Giungla tamponi in Italia. Sono troppo pochi per la fase 2 e c'è una forte variabilità regionale. Si va dai 222 al giorno ogni 100mila abitanti della Provincia Autonoma di Trento ai 37 della Puglia, in mezzo i 99 della Lombardia.

E la Sardegna si piazza, in questa speciale classifica, in ultima fascia con una media di appena 53 tamponi al giorno ogni 100mila abitanti.

La denuncia è della Fondazione Gimbe, che ha fatto un'analisi dei dati sui tamponi effettuati negli ultimi 14 giorni, I dati, spiega il presidente della Fondazione Nino Cartabellotta, fornisce tre evidenze "incontrovertibili".

"Si conferma che circa un terzo dei tamponi sono di controllo (test ripetuti su uno stesso soggetto per verificarne la guarigione, ndr), che il numero di tamponi è molto esiguo rispetto alla massiccia attività di test necessaria nella fase 2, e che esistono notevoli variabilità regionali".

LE CINQUE CLASSI - Sono cinque le classi individuate da Gimbe. Nella prima chi effettuata più di 250 tamponi al giorno per 100mila abitanti, e non vi è nessuna regione al suo interno.

Poi la classe 130/250. Qui abbiamo Trento (222), Valle d'Aosta (192), Bolzano (170), Veneto (166), Friuli (157).

In terza classe (100/130) troviamo: Piemonte (117), Emilia Romagna (106), Umbria (103), Liguria (102).

In quarta (60/99): Lombardia e Marche (99), Basilicata (95), Toscana (85), Molise (76), Abruzzo (68), Lazio (64).

Nella quinta ed ultima fascia le regioni che stanno effettuando meno di 60 tamponi per 100mila abitanti al giorno nelle ultime due settimane: qui c'è la Sardegna con 53, Calabria con 52, Campania con 47, Sicilia con 46, Puglia con 37.

Nell'Isola l'85% dei tamponi è diagnostico, il resto sono tamponi di controllo. Una media più alta di quella italiana dove i tamponi diagnositici sono due su tre.

"TESTARE DI PIU' - Alla luce di questi dati la Fondazione Gimbe da un lato "richiama tutte le Regioni a implementare l'estensione dei tamponi diagnostici", dall'altro "chiede al ministero della Salute di inserire tra gli indicatori di monitoraggio della fase 2 un minomo di almeno 250 tamponi diagnostici al giorno per 100mila abitanti.

Il numero dei nuovi casi infatti è influnenzato dal numero dei tamponi eseguiti. "Il governo - sottolinea Cartabellotta - oltre a favorire le strategie di testing, deve neutralizzare comportamenti opportunistici delle Regioni finalizzati a ridurre la diagnosi di un numero troppo elevato di nuovi casi che, in base agli algoritmi attuali, aumenterebbe il rischio di nuovi lockdown".

Il presidente dell'Iss oggi in audizione alla Camera ha ricordato che l'Italia è una delle nazioni che fa più tamponi al mondo (ed è vero), dicendo che se ne fanno circa 70mila al giorno (non è proprio così, siamo su cifre più basse ma non di moltissimo). Il punto è che con l'inizio della fase 2 si dovrebbero testare molte più persone. Perché non siamo più chiusi in casa. Vanno individuati gli asintomatici e isolati per evitare che i contagi tornino a crescere.

(Unioneonline/L)
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