Condottiero, protettore di artisti come Michelangelo e Raffaello, principe rinascimentale capace di donare a Roma i Musei Vaticani e gli affreschi della Cappella Sistina: questo è quanto la storia ci racconta più frequentemente di papa Giulio II, al secolo Giuliano della Rovere. Ma chi è stato veramente questo protagonista indiscusso del nostro Rinascimento? Chi era prima di diventare il "pontefice guerriero" e come riuscì a ottenere il trono di san Pietro? A queste domande risponde l'avvincente romanzo di Alessandra Selmi Le origini del potere (Nord, 2020, pp. 384, anche e-book), dedicato alla giovinezza di Giulio II e alla ricostruzione della sua ascesa in una Roma dominata dagli intrighi, dalla violenza e dall’ambizione. Ad Alessandra Selmi chiediamo allora chi era Giuliano della Rovere in gioventù:

"Degli anni della giovinezza di Giuliano sappiamo in realtà molto poco e per questo è stato molto intrigante raccontarli. Da un lato sapere poco o nulla è stato uno stimolo a fare ricerca, dall'altro mi ha offerto la possibilità di abbandonarmi alla pura invenzione narrativa dato che c'erano molti 'buchi' nella vicenda umana di Giuliano. Così il mio romanzo inizia nel 1471, quando il futuro papa aveva meno di trent'anni ed era un semplice frate francescano, proveniente da una famiglia di umili origini di Albissola, vicino a Savona".

Un francescano di umili origini? E cosa favorì la sua ascesa al potere?

"Probabilmente Giuliano non sarebbe mai diventato un personaggio importante se lo zio, Francesco della Rovere, non fosse stato eletto papa proprio nel 1471 con il nome di Sisto IV. Senza l'appoggio dello zio-pontefice non avrebbe mai potuto farsi largo nella Roma di fine Quattrocento, come racconto nel romanzo, fino a diventare il pontefice che tutti conosciamo attraverso i libri di storia: il 'papa guerriero', anzi il 'papa terribile', per il suo carattere fumantino ed iracondo. Sisto IV gli aprì la strada, però il successo Giuliano se lo costruì con le sue mani".

Nel romanzo emergono anche elementi inaspettati della personalità di Giuliano, come una profonda fede nonostante si presti spesso a giochi di potere e intrighi. Era veramente così Giulio II?

"A mio parere sì. Era un uomo ricco di contraddizioni che viveva in un'epoca contradditoria, a cavallo tra il Medioevo oramai alla fine e un Rinascimento che stava appena sbocciando. Roma era la città santa dei papi e allo stesso tempo il luogo di scontri violenti per il potere tra le maggiori famiglie romane, come gli Orsini e i Colonna. Gli uomini di Chiesa facevano voto di castità però poi non si facevano problemi ad avere figli. Il grande avversario di Giuliano, Rodrigo Borgia, che poi divenne papa Alessandro VI, ne aveva avuti almeno una decina e anche Giulio II probabilmente ebbe una figlia. Quindi, in mezzo a tante contraddizioni, Giuliano poteva essere un uomo di fede profonda e allo stesso tempo essere animato da un'ambizione enorme. Ai suoi tempi nessuno considerava i suoi comportamenti scandalosi per un uomo di Chiesa e il futuro Giulio II era uomo del suo tempo, in tutto e per tutto".

Proprio l'ambizione sembra il tratto più caratteristico del protagonista del suo romanzo…

"Ho voluto immaginare come poteva essere per un uomo di umili origini ritrovarsi in una città che all'epoca era il centro del mondo, almeno per l'Europa cristiana. E ho voluto raccontare come dentro di lui potesse nascere lentamente, ma inesorabilmente, il sentimento di un’ambizione sfrenata. Un'ambizione che il futuro Giulio II aveva dentro di sé fin dalla nascita, ma che trovò il suo terreno ideale per crescere nella Roma dell’epoca".

Eppure, nonostante giunga dalla provincia e non sia avvezzo ai giochi di potere, Giuliano pare riuscire sempre a dominare la scena. Che cosa gli consentiva di non farsi travolgere dagli eventi e dai tanti avversari?

"Senza svelare troppo del libro, in realtà Giuliano ogni tanto rischia di perdersi nei labirinti e negli intrighi di Roma. Come tutti ha le sue debacle ed è scosso dai dubbi e dalle incertezze. Però ha una propria bussola interiore che lo spinge sempre a muoversi per raggiungere il massimo del potere. Giuliano alla fine tira sempre diritto per la sua strada, costi quel che costi. Vuole diventare papa e lo diventa, a dispetto di tutto e di tutti".
© Riproduzione riservata