"Cara Unione,

sono una delle tante voci bianche nel mondo. Vorrei raccontarvi come un malato oncologico deve sopravvivere ad un mondo che ti offre poco e niente. Nel 2014, dopo un carcinoma al seno, ho dovuto seguire tutta una prassi per poter avere riconosciuta l'invalidità. Quando il secondo ricorso mi è stato accettato mi è stato riconosciuto il 100% di invalidità.

Dopo un anno è sceso al 75%, anche se il mio braccio non è più lo stesso. Ho dolori in tutta la fascia muscolare ascellare e per tutta la vita non potrò portare più di un kg e non potranno più farmi prelievi perché sono stati prelevati linfonodi. Nel frattempo non sono guarita e non sto guarendo, non mi sono svegliata da un sonno profondo e ciò che mi e successo è tutto vero.

Eppure il mio 75% di invalidità è diventato 46%. Sono certa che ciò che scrivo non importa a nessuno, soprattutto a una commissione medica che non esamina attentamente i problemi causati dal cancro. Il cancro oltre a renderti invalido ti rende fragile e debole. Inoltre il corpo distrutto da chemio e radio deve poi combattere con tutti i problemi che le medicine causeranno. Arriveranno altre malattie che al momento della valutazione medica, alla quale ogni anno bisogna sottoporsi, non verranno considerate.

Non importa se, oltre a non poter usare il braccio invalidato, anche l'altro ormai lo è diventato perché ha la maggior parte delle vene bruciate dalla chemioterapia. Non importa a nessuno che tu debba continuare una cura pesante per più dei 5 anni. Non importa a nessuno se tu nel frattempo sei caduto in depressione, se la chemioterapia ti ha assottigliato l'osso dentale, se hai già perso due denti e se altri sono in procinto di cadere. Non importa a nessuno se nel frattempo le patologie sono aumentate e la tiroide non funziona bene, se il tuo cuore è costantemente sotto controllo. Loro ti guardano senza capire veramente ciò che vivi e di cosa ha bisogno. Guardandoti dal di fuori vedono un corpo dove il cancro non è visibile a occhio nudo ma può essere nascosto e pronto a distruggerti ancora di più.

Noi siamo un numero e, tramite la commissione medica, lo Stato finisce di ammazzarci. Vorrei dire che c'è un cancro molto più grande e molto più subdolo ed è rappresentato dalle leggi che non ci tutelano".

Vergognosamente Italiana - provincia di Cagliari*

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