«Un paesaggio poco antropizzato, distese di boschi, montagne, altopiani lunari e un mare considerato da tutti tra i più belli al mondo: la Sardegna è il paradiso delle attività outdoor. E immersi in questa natura esplosiva vi attende un patrimonio storico, culturale ed enogastronomico che diventerà un piacevole intermezzo delle vostre avventure».

È la presentazione di sei nuove guide turistiche in formato digitale, scaricabili gratuitamente dal sito della casa editrice Edt (www.edt.it), che le ha realizzate per l’assessorato regionale al Turismo, Artigianato e Commercio, in collaborazione con Unioncamere Sardegna (progetto a cura di Simone Scalas, coordinamento editoriale Cristina Enrico, testi di Corrado Conca) – e contengono itinerari e informazioni su trekking, cycling, mountain bike, canoa e kayak, climbing e canyoning, diving. 

Prendiamo il trekking, ad esempio: la guida propone 30 itinerari distribuiti su tutta l’Isola. Ci sono le lunghe traversate, dal Selvaggio Blu al Supramonte alla Costa delle miniere; i “viaggi” nell’antichità, Monte Santo, il periplo di capo San Marco, il villaggio nuragico di Tiscali; i paesaggi di mare, Punta Giglio, Capo Figari, la Sella del diavolo; i mondi di rocce e alte quote, l’Ortobene, Su Gorropu, Monte Arcuentu; le spiagge e le cale iconiche, da Romazzino al Pevero e Li Muntareddhi; Cala Luna e Cala Goloritzé, Capo Spartivento; gli scenari fluviali, Rio San Girolamo, Cascata di piscina Irgas, Maidopis.

Oltre ai percorsi, c’è la parte dedicata alle prelibatezze del territorio: l’aragosta alla catalana, da gustare lungo l’itinerario Punta Giglio; la zuppa gallurese, da mangiare quando si va a Capo Testa o nel trekking delle Bocche di Bonifacio); i culurgionis d’Ogliastra; la fregola alle arselle (tipica del Cagliaritano).

Da bere e degustare, il Vermentino Docg (itinerario Vallicciola, Monte Limbara); il Torbato (itinerario Capo Caccia e Torre della Pegna ); il Nepente di Oliena (itinerario Monte Corrasi); il Nieddera (itinerario Periplo di Capo San Marco; il Nasco di Cagliari (itinerario Sella del Diavolo); il Campidano di Terralba Doc (itinerario Costa delle Miniere); il Cannonau (itinerario Rio San Girolamo)

Ancora una volta la parola d’ordine è “destagionalizzare”. Ampliando l’offerta, consigliando esperienze, mettendo in rete luoghi e attività.

Queste guide, per la Regione sono «un importante veicolo nell’ambito del digital marketing», per gli operatori locali, «se non si fa nulla per i trasporti, questi strumenti, seppur belli, non servono per attirare visitatori italiani e stranieri in primavera e in autunno».

«Ogni iniziativa è utile per andare oltre il mare, per accarezzare questo sogno e credere in un turismo tutto l'anno», sottolinea l’assessore al Turismo Gianni Chessa. «Quattro mesi non ci devono bastare, dobbiamo promuovere e valorizzare i territori dell’interno, la sfida adesso è richiamare i visitatori da ottobre ad aprile. Facendo sistema – prosegue – coinvolgendo i piccoli Comuni, aprendo a ogni buona proposta che arriva dagli addetti ai lavori, bisogna adottare una volta per tutte un cambio di passo».

«Il fatto è che questo mercato si autoalimenta», spiega Giovanni Lamieri di Sardinia Cycling, agenzia votata al mountain biking, al cicloturismo, e in generale alle vacanze attive tutto l’anno. «Le belle guide non bastano se poi da fuori non si può arrivare perché mancano i voli. A Maiorca, a Tenerife ci sono collegamenti sette giorni su sette a prezzi accessibili, se qualcuno vuole venire in Sardegna in questo periodo spende cifre spropositate e non ha neppure la garanzia di poter rientrare a casa quando vuole. Le vacanze attive sono brevi e legate al momento: si guardano le previsioni e si decide di partire subito, cosa impossibile per venire qui. Noi siamo totalmente fuori dai radar della destagionalizzazione. Quindi le iniziative di marketing, che valgono a breve scadenza, non hanno senso se offrono cose che non si possono concretizzare».

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