"Cara Unione,

sono nato e cresciuto a Cagliari, ma poi il mio lavoro mi ha portato lontano, a girare l'Italia e il mondo per più di quarant'anni.

Ora sono rientrato nella mia città e, devo riconoscerlo, l'ho trovata molto più bella e attraente di quando l'ho lasciata.

Amo molto passeggiare per le strade del centro storico, tutte rifatte recentemente ma, certo, piuttosto sporche e poco curate. Spesso mi assale la tristezza nel vedere scorci magnifici affogare nell'immondizia...

Ho scoperto da qualche tempo un luogo quasi incantato, l'Orto dei Cappuccini. Un parco pubblico piccolo ma curato alla perfezione, dove trascorro con immenso piacere i pomeriggi all'ombra di un ulivo su un lussureggiante prato verde.

L'Orto è in pieno centro, in viale Merello, ma la pace che vi regna ed il verde sapientemente gestito lo rendono un'oasi di pace ineguagliabile.

È bello vedere le famigliole sedute sulle sedie a sdraio che prendono il sole o udire i bambini che, accompagnati dai nonni, giocano felici sul prato erboso. Ma il parco è pubblico e, giustamente, tutti hanno il diritto di accesso. Così, da qualche giorno, qualcuno ha deciso di trasformarlo in via di accesso al centro Caritas di viale Sant'Ignazio.

Improvvisamente i fruitori dell'Orto sono cambiati.

Le automobili possono entrare per salire al centro, le sedie a sdraio sono quasi tutte occupate da persone rumorose, che si divertono ascoltando musica a volume elevato, che raccontano con fierezza, a voce alta e con termini non certo educati, i loro trascorsi in carcere o che strappano i frutti dagli alberi per lanciarseli addosso.... Senza parlare dell'alcol e delle droghe che ora circolano liberamente. E le famigliole? Da una settimana circa i nonni e i nipotini disertano il parco, le famiglie sono quasi scomparse e.... la vita continua.

Anche noi (io e mia moglie) abbiamo preferito lasciare quell'ambiente che non era più di nostro gradimento.

Peccato, abbiamo perso la possibilità di usufruire di una struttura magnifica a beneficio di altri che hanno i nostri stessi diritti e che potranno facilmente imporre nuove regole, magari apprese in 'centri di rieducazione' che, fortunatamente, non ho mai frequentato.

I nonni potranno cercare altri luoghi in cui portare i nipotini, non per nascondergli la realtà della società moderna, ma per mostrargli modelli di riferimento ai quali, con un po' di fortuna, potranno ispirarsi".

G.C. Cagliari

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