La data da cerchiare in rosso è il 15 luglio: quel giorno dal Centro spaziale giapponese Tanegashima sarà lanciata la prima delle tre sonde che in questo 2020 decolleranno alla volta di Marte. Il pianeta rosso, che per secoli ha solleticato la fantasia di astronomi e amanti della fantascienza, diventa quest'anno uno dei principali obiettivi dei lanci spaziali. La missione si chiama "Hope", speranza, ed è l'esordio in questo campo degli Emirati Arabi Uniti. Subito dopo, a fine mese, toccherà alla Cina, che sta lavorando sulla missione Tianwen-1; poi entro metà agosto (ma potrebbe accadere ben prima) gli Usa invieranno un nuovo rover sulla superficie del quarto pianeta del Sistema solare, il più simile per dimensioni e caratteristiche alla Terra alla quale un tempo pare somigliasse parecchio, vista la presenza sul suo suolo di mari e fiumi evaporati nel corso dei secoli e di un'atmosfera scomparsa per motivi ancora sconosciuti.

Un rilancio in grandi forze dell'esplorazione planetaria a 51 anni dal grande sbarco sulla Luna, punto di massima gloria per la tecnologia umana (statunitense, nello specifico) a partire dal quale, dopo altre missioni identiche e l'epopea dello Shuttle, l'interesse e il livello di spesa per l'attività e la ricerca oltre l'atmosfera sono andati a calare sino a quasi scemare del tutto. Ora invece, con la crescita economica di altre potenze oltre gli Usa e la Russia (quali Cina, India, il mondo arabo), il cosmo è di nuovo una frontiera da raggiungere e oltrepassare, capace di creare ricchezza e dare lustro e visibilità a governi a volte non propriamente democratici. Ma il lancio di satelliti e sonde è solo il primo passo, perché l'obiettivo futuro - almeno, quello dichiarato - è lo sbarco dell'Uomo e la creazione su Marte di colonie. Fantascienza? Forse. O forse no.

Marte è stato il sogno di scienziati e politici sin dall'inizio degli anni Sessanta. Dagli orbiter lanciati dall'ex Unione Sovietica (le Mars 1960 e 1962 rivelatesi un flop) al programma Mariner della Nasa (grazie al quale arrivarono le prime immagini del suolo marziano), dalle sonde Viking degli anni Settanta (con i primi atterraggi) al Mars Global Surveyor e al Mars Pathfinder arrivato nel luglio 1997 e rivelatosi uno dei primi veri successi. Infine la Mars Odyssey, la Mars Exploration rovers (2004), il Mars Reconnaisance Orbiter (2005) e il Phoenix Mars Lander (2007) sino alle missioni ancora in corso: il Mars Science Laboratory statunitense del 2011 con il rover Curiosity, il Mars Obiter mission (indiano, 2013) e l'Insight degli Usa del 2018. Ora il prossimo gradino da scalare è lo sbarco dell'Uomo, progetto annunciato dal presidente Usa Donald Trump. Compito difficoltoso per costi, tempi e tecnologia, ma del resto anche arrivare sulla Luna sembrava impossibile. Per centrare il risultato si calcola serva un viaggio di circa 8 mesi per andare e altrettanti per rientrare, carburante sufficiente, un sistema che protegga la nave dal vento solare e dalle radiazioni. L'equipaggio dovrebbe insediarsi e restare sul pianeta per circa un anno e mezzo. L'obbligo per riuscirvi è sfruttare le "finestre di lancio" che si presentano ogni due anni o poco più e restano aperte per 30 o 40 giorni, altrimenti il viaggio diventerebbe molto più lungo e le spese della missione salirebbero a dismisura.

Nel frattempo partiranno le sonde, che in caso di successo dovrebbero raggiungere Marte tra il marzo e il luglio 2021. Grande assente della corsa quest'anno è l'Europa, la cui missione ExoMars 2020 è diventata ExoMars 2022: un cambio di data provocato da problemi tecnici e dalla diffusione del Covid-19. Tra 24 mesi, giorno più giorno meno ed escludendo ulteriori imprevisti, atterrerà sul pianeta un rover che dovrà cercare tracce di vita.

Così ora l'esordio è in mano agli Emirati Arabi Uniti, protagonisti della prima missione organizzata da un paese arabo verso Marte. Sono previsti sette mesi di viaggio necessari a percorrere circa 500 milioni di chilometri. La sonda, lanciata a bordo di un razzo giapponese, potrà compiere un'orbita completa in 55 ore, resterà circa 700 giorni attorno al pianeta, ne studierà il clima e ne verificherà i livelli di idrogeno e ossigeno nell'atmosfera. I risultati aiuteranno a preparare le missioni umane.

A fine luglio occhi puntati sulla Cina, che sinora ha dedicato il programma spaziale allo studio della Luna. La missione Tianwen-1 prevede il lancio di un modulo orbitante, di un modulo di discesa e di un rover a sei ruote pesante circa due quintali e alimentato da quattro pannelli solari cui spetterà il compito di analizzare nei successivi tre mesi (l'arrivo è previsto per il luglio 2021) l'atmosfera, la struttura interna e la superficie del pianeta.

Infine nelle prime due settimane di agosto decollerà da Cape Canaveral "Perseverance", il quinto rover che la Nasa ha preparato per Marte. Il nome gli è stato dato da uno studente della Virginia di 12 anni, che ha vinto il concorso per battezzare il veicolo al quale hanno partecipato 28 mila studenti. L'atterraggio è previsto per il prossimo marzo. L'obiettivo: atterrare sul cratere Jazero e raccogliere campioni del suolo marziano da inviare sulla Terra (si pensa entro il 2031). Sarebbe la prima volta che accade. Potrebbero rivelare la presenza, passata o attuale, di forme di vita. Questa missione avrà un microchip che accontenterà chi sogna di spedire il proprio nome sul pianeta rosso: il sito internet dell'agenzia spaziale Usa consegnerà una sorta di "biglietto" di imbarco per Marte con lo stemma della missione e il luogo e la data di partenze e arrivo.

Chissà che le nuove missioni riportino l'umanità indietro nel tempo, quando ancora si pensava che quel puntino rosso in cielo ospitasse esseri verdi pronti a invaderci. Indimenticabile la sera del 30 ottobre 1938 quando, negli Stati Uniti, una finta cronaca giornalistica realizzata da un giovanissimo Orson Welles (divenuto in seguito regista, attore e produttore di enorme successo) raccontava in diretta una (falsa) invasione. La sua voce narrante spiegava le intenzioni dei marziani: dopo aver osservato e studiato la Terra per anni, avevano preparato un attacco per impossessarsi del pianeta. Un racconto tanto realistico da spingere molti americani a credere che realmente fosse in corso una battaglia contro gli alieni. La scienza e il progresso hanno consentito di scoprire la verità: su quel pianeta non c'è nessuno.
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