Pioggia e vento non hanno fermato una cinquantina di antimilitaristi i quali, su iniziativa del Cagliari Social Forum, si sono riuniti questa sera davanti al palazzo del Consiglio Regionale di via Roma in occasione della "Giornata Mondiale contro la Guerra in Yemen", iniziativa lanciata a livello planetario alla quale hanno aderito oltre 260 organizzazioni internazionali di 17 Nazioni. "Fine immediata del conflitto nel poverissimo Paese arabo e stop definitivo all'attività di produzione ed esportazione bellica da parte della Rwm": lo ha chiesto il Cagliari Social Forum e i componenti di varie sigle antimilitariste da sempre schierate anche contro l'attività della fabbrica bellica di Domusnovas.

I manifestanti si sono soffermati sulle conseguenze del conflitto in Yemen che si perpetua fin dal 2015 elencando dati e numeri: "Un conflitto - ha ricordato Rosalba Meloni, portavoce del Cagliari Social Forum - che ha già provocato 250 mila vittime e che secondo l'Onu ha creato la peggior crisi umanitaria al mondo per la quale oltre 24 milioni di persone necessiteranno di assistenza nel corso del 2021".

Ma anche una guerra "fortemente alimentata da Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Spagna, Italia che fin dal principio hanno foraggiato con enormi quantità di armi e ordigni la coalizione militare guidata dall'Arabia Saudita, principale responsabile dell'avvio e della prosecuzione della guerra".

Non a caso l'Italia e anche la Sardegna sono state continuamente chiamate in causa durante il sit - in. "Sta per scadere la moratoria governativa di 18 mesi sulle esportazioni della fabbrica di Domusnovas verso Arabia Saudita ed Emirati Arabi: noi chiediamo che venga prorogata e magari resa definitiva" ha detto ancora Rosalba Meloni.

Ce n'è anche per la Regione e per i Comuni che ospitano la fabbrica: "Sarebbe ora - auspica Meloni - che la Regione si decidesse a finanziare seri progetti di riconversione per non lasciare senza lavoro i dipendenti e si convincesse e fermare l'attività della fabbrica bellica i cui ampliamenti illegittimi sono proseguiti anche durante il lockdown grazie alla mancata censura di Domusnovas e Iglesias".

Una recente sentenza del Tar ha però ritenuto che le autorizzazioni rilasciate per il progetto di ampliamento della fabbrica da 40 milioni di euro non hanno violato alcuna norma. Non menzionato il fatto che proprio a partire dal blocco governativo (luglio 2019) sulle esportazioni della Rwm verso l'Arabia Saudita (il maggior cliente fin dal 2016 con una commessa da oltre 400 milioni di euro) l'azienda è andata incontro ad un grosso calo di commesse lavorative che ha comportato, tra mancati rinnovi contrattuali e ricorso alla cassa integrazione, l'esclusione di circa 200 persone dal ciclo produttivo. Appena una sessantina i dipendenti ancora in servizio.
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