Il braccio di ferro con il Governo è finito e oggi l'Isola riapre le porte agli arrivi in aereo da Roma e Milano e alle navi senza imporre passaporti sanitari, certificati di negatività, test salivari o sierologici.

"C'è libertà di circolazione senza condizioni ma poi è giusto che ogni presidente di regione rafforzi i propri sistemi di controllo e di prevenzione sanitaria. Il presidente della Sardegna Solinas non ha più posto una condizione pregiudiziale, sta lavorando con tutti gli altri su meccanismi che consentano di rafforzare la prevenzione territoriale", ha detto ieri il ministro degli Affari regionali Francesco Boccia.

LA REGISTRAZIONE - Ogni passeggero che da oggi arriverà in Sardegna dovrà obbligatoriamente registrarsi e potrà (in questo caso è facoltativo) compilare un questionario nel quale indicare se può essere stato in contatto col virus.

Il top, poi, sarebbe una certificazione di negatività al coronavirus.

La registrazione avverrà sul sito della Regione o attraverso la App "Covid 19 Regione Sardegna", disponibile da sugli store di Google e Apple e utilizzata nel periodo del lockdown per richiedere l'autorizzazione al trasporto e compilare un'autodichiarazione, di cui è stata modificata nella modulistica.

IL VOUCHER - Dovrebbe rimanere in piedi l'idea di incentivare l'effettuazione dei test, su base volontaria, con un bonus-voucher. Lo otterranno i turisti che decideranno di farsi un controllo in un laboratorio autorizzato ed esibiranno la certificazione all'arrivo.

I voucher dovrebbero consentire l'ingresso in centri culturali o aree archeologiche o valere per l'acquisto di prodotti locali. Potrebbero essere a carico della Regione o degli albergatori, che già un mese fa avevano manifestato la disponibilità a rimborsare in qualche modo ai turisti la spesa dei test.

TURISMO E VOLI - Ora vedremo quanto il turismo riuscirà a rimettersi in moto. Il presidente della Regione ha detto in più occasioni di aspettarsi due milioni e mezzo di turisti (cioè un milione in meno degli arrivi dello scorso anno). Gli albergatori sono piuttosto preoccupati.

"Un mese fa dissi che avrebbe aperto il 95% delle strutture, oggi se arriveranno al 60-70% sarà molto", ha detto ieri il leader di Federalberghi Paolo Manca.

Peraltro i posti a disposizione saranno molti di meno a causa del taglio di dieci voli al giorno e dei posti limitati negli aerei di Alitalia che viaggeranno da Roma e Milano. Le compagnie low cost, che tra dieci giorni potranno volare da tutti gli altri scali nazionali, non dovrebbero decimare i posti ma solo richiedere ai passeggeri il rigido rispetto delle norme di protezione personale.

(Unioneonline)

© Riproduzione riservata