ricorso presentato venerdì scorso la Regione, rappresentata dagli avvocati Sonia Sau e Mattia Pani, ha chiesto un decreto cautelare "inaudita altera parte", un pronunciamento in via straordinaria del solo presidente del Tar, che deve arrivare nel più breve tempo possibile.

Diversi i chiarimenti chiesti dal presidente del Tar Dante D'Alessio al ministero. Le ragioni, anche nel confronto con i dati rispetto alle altre Regioni, che hanno determinato la permanenza dell'Isola per un'altra settimana in zona arancione; i criteri - automatici o con margini di discrezionalità? - seguiti per l'assegnazione di un colore; il numero minimo di giorni con dati migliori per passare in un'area meno restrittiva; infine, considerazioni sui nuovi posti letto in terapia intensiva aperti dalla Regione sabato 23, all'indomani della decisione del ministro.

"Non ci è stato possibile rappresentare la situazione, che non solo non era ascrivibile allo scenario di rischio individuato, ma che sarebbe cambiata il giorno successivo con le nuove terapie intensive", spiegano i tecnici della Regione nel ricorso. Ancora: "I sardi hanno appreso venerdì 22 che dalla domenica sarebbero stati assoggettati a maggiori restrizioni per 15 giorni, senza conoscere i reali motivi e nonostante in Sardegna non ci fosse una situazione di rischio che giustificasse l'intervento". "Immotivata" dunque la chiusura di bar, ristoranti, pasticcerie e luoghi della cultura, che hanno subito il "colpo di grazia".

Da oggi in Italia sono cinque le aree arancioni: Puglia, Sicilia, Umbria, Provincia di Bolzano e, appunto, Sardegna. Tutte le altre sono gialle.

C'è un ostacolo non da poco sulla strada per il ritorno in zona gialla: il Dpcm del 14 gennaio all'articolo 2 prevede che le ordinanze con cui il ministero classifica le Regioni siano valide per 15 giorni, salvo che dai risultati del monitoraggio dell'Iss risulti necessaria l'adozione di misure ancor più restrittive. In parole povere, nell'arco dei sette giorni le misure si possono restringere, non allentare.

(Unioneonline)

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