Tanti dubbi sul ritorno a scuola in Sardegna, e una certezza: gli insegnanti di sostegno saranno meno di quelli che servono.

Lo sostiene la Cisl sarda quando manca una settimana alla prima campanella: "La nostra proposta di stabilizzazione selettiva per i precari di sostegno e non solo per loro, e l'avvio di corsi di specializzazione mirati, non ha trovato ascolto", spiega la segretaria generale di categoria Maria Luisa Serra, "così oggi a fronte di migliaia di posti disponibili solo una piccolissima parte verrà coperta da docenti specializzati".

Non è l'unico punto interrogativo. Secondo la Cisl rischiano di diminuire le classi con il tempo pieno: "La ricerca di locali per il distanziamento e gli adeguamenti richiesti dalla pandemia ha ridotto gli spazi necessari per 40 ore di attività didattica, quali ricadute ci saranno sulle famiglie?".

Poi c'è l'incubo ricaduta: "Si è veramente pronti, in caso di individuazione di focolai di coronavirus, ad attivare un sistema di didattica digitale integrata che non determini discriminazioni tra gli studenti. Serve un confronto serio, si è perso troppo tempo a parlare, e ancora in molte scuole mancano banchi e mascherine per tutti".

(Unioneonline/L)
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