Destinare una zona del cimitero di Cagliari alle tombe dei "bambini non nati" e anche agli embrioni al di sotto delle 20 settimane abortiti dalle donne che subiscono un'interruzione di gravidanza.

È la proposta avanzata in consiglio comunale da Fratelli d'Italia, con una mozione che vede prima firmataria Stefania Loi e l'appoggio di altri consiglieri di maggioranza.

Il documento in questione, protocollato lo scorso 23 settembre, chiede appunto l'impegno dell'amministrazione per la creazione di un "Giardino degli Angeli", che possa accogliere non solo le sepolture dei "prodotti abortivi di presunta età di gestazione dalle 20 alle 28 settimane complete e dei feti che abbiano presumibilmente compiuto 28 settimane di età intrauterina", ma anche, a richiesta di genitori, "i prodotti del concepimento di presunta età inferiore alle 20 settimane".

L'OPPOSIZIONE - Una proposta che sta facendo discutere e che ha innescato la pronta replica delle forze d'opposizione, che ne hanno chiesto l'immediato ritiro.

"Secondo quanto prevede la legge in vigore - si legge in una in una nota diramata da Progressisti, Sinistra per Cagliari, Partito democratico, Progetto comune - i prodotti del concepimento (quelli di età presunta al di sotto delle 20 settimane) e i prodotti abortivi (dalle 20 alle 28 settimane) vengono trattati dalle strutture sanitarie come rifiuti speciali, a meno che i genitori non facciano esplicita richiesta all'azienda sanitaria regionale per il trasporto e il seppellimento, facendosi anche carico delle spese. La mozione invece propone che il seppellimento debba avvenire anche in assenza di detta richiesta e a spese del Comune di Cagliari".

Inoltre, prosegue il comunicato, "le sepolture in questione, già garantite nei cimiteri di Cagliari nelle aree che il regolamento sul servizio mortuario comunale riserva ai feti, dovrebbero avvenire in uno spazio denominato Cimitero degli Angeli i cui nomi dovrebbero essere segnati in un apposito Registro dei bambini non nati. E, sempre secondo la mozione, l'amministrazione comunale dovrebbe sostituire la definizione di legge 'prodotti abortivi' con 'bambini non nati'".

La mozione
La mozione
La mozione

"CONTRO LA LEGGE" - "Crediamo - attacca quindi il centrosinistra - che tali proposte, oltre che essere contrarie alla legge vigente, costituiscano una inopportuna intromissione nelle scelte individuali, spesso sofferte e dolorose e dipendenti da condizioni economiche, sociali, sanitarie e comunque sempre personali e intime". Ancora, aggiunge la nota: "Riaffermare nella società civile il diritto-dovere del cittadino di sostenere e difendere la vita sin dal concepimento in tutte le sue esigenze", come si legge nella mozione, "è un principio che mira a limitare la libertà di scelta delle donne in forte contrasto con quanto prevede la legge 194".

Stefania Loi (da Facebook)
Stefania Loi (da Facebook)
Stefania Loi (da Facebook)

LA PROMOTRICE - Le motivazioni alla base della mozione erano già state espresse dalla prima firmataria Loi, che è anche presidente della commissione consigliare alle Pari opportunità ed esponente del Movimento per la vita, in un post su Facebook dello scorso luglio.

"Il tema del lutto perinatale e dell'aborto spontaneo è ancora un tabù nella nostra società, che non è ancora in grado di fornire un vero aiuto alle madri e ai padri che lo subiscono", recitava il post.

"L’indefinitezza che accompagna questa parte della vita - aggiungeva Loi - lascia i genitori in uno stato di interruzione e confusione di identità: sono o non sono dei genitori? Sono o non sono una mamma e un papà? L’elaborazione del lutto che ne consegue riguarda gli aborti spontanei, ma può riguardare anche quelli procurati. Numerosa letteratura scientifica mette in evidenza, a supporto della psicologia, che per molte madri l’elaborazione del lutto passa attraverso la tappa fondamentale della sepoltura del figlio non nato".

Di qui, secondo l'esponente di Fdi, la necessità di "rendere più semplice quindi l’iter burocratico di questa procedura aiuta i genitori nel superamento del dolore attraverso l’elaborazione, evitando così una rimozione effimera in quanto meramente temporanea e può aiutare la donna a riaprirsi anche ad un eventuale nuovo progetto di maternità".

"POLEMICHE IDEOLOGICHE" - A difendere la proposta è intervenuto anche il deputato sardo di Fratelli d'Italia Salvatore Deidda, che parla di "polemiche intrise di furore ideologico" nei confronti di una proposta "piena di sensibilità che raccoglie la richiesta di tante donne e mamme che hanno espresso apprezzamento".

Ancora, incalza Deidda, "non c'entra niente la legge sull'aborto o i diritti delle donne. Sapete qual'è uno dei primi comuni che ha avuto il cimitero dei bambini non nati? Firenze, governata dal PD e dalla sinistra e come sindaco c'era Matteo Renzi".

Per questo, conclude, "non c'è niente di ideologico e stupisce questa levata di scudi quando in Italia viene proposto da destra a sinistra. È solo un fatto di sensibilità. Invece di chiamarli scarti di aborto, buttarli nell'immondezza, le mamme e i babbi possono trovare conforto, avendo un luogo dove ricordarli e pregare."

(Unioneonline/l.f.)

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