Non ha le dimensioni, né produrrà gli stessi effetti, del gigantesco asteroide che 65 milioni di anni fa (più o meno), nel Cretaceo, è caduto sulla terra provocando l'estinzione del 75 per cento delle forme di vita viventi, dinosauri compresi.

Tesi dibattuta in realtà, perché ultimamente si pensa che la scomparsa dei rettili giganti un tempo dominatori del pianeta possa essere stata provocata sì da un asteroide, ma dall'effetto meno immediato: avrebbe acidificato gli oceani e causato le conseguenze mortali ipotizzate nei tempi moderni.

In ogni caso, quale che sia la teoria più corretta, tutti concordano nell'indicare uno di quei proiettili celesti vaganti nello spazio quale responsabile del disastro. Così ecco spiegata la particolare attenzione - ma senza timori ingiustificati - rivolta all'ammasso di roccia e ghiaccio che domani, 25 ottobre, "sfiorerà" la Terra.

Si chiama "1998 HL1", ha un diametro compreso fra 440 e 990 metri e transiterà a circa 6,2 milioni di chilometri di distanza da noi alla velocità di 70 mila chilometri orari. Caratteristiche che lo rendono "potenzialmente pericoloso", categoria che comprende gli asteroidi di almeno 100 metri di diametro e che passano entro i 7,5 milioni di chilometri dal nostro pianeta.

Per dire: il sole è lontano mediamente 150 milioni di chilometri, Marte circa 60 milioni e la Luna 400 mila chilometri. Le dimensioni dell'asteroide sono notevoli e, vista la velocità, potrebbe provocare una catastrofe. Ma per traiettoria e distanza gli esperti hanno escluso il rischio di un impatto che sarebbe devastante.

Individuabile nella costellazione del Triangolo, si troverà tra nord est ed est poco sopra l'orizzonte intorno alle 19,20 e dovrebbe essere facilmente osservabile, viste le dimensioni che lo renderanno particolarmente luminoso. Sarà sufficiente utilizzare un telescopio amatoriale che abbia però un diametro di almeno 200 millimetri, altrimenti ci si potrà collegare sul sito del "Virtual Telescope Project" che trasmetterà una diretta streaming a partire dalle 19.

Il passaggio di "1998 HL1" è un'occasione unica per studiare le caratteristiche dell'asteroide, perché dalla forma e dall'indice di colore si potranno scoprire i materiali che lo compongono, ma anche per comprendere meglio il comportamento di questo tipo di corpo celeste in vista di ulteriori possibili incontri "ravvicinati". Del resto il loro impatto futuro con la Terra, non si sa quando, è dato per "certo" dagli esperti: "Ma è una catastrofe che possiamo prevenire ed evitare".

Ecco perché Esa e Nasa, le agenzie spaziali europea e statunitense, stanno lavorando a una missione che ha l’obiettivo di deviare uno dei due asteroidi che compongono la coppia “Didymos”, del diametro rispettivamente di 780 e 160 metri. Un primo veicolo spaziale (Double Asteroid Impact) dovrà colpire Didymoon (la sua piccola luna) per capire di quanto sposterà la sua orbita: poi lo strumento per la registrazione (LICIACube) invierà informazioni fondamentali per future missioni in caso di pericoli reali per la Terra. Quindi un secondo veicolo (Hera) raggiungerà il punto dell’impatto per acquisire le misurazioni e altri dati. Il suo lancio è previsto nel 2026.

Non è tutto. Per la difesa del pianeta, Esa e Nasa stanno studiando anche un sistema basato su una rete di telescopi a Terra per scoprire e catalogare il maggior numero di asteroidi e caratterizzarne le proprietà e due centri che useranno i dati dei telescopi per calcolare traiettorie e probabilità di impatto. Questo però è il domani. Oggi le attenzioni sono rivolte a 1998 HL1.
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