Una stampa votata alla caccia all'uomo (o alla donna), capace di perseguitare i suoi bersagli fino a spingerli sull'orlo della follia.

E' la pesante accusa con cui il principe Harry dà al sistema mediatico britannico, tabloid sensazional-populisti in testa, la responsabilità d'aver costretto lui stesso, la consorte Meghan Markle e il figlioletto Archie a dire addio al Regno Unito per cercare "privacy" e "autonomia" in America.

Lì la coppia - consumata la rottura sostanziale con la Royal Family - aspetta ora un secondo bebè, mentre firma contratti milionari per suggellare una nuova vita da autori e produttori tv promettendo impegno sociale.

Sotto tiro in patria ma coccolato dai media americani, il duca di Sussex non le manda a dire. E torna ad attaccare i giornali ostili.

"L'aria s'era fatta davvero difficile, come molti hanno potuto vedere. La stampa britannica - che tutti sanno cosa può essere - stava distruggendo la mia salute mentale", sbotta il secondogenito di Carlo e Diana in uno scambio di battute colloquiale con James Corden, mattatore (inglese) negli Usa di The Late Late Show, andato in onda ieri sera in un segmento della trasmissione e ripreso oggi sull'isola.

Colloquio registrato sulla tolda di un bus a due piani in giro per Los Angeles, alcuni giorni prima della recente decisione della coppia ribelle di confermare la rinuncia allo status di membri senior della dinastia. E della conseguente revoca da parte della regina di una serie di loro incarichi, patronati ufficiali, gradi militari residui.

Una denuncia cui fanno da sfondo le azioni legali intraprese in questi mesi dai Sussex a Londra contro alcune testate d'Oltremanica accusate di diffamarli, di violare la loro vita privata e persino la corrispondenza familiare: cause sfociate finora in una doppia clamorosa vittoria, con obbligo di risarcimenti e scuse, ai danni dell'editore che pubblica i popolari quanto velenosi Mail e Mail on Sunday.

"Ho pensato che quell'ambiente (mediatico) fosse ormai tossico", rimarca Harry, che in passato ha imputato fra l'altro ai tabloid d'avere pregiudizi sociali o razzisti su Meghan - ex attrice di origini materne afroamericane - e di trattarla in modo non molto diverso da come braccarono sua madre sino alla fine tragica di Lady D.

"Ho fatto quello che qualsiasi marito e qualsiasi padre avrebbe fatto", rivendica, non senza aggiungere che "non è stato un abbandono, bensì un passo indietro".

"Io - la sua conclusione, che profuma ancora una volta di sfida verso la corte, se non direttamente verso la nonna-regina quasi 95enne di cui è stato per anni nipote prediletto - non fuggirò mai e darò sempre il mio contributo poiché la mia vita resta pubblico servizio. Lo è sempre stata e Meghan l'ha sottoscritta".

(Unioneonline/L)
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