In Sardegna le norme di genere applicate alle elezioni cominciano a funzionare. Il processo è lento e presenta luci e ombre, ma un'evoluzione è in atto.

La conferma arriva dal dossier della studiosa Luisa Marilotti presentato a Cagliari dall'associazione Coordinamento 3-Donne di Sardegna e focalizzato sulle amministrative del 2019 nell'Isola: in pista c'erano 28 Comuni, tra cui anche Cagliari, Sassari, Alghero, Monserrato e Sinnai, con il coinvolgimento di 442.902 abitanti, più di un quarto della popolazione sarda.

Nei dieci centri con più di cinquemila abitanti era candidato il 43,40% di donne, ben oltre la soglia del 33% prevista dalla legge. E nei cinque Comuni sopra i 15mila residenti sono state elette il 34% di consigliere.

Ci sono stati effetti positivi anche sulla composizione delle Giunte nei 13 Comuni oltre i tremila abitanti: le assessore nominate sono state il 52%, ben oltre la soglia minima antidiscriminatoria del 40%.

La nota dolente riguarda l'assenza di sindaci donne elette nei comuni con più di cinquemila abitanti. Nello studio si fa riferimento anche al Comune più virtuoso di tutti, Tortolì, con la composizione del Consiglio perfettamente paritaria, il 60% di donne in Giunta e una come vicesindaco.
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