Doppio prestigioso appuntamento per "Le voci ritrovate. Canti e narrazioni di prigionieri italiani della Grande Guerra negli archivi sonori di Berlino", il volume scritto a quattro mani da Ignazio Macchiarella, docente di Etnomusicologia e vicedirettore del Dipartimento di Lettere, lingue e beni culturali dell'Università di Cagliari, e da Emilio Tamburini, giovane studioso interessato alla valorizzazione di archivi sonori e filmici e ai rapporti tra memoria pubblica e privata.

Gli autori presenteranno il lavoro domani a Rovereto (dalle 17.30, Palazzo della Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto), e poi alla Biblioteca del Senato a Roma (sala degli atti parlamentari), dove a parlare accanto al professor Macchiarella saranno Gianni Marilotti, presidente della Commissione per la Biblioteca e l'Archivio storico del Senato, il sociologo Nicolò Migheli, il docente della Sapienza Luciano Zani e lo storico Valerio Strinati.

Nel lavoro i canti e le narrazioni di prigionieri italiani della prima guerra mondiale, provenienti dagli archivi sonori della capitale tedesca. Si tratta di testimonianze registrate nel 1918 nei campi di detenzione militare da un équipe multidisciplinare (linguisti, filologi, musicologi ed etnologi) della Regia Commissione Fonografica Prussiana, al fine di rilevare aspetti linguistici e culturali dei popoli in guerra contro gli imperi centrali.

Realizzato sul campo, nel 1918, tale corpus fa parte di un’ampia raccolta curata dalla Phonographische Kommission, una équipe di ricerca finanziata dall'imperatore Gugliemo II con l'obiettivo di raccogliere, attraverso le voci dei prigionieri, elementi sulla lingua, la musica, la cultura dei nemici. Grazie a tale attività di documentazione, giungono a noi le voci di quarantadue militari italiani provenienti da diverse località.

L'opera è completata da un'accurata analisi dei materiali, curata per l'aspetto musicologico da Macchiarella e per gli aspetti storico-culturali da Tamburini, e offre una premessa scritta da Britta Lange, tra i massimi studiosi delle collezioni realizzate nei campi di prigionia tedeschi durante il primo conflitto mondiale.

(Unioneonline/v.l.)
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