Da lunedì non ci sarà un solo pezzo di carne in vendita nell'Isola.

Macellerie e grande distribuzione si ritroveranno con i banconi vuoti e, in un momento come questo, non poteva esserci niente di peggio.

Per comprendere come si è arrivati a questo, occorre fare qualche passo indietro. L'Agrolip di Macchiareddu, che smaltiva gli scarti della lavorazione delle carni suine, è sotto sequestro da gennaio per delle gravi irregolarità ambientali.

La Villaservice di Villacidro ha esaurito la sua funzione il 24 luglio scorso (un'ordinanza della Regione ha imposto per sei mesi all'azienda lo smaltimento degli scarti). E adesso, il fermo ai mattatoi sardi diventa il dramma di commercianti e clienti di un'intera regione. La Asl di Cagliari ha comunicato che da lunedì, pena la chiusura, non sarà più possibile stoccare i Soa (sottoprodotti di origine animale) all'interno dei mattatoi. È una questione di tutela della salute pubblica da non sottovalutare.

STOCCAGGIO - "Da dieci giorni - dice Felice Contu, titolare della Coalbe di Selargius - non potendoli conferire a Villacidro abbiamo messo gli scarti in un container che ormai è stracolmo. Una situazione assurda che non riguarda solo noi. Il problema è dell'intero settore e della grande distribuzione".

È la Sardegna delle emergenze, e stavolta si rischia davvero un blocco che non ha precedenti. Perché oltre a non poter macellare le carni locali, non si potranno lavorare quelle in arrivo dalla Penisola.

BUONSENSO - "Se ci fosse un minimo di buonsenso - è il commento di Francesco Forma, titolare dell'omonima azienda di Macomer - a quest'ora avrebbero già rinnovato l'ordinanza e ci avrebbero consentito di lavorare serenamente. È da più di una settimana che sto sollecitando, e come me altri colleghi, ma ancora non abbiamo ottenuto risposte".

Il caso è diventato subito politico. "Occorre un intervento rapido e tempestivo del presidente Pigliaru e della sua giunta per porre fine all'emergenza sugli scarti animali. È allarme sanitario, non essendo la Sardegna dotata di strutture adeguate ad assorbire i sottoprodotti di origine animale", ha scritto in una nota il consigliere regionale Gigi Rubiu (Udc) chiedendo la reiterazione dell'ordinanza firmata dal governatore per superare le difficoltà prodotte dal sequestro dell'Agrolip.

EMERGENZA - Aggiunge Rubiu: "Con il provvedimento adottato si è consentito di fronteggiare un'emergenza che avrebbe prodotto ripercussioni igienico-sanitarie con il conferimento o incenerimento dei sottoprodotti di origine animale in discarica. Per alcune tipologie si è deciso per lo stoccaggio dei prodotti fuori dall'isola. Serve un assetto organizzativo del comparto che consenta di realizzare degli impianti adeguati per lo smaltimento e lo stoccaggio dei Soa".

Nei mesi scorsi in Regione si era ipotizzato il finanziamento di un progetto, per tre milioni di euro complessivi, per realizzare un impianto di sterilizzazione degli scarti di lavorazione dei suini (che non possono essere portati fuori dalla Sardegna per via della peste suina) così da uniformarli agli altri.

CAVILLI - "È vero - afferma Francesco Forma - ma poi vennero trovati dei cavilli e tutto si arenò. Sarebbe stata la soluzione adeguata a un problema che va avanti da troppo tempo senza che si intraveda alcuna via di uscita". L'impegno degli operatori non è servito. "È da mesi che ci stiamo muovendo per chiedere un intervento adeguato alle necessità del settore - spiega Felice Contu - sono andato diverse volte negli uffici regionali, ho incontrato funzionari e dirigenti. Parole tante, fatti ancora nulla".

INTOPPI - Le tante aziende che si occupano di macellazione avevano anche provato a mettersi insieme per costruire ex novo un impianto moderno ed efficiente per smaltire gli scarti della lavorazione delle carni. "Sono emersi intoppi su intoppi - ricorda Contu - e alla fine non se ne fece nulla. Con la conseguenza che oggi siamo al collasso. Io capisco la Asl, il suo compito è quello di tutelare la salute pubblica e non può che impedirci di lavorare. D'accordo, ma chi dovrebbe pensare alle alternative non lo fa, questo è il punto, e a pagare siamo tutti".

TURISTI - Già, anche i turisti che hanno invaso l'Isola e che magari immaginavano di gustare un bel porcetto arrosto. Ma non è detto. In Regione, ancora non c'è nulla di ufficiale, pare stiano accelerando per firmare la proroga dell'ordinanza di gennaio. Assessorati ad Ambiente e Sanità avrebbero definito la pratica e lunedì, forse, il presidente Francesco Pigliaru se la troverà sulla scrivania. Una corsa contro il tempo per evitare il peggio.

Vito Fiori

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