"Sono preoccupato perché il coronavirus non è sparito, è in giro in tutto il mondo, non si è affievolito e basta un soffio perché riprenda". A parlare è Stefano Vella, ex presidente dell'Aifa oggi alla guida del Comitato scientifico che supporta la Regione Sardegna nella lotta al virus.

Preoccupato ma ottimista, Vella, perché "i nuovi farmaci stanno arrivando", quelli vecchi "abbiamo imparato come usarli", e soprattutto "abbiamo imparato quanto sia importante intervenire precocemente sui pazienti".

"Mi occupo dei grandi studi europei sui farmaci - spiega Vella - e posso dire che tra i nuovi medicinali in arrivo, alcuni molto sperimentali, ce ne sono di specifici contro il virus".

Quanto ai vaccini, "ci sono molte piattaforme al lavoro, una decina ha già superato la fase 1 e 2".

"Finora - spiega l'esperto - l'unica cura che ha funzionato è stato il nostro Servizio sanitario nazionale, oltre a distanziamento e mascherine. Bisogna continuare con la sorveglianza e la prevenzione, se si vede un filo di fumo bisogna mandare subito i pompieri, per usare una metafora".

Tra i farmaci normalmente usati per altre patologie, quelli che stanno funzionando meglio sono il remdesivir e l'eparina. "Si è capito per esempio che il virus non attacca solo i polmoni ma anche la parte vascolare e in questo caso l'eparina si è rivelata molto importante". L'idrossiclorochina invece, come dimostrato da uno studio britannico su 3mila pazienti, "non ha dato esiti particolari".

"Ora - conclude Vella - bisogna pensare all'accesso ai vaccini. Ce ne vorranno 2-3 miliardi di dosi e dovranno essere disponibili non solo per i ricchi ma anche per i poveri. I primi a doversi vaccinare saranno operatori sanitari, anziani, fragili".

(Unioneonline/L)
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