Nel 2017 aveva scritto su Facebook un post contro Matteo Salvini.

L'allora semplice segretario della Lega Nord, oggi ministro dell'Interno, che era atteso in Sardegna per partecipare al congresso regionale del Carroccio, aveva letto e deciso di sporgere querela per diffamazione.

Ora per l'autore, Mauro Aresu, attivista cagliaritano, è arrivato il rinvio a giudizio.

La prima udienza del processo è fissata per il 19 luglio, davanti al giudice monocratico della Seconda sezione del tribunale del capoluogo.

Ieri, invece, si è svolta l'udienza preliminare, terminata appunto con il rinvio a giudizio.

E la linea difensiva di Aresu, rappresentato dall'avvocato Marcella Cabras, è chiara: affrontare il processo con la convinzione che quel post, che evocava piazzale Loreto a Milano, luogo dove fu esposto il corpo di Benito Mussolini alla fine della Seconda guerra mondiale, è stato scritto in nome della libertà d'espressione, sancita dalla Costituzione.

Come conferma a UnioneSarda.it lo stesso avvocato Cabras.

"Abbiamo deciso di rifiutare le proposte della controparte, che prevedevano pubbliche scuse e un risarcimento di 30mila euro, e di andare al dibattimento perché crediamo che quella frase sia tutelata dall'articolo 21 della Carta sulla libertà di esprimere dissenso", spiega il legale.

Insomma, una scelta precisa di contestazione a Salvini, "che - precisa ancora l'avvocato Cabras - allora non era ministro né vicepremier ma segretario della Lega Nord. E il mio cliente non intendeva offendere la persona, ma, come detto, esprimere la sua opposizione alle idee propugnate dal partito da lui guidato".

Per questo, conclude l'avvocato di Aresu, quello che inizierà quest'estate, e a cui dovrà presenziare anche il leader della Lega in quanto parte offesa, "sarà al 100% un processo politico".

Luigi Barnaba Frigoli

(Unioneonline)
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