Il presidente della Regione, Christian Solinas, torna a parlare dell'ipotesi per cui il ministro Boccia possa avanzare dei rilievi sull'ordinanza emanata per la Sardegna sabato scorso. "Ho ragione di pensare - ha detto - che la nostra ordinanza sia giuridicamente e amministrativamente coerente rispetto alle competenze dello Stato e della Regione autonoma".

Nel documento sono infatti contenute alcune disposizioni che anticipano riaperture rispetto a quanto contenuto nel Decreto del Presidente del Consiglio.

In queste ore le ordinanze di tutte le regioni vengono esaminate articolo per articolo dagli uffici competenti del ministero degli Affari regionali. Sarà solo alla fine di questo percorso che Boccia riceverà le valutazioni. Da questo risultato dipenderà il via libera al testo o l'avvertimento di punti non in linea con quanto stabilito dalle direttive nazionali.

Ma dato che il governatore ha previsto anche che i sindaci possano decidere sull'apertura di centri estetici o parrucchieri a condizione che l'indice di contagio R con T sia uguale o minore di 0,5 nei singoli Comuni, sono nate polemiche. Su queste Solinas - sempre ai microfoni di SkyTg24, ha chiarito: "Nessuno scarico di

responsabilità sui sindaci dei Comuni sardi. Il tema è questo: se il parametro è l'indice di diffusione del contagio in ogni Comune, se io dovessi prevedere un'ordinanza unica per tutta la Regione dovrei prendere in considerazione un valore medio". Ma in questo modo, ha aggiunto, "i Comuni nei quali non vi è alcun tipo di contagio pagherebbero il fatto che altri centri hanno una curva leggermente più alta".

"La Regione - ha ricordato si è fatta carico di rilevare l'indice R con T, lo pubblicherà giornalmente e i primi cittadini dovranno semplicemente verificare il valore del proprio Comune sulla base delle tabelle pubblicate dalla Regione". "I due terzi dei Comuni sardi - ha osservato infine - sono immuni dal contagio".

L'altra questione che ha sollevato qualche contestazione riguarda la possibilità di partecipare, fin da oggi, alla celebrazione delle messe: "Il governo ha vietato le cerimonie, come cresime o matrimoni, ma non le funzioni religiose ordinarie come le messe", è stata la risposta di Solinas. "In Italia l'ordinamento fa una differenza tra cerimonie, nelle quali oggettivamente ci sono assembramenti di persone, e funzioni ordinarie".

Per quanto riguarda il turismo, "siamo al lavoro con le organizzazioni di categoria e il comitato tecnico-scientifico per trovare delle linee guida e dei protocolli che ci consentano di andare presto a una ripartenza delle attività''. "La prima ipotesi che avevamo formulato - ha spiegato - era quella di una sorta di passaporto sanitario, che consentisse a chi intende raggiungere la Sardegna di effettuare un test che non abbia più di sette giorni di anzianità nell'esecuzione, che certifichi la condizione di negatività al coronavirus".

Inoltre "Stiamo osservando con attenzione assieme ai nostri tecnici anche lo sviluppo di test diagnostici che partono dalla saliva e quindi rendono più semplice certificare questa condizione - ha concluso Solinas - Qualora questo si perfezionasse, penseremmo di avere un accesso contingentato in questi termini, in maniera tale da connotare la Sardegna come luogo nel quale si può venire in totale sicurezza perché chi entra è certificatamente negativo''.

(Unioneonline/s.s.)
© Riproduzione riservata