Baci e carezze. Poi il rapporto tra due dodicenni si fa sempre più intimo e un coetaneo li immortala con lo smartphone. Il video è finito in un istante sulla chat del gruppo di amici.

È accaduto in un paese dell'Oristanese ed è una delle tante storie (già segnalata ai Servizi sociali) emerse a margine del convegno "I ragazzi parlano di bullismo", organizzato dalla Prefettura, per creare un osservatorio su un fenomeno diffuso già nei primissimi anni di scuola.

L'obiettivo "è monitorare queste situazioni, cercare di prevenirle e combatterle", ha spiegato il prefetto Giuseppe Guetta. Dai casi estremi che sfociano nelle aggressioni fisiche a quelli più frequenti di chi, a capo di un gruppo, fa il boss e prende di mira il compagno più debole.

Perché si bullizza

"Si ridicolizza un compagno per l'aspetto fisico o perché non ha i jeans alla moda - osserva Marilina Meloni, dirigente scolastico dell'istituto Mossa - talvolta poi scopriamo che un motivo non c'è, ma semplicemente ci si stava annoiando".

Le conseguenze di simili atteggiamenti, ripetuti nel tempo, possono essere devastanti: "Per tanto tempo mi sono sentito inadeguato, per ben dieci anni non uscivo più di casa", ha testimoniato Luciano Scandariato, ex studente di Carbonia, deriso per alcuni difetti fisici. Un disagio fortissimo che spesso non viene colto subito da docenti o famiglie.

I pericoli della Rete

«Adesso è ancora più difficile coglierlo perché tutto corre sulla rete, ormai tutti hanno lo smartphone - osserva Giuseppe Scarpa, dirigente scolastico dell'istituto di Santu Lussurgiu - possiamo controllare la chat ma rischiamo di violare la privacy e allora dobbiamo essere osservatori ancora più attenti e ascoltare i nostri ragazzi».

Ascolto, vicinanza e buon esempio sono parole che hanno riecheggiato tutta la mattina. Anche Angelica, studentessa, ha ribadito che «il problema è sociale: la società ci educa alla regola del "vince il più forte", ci dà modelli standardizzati e se non ci si adegua si rischia di essere esclusi». E nell'era dei social network «il vincente è chi ha più like - precisa Stefania Frigato, psicologa della Assl - la rete consente di avere più mercato a chi ha bisogno di apparire e predominare sugli altri con la convinzione di restare impuniti perché talvolta le famiglie tendono e difendere e giustificare qualsiasi comportamento del proprio "principino di casa"». Bulli e bullizzati: entrambi hanno necessità di aiuto.

Consulta studentesca

"Cerchiamo di ascoltarci anche tra di noi - ha detto Nicola Pusceddu, presidente della consulta studentesca - vediamo nelle nostre classi cosa possiamo fare per evitare certe situazioni".

Il dirigente della polizia postale Francesco Greco ha ricordato alcuni consigli per difendersi dal cyberbullismo: "Nessuno lascerebbe il figlio a girare solo la notte, ecco: non si dovrebbero nemmeno lasciare i ragazzi in rete senza filtri, liberi di navigare e incontrare chiunque".

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