Aveva testimoniato appena cinque giorni fa in un processo a Imperia a carico di Gianfranco Cabiddu, marito dell'ex procuratore capo della Repubblica di Imperia Giuseppa Geremia (per anni in servizio alla Procura generale di Cagliari) e di David Egidi, ex comandante dei carabinieri di Imperia e ora in Sardegna, accusati rispettivamente di falso e abuso d'ufficio in relazione alla vicenda della sospensione della patente di Cabiddu che, per una serie di infrazioni, aveva esaurito i punti della patente.

L'appuntato dei carabinieri Massimo Andrea Masala, in servizio a Lunamatrona, si è ucciso ieri sera sparandosi con la pistola d'ordinanza.

Nella lettera che ha lasciato ha chiesto scusa alla moglie e ai colleghi, sostenendo di non aver testimoniato il vero ai giudici di Imperia. Nella missiva, scritta al computer e firmata di pugno, fa esplicito riferimento alla sua testimonianza, scusandosi con i colleghi per averli tirati in ballo.

La vicenda che ha portato a processo l'ufficiale dei carabinieri e il marito del magistrato ha origine nel 2013, quando a novembre la motorizzazione ha inviato in caserma a Lunamatrona la richiesta di sospendere la patente di guida di Cabiddu. Secondo quanto confermato in udienza dallo stesso Masala, il provvedimento non venne notificato perché Cabiddu era atteso per le feste in Sardegna e lo stavano aspettando per notificargliela di persona.

La busta è rimasta dunque in caserma da novembre 2013 a febbraio 2014, quando è stata rispedita a Imperia. Masala, che non è mai stato indagato in questa vicenda, avrebbe inoltre dovuto inserire il nome di Cabiddu nello Sdi (il sistema informatico delle forze dell'ordine che ospita tutte le notizie di interesse giudiziario), ma così non è avvenuto.

Nella sua testimonianza del 20 giugno in aula, nel tribunale di Imperia, ha ricostruito tutto confermando quanto chiesto dall'accusa, ma poi ieri notte si è ucciso con la sua pistola d'ordinanza.
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