"Un sindaco non può permettersi di giudicare l’operato del presidente di un’altra regione". A ribadire la posizione della Giunta Solinas contro Giuseppe Sala, primo cittadino di Milano, c'è anche Gianni Chessa, assessore al Turismo della Sardegna.

Intervistato da Radio Popolare, ha spiegato il senso della certificazione richiesta a chi arriva nell'Isola: "Non abbiamo nessuna paura dei lombardi e se tornano saranno, come sempre, accolti a braccia aperte. Troveranno una Sardegna accogliente e molto calorosa perché gran parte del nostro turismo è composto da gente che arriva dal nord Italia quindi grazie a tutti loro. Potranno fare una vera vacanza libera, come tutti gli anni, non ci saranno divieti. Per tutto questo chiediamo un piccolo sacrificio, quello di fare o di portare un certificato medico da cui emerga che non hanno il coronavirus. In questo consiste la certificazione sanitaria. Noi diciamo 'Vieni sano e riparti più sano'. Lo facciamo per tutelare le vacanze di tutti".

"Non chiudiamo le porte, le apriamo", ha concluso Chessa, prima di passare a fare un esempio concreto: "L’altro giorno è arrivato un imprenditore dell’Emilia Romagna, ha preso una tachipirina per abbassare la febbre passando al termoscanner dall’aeroporto di partenza. È venuto qui, è andato in hotel, poi in un’azienda e per colpa sua sono finiti tutti in quarantena. Ecco il danno economico che ha causato una persona infetta. A tutti diciamo: serve il buonsenso. Quando si va in Africa o nei Paesi del Sud America e si fanno i vaccini, tutte queste storie non esistono. Noi chiediamo una sola garanzia: fatevi un certificato, niente di più e niente di meno".

(Unioneonline/s.s.)
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