«Il Pronto soccorso del Santissima Trinità è un girone infernale, vicino al collasso». È il grido d'allarme di Anaao-Assomed, l'associazione dei medici dirigenti, che in una nota racconta di una situazione allucinante, e dell'impossibilità di garantire un'assistenza dignitosa ai pazienti. Arriva poi lo sfogo di Goffredo Angioni, primario di Malattie Infettive. Rivolgendosi al governatore Solinas, scrive su Facebook: «Bisogna chiudere tutto subito».

L'incremento

L'Anaao spiega: «Siamo solo a fine ottobre e i casi dei pazienti Covid positivi aumentano in maniera esponenziale. Attualmente sono presenti quasi 50 pazienti sistemati in barelle e letti nei corridoi, nelle sale d'aspetto, nei locali di sgombero, in queste condizioni da più giorni. Se a tutto ciò si aggiunge che ci sono soltanto due bagni, non è difficile capire come non si riesca più a garantire una dignitosa assistenza ospedaliera». Il Santissima Trinità è stato individuato dalla Regione da subito ospedale Covid di riferimento per il Sud Sardegna. «Logica avrebbe voluto», sottolineano i medici, «una radicale e veloce modifica dell'assetto dei reparti, a partire da quelli più coinvolti nell'assistenza, e il Pronto soccorso è il primo a essere interessato dall'affluenza dei pazienti positivi o sospetti tali. Invece la congestione è impossibile da gestire, prossima al collasso».

L'Ats

Ieri a metà serata in attesa - secondo l'app Monitor - c'erano 13 codici gialli e i tempi previsti per quelli verdi e bianchi superavano le sette ore. Le ambulanze devono sostare molto a lungo prima di poter lasciare i pazienti, e per gli operatori stremati dalla fatica sono state allestite tende delle protezione civile dove poter riposare. Il Pronto soccorso per pazienti non Covid è stato spostato all'ospedale Marino e al Santissima Trinità arriveranno pazienti solo già tamponati con esito positivo - così ha deciso l'Ats su richiesta del capo dipartimento Sergio Pili, sentito il parere del direttore del presidio ospedaliero Sergio Marracini - per alleggerire la pressione ed evitare i contatti tra non positivi e positivi. La decisione - spiega la direzione - consente uno snellimento dei flussi in ingresso, un più lineare rapporto con i Pronto soccorso dell'area centro-sud della Sardegna e con la centrale operativa 118 e una migliore integrazione delle fasi di accettazione, di mantenimento e dimissione del processo di cura. Le circolari del ministero della Salute stabiliscono però che «il tempo di permanenza in attesa di ricovero deve essere ridotto al minimo, anche in considerazione alle esigenze di distanziamento dei pazienti al fine di evitare il sovraffollamento e di non provocare rallentamento o ritardi della gestione della fase pre-ospedaliera». I pazienti - aggiunge l'Anaao - «sono assistiti dall'esiguo personale in servizio, senza una reale separazione tra pazienti positivi e dubbi, in attesa che si liberi un posto letto in un qualsiasi reparto Covid. Nel presidio sono stati individuati dei posti letto in reparti di recente realizzazione. Uno di questi, il Covid 3, è stato destinato ai pazienti in via di dimissione».

Gli interrogativi

Considerando l'emergenza - spiega l'Anaao - chiediamo: perché solo adesso si è iniziato ad individuare le strutture alberghiere per ospitare i pazienti asintomatici in dimissione? Perché i reparti non vengono destinati agli acuti ma ai pazienti asintomatici? Perché non vengono attivate le strutture individuate dalla Regione, come gli ospedali di Isili e Muravera per la gestione di tali pazienti? Sono ospedali pressoché inutilizzati, e sarebbero di evidente utilità. Perché non trasferire le chirurgie al Marino o al Binaghi? Purtroppo non si muore solo di Covid». Infine, «ricordiamo che le aziende sanitarie devono mantenere un efficace flusso comunicativo tra il vertice, le singole unità operative e gli operatori, con comunicazioni chiare sull'andamento della situazione interna e sulle strategie progressivamente messe in atto: ribadiamo l'assurdità di una situazione in cui si continua con le parole invece di procedere con fatti concreti».

(cr. co.)

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