I sardi fiduciosi nel prossimo sono sempre meno: appena il 13%, con un crollo di quasi 50 punti percentuali dal 62% del 2017, in una fase in cui, evidentemente, ci si sentiva ormai lontano dalla crisi economica del 2008. È questo uno dei dati più significativi presentati lunedì su Facebook dalle Acli con Vania Statzu, ricercatrice Iares, in un confronto tra Andrea Soddu, presidente CAL, Don Ettore Cannavera e Franco Marras, presidente regionale Acli.

Come si legge nella sintesi conclusiva, la percezione di sé e della propria situazione tra i sardi è molto cambiata tra il 2017 e il 2020 secondo due grandi direttrici, in parte attribuibili alla crisi generata dalla pandemia da Covid-19.

CHI SI ACCONTENTA - In particolare, diminuiscono sia il pessimismo che l'ottimismo mentre si rinforzano le fila di coloro che si accontentano. Crescono infatti le misure intermedie, quelle della sufficienza, per lo stato di salute per il quale raddoppiano dal 17 al 32% i dati di chi è mediamente soddisfatto, per la situazione finanziaria dove la posizione mediana passa dal 46 al 57%, di chi percepisce un sufficiente senso di controllo della propria vita che passa dal 43 al 50%. Va inserito in questo contesto anche l'aumento dal 50 al 76% di coloro che percepiscono la propria vita invariata anche se con un crollo rispetto al 2017 quando un terzo degli intervistati (il 36%) riteneva la propria situazione personale migliorata con il 6% del 2020.

DIFFIDENZA E SFIDUCIA - La seconda direttrice di cambiamento è relativa a un aumento della diffidenza e della sfiducia che proviene sia dalla misurazione dell'indice di fiducia verso gli altri sia da alcuni dati di comportamento tra gli stili di vita. Appena il 13 % degli intervistati afferma di potersi fidare della gente nel 2020, contro al 62% del dato del 2017. A ciò si accompagna anche una riduzione della partecipazione elettorale, con un calo dal 69 al 53% ddi coloro che partecipano alle elezioni costantemente.

STILI DI VITA - Dati a prima vista contrastanti emergono tra gli stili di vita. Da una parte si rileva una tendenza al ritorno in famiglia con l'aumento del tempo passato con amici, genitori e parenti non conviventi, (nonostante il Covid o forse proprio per il Covid si cerca di passare più tempo con gli affetti), dall'altra aspetti come la riduzione delle donazioni di sangue o la scarsa crescita dell'impegno civico rappresentano un elemento che alimenta la diffidenza verso il prossimo misurata con la fiducia. Dati in contrazione anche con riferimento a chi legge almeno 10 libri all'anno (compresi ebook).

"Preoccupa fortemente il declino della fiducia dei sardi verso gli altri e verso le istituzioni - il commento di Franco Marras, Presidente Regionale delle Acli della Sardegna - in un contesto nel quale il rifugio nella famiglia non pare più essere sufficiente a colmare il vuoto e la paura nel futuro. Per questo vogliamo discutere con esperti ed esponenti della società civile e politica, perché la situazione è grave e non vogliamo e dobbiamo buttare la croce su nessuno ma, nella consapevolezza, impegnarci come terzo settore nella ricucitura degli strappi che oggi stanno avvenendo, per non perdere terreno irrecuperabile. Come il Presidente Mattarella ci ha chiesto, dobbiamo stare uniti, perché il nemico è il virus, non la scienza o le istituzioni che lo stanno combattendo, ma non bastano le piccole somme per affrontare i danni che ci sono e che ci saranno."

Il rapporto di ricerca presenta dati regionali e suddivisi tra le 5 aree provinciali, Sassari, Nuoro, Oristano, Sud Sardegna e Area metropolitana di Cagliari, misurando alcuni elementi che costituiscono l'ossatura della valutazione del capitale sociale, che IARES, l'Istituto di ricerca delle Acli, misura periodicamente da oltre 15 anni.

(Unioneonline/v.l.)
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