Negli ultimi anni gli audiolibri hanno conosciuto un vero e proprio boom. Secondo dati recenti il 7% degli italiani ascolta almeno un audiolibro all'anno e sono oramai migliaia i titoli a disposizione dei lettori del Belpaese, senza contare la possibilità per chi ama i testi in lingua originale, di accedere con una semplice connessione Internet a tutta la produzione mondiale.

Al successo degli audiolibri ha contribuito la possibilità di usufruirne in ogni momento grazie principalmente agli smartphone. Ma a questo aspetto tecnologico si è anche aggiunta la scelta fatta da molte case editrici del settore di far leggere i testi a grandi attori, interpreti capaci spesso di garantire una marcia in più anche a capolavori celebrati grazie alla loro interpretazione. È il caso della recente edizione di uno dei grandi capolavori di Virginia Woolf, Orlando, ora disponibile nella lettura di Sandro Lombardi (Emons, 2020). A Sandro Lombardi, raffinato interprete teatrale (quattro volte vincitore del Premio Ubu, il massimo riconoscimento del teatro italiano) e con una lunga esperienza nel dare voce ai libri, abbiamo voluto chiedere, prima di tutto, che esperienza è stata leggere Orlando di Virginia Woolf:

"Orlando è un testo che pone una difficoltà mediamente superiore. Ne consegue un piacere maggiore quando si riesce a superare le difficoltà che pone. Indubbiamente Orlando invita, raccontando la storia di un bellissimo giovane che a un certo punto diventa una bellissima donna e poi ritorna uomo e poi ritorna donna, a riflettere su quanto dentro di noi possa essere larga l'oscillazione tra la dimensione maschile e quella femminile. Interpretarlo mi ha permesso di aggiungere alla lunga serie di classici che ho affrontato a teatro, un autore che considero tra i più grandi del Novecento, insieme a Marcel Proust, a Edward M. Forster e a Thomas Mann. È stata l'occasione per poter trasportare nella professione, come del resto abitualmente accade nel mio lavoro di teatro, una passione privata, il mio amore per Virginia Woolf".

Ma come ci si prepara alla lettura di un libro?

"Sostanzialmente il tipo di studio e approfondimento è analogo a quello per una interpretazione teatrale. Si tratta di mettere a fuoco i diversi caratteri dei vari personaggi, di trovare il 'tono' giusto per la voce del narratore: quando questi sia in prima persona va distinto se si tratta di un 'io' effettivo o meno, in altre parole se l'io narrante coincide o no con l'autore, generalmente non coincide. Nel caso di romanzi in terza persona si tratta di 'collocare' storicamente e psicologicamente l'io che mai si dichiara a seconda di come esso trapela dal testo. Vi sono terze persone oggettive (Tolstoj, Flaubert) e terze persone più soggettive (Manzoni, Dostoevskij)".

Per leggere un libro è necessario per un attore fare un particolare lavoro sulla voce?

"Per un attore di età e di esperienza, la voce è già 'lavorata' di suo grazie all’uso e alla professione. Per un attore alle prime armi è ovvio che dovrà allenarsi alle tecniche necessarie per una lettura ad alta voce: respirazione circolare, articolazione, timbri ecc.".

Quanto spazio c’è per l'interpretazione attoriale nella lettura di un libro?

"Sicuramente uno spazio minore di quello che offre il personaggio di un testo drammaturgico. Ciò non toglie che spesso la 'porta stretta' di un vincolo maggiore può far nascere piccole libertà segrete nell’interpretazione. Centrale nella lettura ad alta voce è il voler restituire il testo in modo tale che possa essere ascoltato da altri. È quasi come se leggendolo la voce lo riscrivesse, vengono a galla tutti i particolari a cui fino a quel momento non si era fatto così tanto caso".

Che tipo di gratificazione dà a un attore la lettura di un libro?

"Per quanto mi riguarda una immensa gratificazione: quella della lettura cui si somma il piacere di porgere ad altri la propria lettura. Vi sono diversi aspetti in comune, ma anche delle differenze, rispetto al lavoro sul palcoscenico. I punti in comune sono dati dalla necessità, in entrambe le situazioni, di essere attraversati dalle parole che si pronunciano. Le parole dell'autore passano attraverso la sensibilità, i sentimenti, la memoria e le esperienze personali. Caratteristica fondamentale della lettura per un audiolibro è l'intimità, quasi come se l’attore si mettesse a parlare all'orecchio dell’ascoltatore, mentre sul palcoscenico l’attore deve utilizzare la propria voce per colmare la distanza".

C’è un testo o un autore che le piacerebbe "leggere" per un audiolibro e uno invece che non affronterebbe mai?

"Infiniti gli autori e i titoli che si affollano alla mia mente a questa domanda. Sicuramente mi attraggono gli autori 'difficili': ho letto per Radio 3 Rai Proust e Tolstoj, Gadda e Forster, Bassani e Bilenchi, leggerei volentieri Flaubert e Balzac, Stendhal e Bernanos, Dickens e Isherwood, Steinbeck e McCarthy, Comisso e Parise, Tomasi di Lampedusa e Arbasino…

Non ci sono testi che non vorrei affrontare, a meno che non ci fossero ragioni ideologiche: per esempio rifiuterei di leggere i libelli antisemiti di un autore peraltro grande quale Céline…".
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