"I sindaci della Sardegna sono stati lasciati soli nella decisione di nuovo lockdown senza una strategia almeno regionale: il virus non ha confini continentali figuriamoci se li può avere comunali".

Questa la denuncia del presidente dell'Anci regionale, Emiliano Deiana, dopo la decisione di molti primi cittadini dell'Isola di disporre nuove restrizioni a causa dell'impennata dei contagi di Covid-19, compresa la chiusura delle scuole. Una situazione di cui Deiana si dice "seriamente preoccupato, perché siamo solo al 28 settembre".

Il presidente dell'Anci punta il dito contro quello che chiama lo "sbraco estivo": "discoteche, assembramenti, locali, feste e festicciole, pranzi trimalcionici, matrimoni, sposalizi, anniversari di matrimonio, cresime, ippodromi, calci e calcetti dilettantistici etc.".

Poi il j'accuse alle istituzioni, che "si sono 'sedute' sugli allori dell'isola Covid free e sono prevalse tendenze minimizzatrici se non smaccatamente negazioniste".

Secondo Deiana, inoltre, il sistema sanitario regionale non reggerà "l'urto di una diffusione elevata della pandemia" visto anche che "durante il periodo di 'pace' non si sono predisposte le necessarie terapie intensive basate su un ritorno prepotente della malattia". Inoltre - attacca - "non si sono volute aprire scuole e 'punti scolastici' nei paesi per limitare il pendolarismo e gli assembramenti sugli autobus, perché non si può".

"Non infine - conclude il presidente dell'Anci - c'è una campagna scientificamente coordinata dalle strutture sanitarie di tamponi e test seriologici sulla popolazione".

(Unioneonline/l.f.)
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