È un amore che dura da oltre vent’anni. Ma probabilmente la forza di questa affinità elettiva con la Sardegna ha una data di nascita anteriore. Lia Tolaini, cognome di antiche origini toscane, imprenditrice di successo, sente la Sardegna con uno slancio emotivo davvero unico. «La passione per quest’Isola e per il suo patrimonio sono qualcosa di naturale e contagioso. La bellezza, la sua storia e la cultura, insieme al vino, creano un racconto affascinante che sorprende chi non lo conosce. È comprensibile che le persone possano essere scettiche di fronte a storie così incredibili come quelle dei nuraghi e dei giganti». Basta questo per delineare i contorni di un affresco enologico affascinante. Il paesaggio è quello morbido e collinoso di Serdiana, Parteolla, culla di vini tra i migliori dell’Isola. Lo scorso autunno, il 17 ottobre precisamente, una storica famiglia di vignaioli, quella di Mario Pala, ha ufficializzato la cessione della cantina e dei vigneti, alla Tolaini di Castelnuovo Berardenga, in provincia di Siena, gemma del Chianti Classico. Un accordo che include anche la vendita di Mora&Memo, azienda creata nel 2011 e curata in tutti questi anni da Elisabetta Pala, figlia di Mario.

La Cantina Pala di Serdiana (Archivio)
La Cantina Pala di Serdiana (Archivio)

La Cantina Pala di Serdiana (Archivio)

I primi capitoli di questa storia ci riportano indietro nel tempo: primi anni del ‘900. Battistino Pala (classe 1873) uomo di vigna, è il patriarca di una famiglia fortificata sui valori della terra. Suo figlio Salvatore nel 1950 fonda la cantina a Serdiana. L’azienda cresce e nel 1974 Salvatore la trasferisce nel centro del paese, in uno spazio più grande che conserva la struttura tipica della casa campidanese: corte delimitata da muri perimetrali piuttosto alti, dove l’edificio principale è costruito in legno e tegole. Suo figlio Mario, nel decennio 1980-1990, inizia la ristrutturazione dei vigneti e studia come affinare qualità e produzione. Oltre al Nuragus e al Monica, impianta vigneti a Vermentino, Bovale e Cannonau, la cui riserva è pluripremiata. Il cammino verso la produzione di qualità, con la razionalizzazione di vigneti e cantina, è inarrestabile. «La decisione di vendere – spiega Mario Pala - è stata presa in pieno accordo con mia moglie e i miei figli affinché Pala possa continuare a rappresentare un’eccellenza sarda nel mondo vitivinicolo e permetterle di crescere come merita. Collaboriamo con Lia Tolaini da oltre vent’anni: è lei che distribuisce i nostri vini sul mercato americano tramite la Banville Wine Merchants, che presiede. Conosce a fondo la nostra realtà e apprezziamo l’impegno, la dedizione e l’amore che ha sempre dimostrato per Pala e per la Sardegna. Siamo certi che, sotto la sua guida, la cantina raggiungerà nuovi e ambiziosi traguardi». La nuova proprietà sarà affiancata dallo storico staff della cantina. Fabio Angius, per decenni alla guida del settore commerciale, assume il ruolo di Amministratore Delegato e continuerà a coordinare le strategie di vendita sul mercato nazionale e internazionale. Dieci passi con Lia Tolaini

TRADIZIONE «È un onore portare avanti quanto Mario Pala ha realizzato in questi ultimi quarant’anni. Ha trasformato l’azienda fondata da suo padre in una realtà moderna, tra le più apprezzate e innovative del panorama vitivinicolo sardo con una cura estrema della qualità e una totale fedeltà alle sue radici, le stesse a cui desidero tenerla ancorata».

VINO IDENTITARIO «Il vino in Sardegna rappresenta un elemento fondamentale della nostra cultura e identità. Tuttavia, comunicare efficacemente questo legame all'esterno è una sfida. È importante valorizzare le storie e le tradizioni che circondano i nostri vini, utilizzando narrazioni autentiche che parlino delle persone, del territorio, la storia e delle tecniche di produzione. Attraverso eventi, degustazioni e collaborazioni nel mondo con esperti del settore, possiamo trasmettere l’emozione e l’unicità dei nostri vini, creando un forte impatto su chi li assaggia. Solo così, una persona per volta, possiamo far sì che il mondo riconosca e apprezzi il nostro patrimonio vinicolo. Attraverso la degustazione dei vini e la condivisione delle storie che li accompagnano, possiamo far scoprire a tutti i segreti dell'Isola».

VIGNETI, PAESAGGIO E SVILUPPO «Per trasformare la ricchezza paesaggistica e storica di una terra vitivinicola in una risorsa economica, è necessario un approccio integrato che valorizzi il territorio. Eventi come festival del vino possono attrarre visitatori interessati a questo mondo. Spetta poi a noi farli appassionare a tutto quello che c’è intorno. Serdiana deve accogliere giornalisti, influencer, esperti di marketing e opinion leader a cui mostrare la serietà della viticoltura della zona. Gli appassionati di vino oggi cercano esperienze nuove, fuori dalle grandi città. Non si fermano al mare o alle coste, vogliono conoscere le zone interne e scoprire gli aspetti più autentici di una destinazione».

LA MIGLIORE NARRAZIONE «Integrare la storia e la cultura della Sardegna nella narrazione del vino è un valore aggiunto. Creare itinerari che includano siti storici, percorsi naturalistici e culturali, permette ai visitatori di scoprire la magia del passato della Sardegna, arricchendo l'esperienza enologica. Credo che la stessa Regione dovrebbe investire maggiormente in campagne di marketing a livello internazionale capaci di evidenziare l’unicità dei vini sardi. Raccontare le storie e le tradizioni che li accompagnano è cruciale. Noi produttori invece dobbiamo impegnarci a promuovere pratiche agricole sostenibili che preservino il paesaggio e l’ambiente, migliorando l'immagine del vino sardo come prodotto sostenibile e responsabile. Un approccio sinergico fra produttori può alzare la marea e far salire tutte le barche».

LA SARDEGNA È «La Sardegna per me è un luogo ricco di storia e bellezze naturali, ma soprattutto è un tesoro di segreti da far conoscere. I nostri vitigni indigeni rappresentano una parte fondamentale di questo patrimonio unico che non ha eguali altrove. La varietà dei paesaggi, la cultura millenaria e la passione per la viticoltura creano un legame speciale con la terra. Ogni vino racconta una storia, e ogni sorso è un invito a scoprire le meraviglie di quest'isola straordinaria. La Sardegna non è solo un luogo da visitare, ma un'esperienza da vivere e condividere. Mi appassiono e riempio di gioia ogni volta che parlo di Sardegna: è così da sempre!».

RICONOSCIBILITÀ «I vini sardi, in particolare quelli della cantina Pala, si distinguono per la loro complessità e mineralità. Sono vini di territorio, puliti, freschi e caratterizzati da un'unicità che li porta a un livello qualitativo internazionale. Non ho mai incontrato qualcuno che assaggiando il Bovale Essentja, il Monica Oltreluna o il Nuragus Milleluci non ne sia rimasto piacevolmente sorpreso. Questi vini raccontano la nostra terra e la sua ricchezza, rendendoli immediatamente interessanti e apprezzati non solo per la loro qualità, ma perché spesso chi li assaggia non ha mai provato il Nuragus, il Bovale o il Monica. Pensano che vogliamo tenerli segreti, tutti per noi».

AMORE A PRIMO CALICE «Il vitigno che mi ha particolarmente emozionata è il Monica. Forse perché sono una grande amante del Sangiovese e del Nebbiolo, ma per me il Monica rappresenta una scoperta promettente per il mondo. È un vino fresco, con note erbacee e di frutta nera, e un accenno di mineralità perfetto per essere bevuto tutto giorno, con una varietà di piatti. Oggi vediamo che il pubblico cerca vini autentici, con una buona bevibilità, e sempre più spesso vini senza eccessi di alcol o legno. Il Monica risponde perfettamente a queste esigenze».

SFIDE «Mondo del vino e ospitalità devono viaggiare insieme, è fondamentale. Creare cantine che offrono esperienze di degustazione, tour guidati e alloggi di qualità può attrarre turisti e appassionati di vino da tutto il mondo, rendendo l’isola una meta privilegiata per il turismo enogastronomico. È essenziale investire nella promozione, nel marketing e in eventi di qualità per aumentare la visibilità a livello nazionale e internazionale. La formazione di professionisti del settore, come sommelier e guide turistiche, può contribuire fortemente a migliorare l’educazione dei consumatori riguardo ai nostri vini>.

SOSTENIBILITÀ «Un'altra sfida riguarda l’adozione di pratiche sostenibili nella viticoltura per rispondere alla crescente domanda di prodotti sostenibili e responsabili. Inoltre tanti bravi professionisti lasciano l’isola per lavorare nei migliori ristoranti a Londra, negli Stati Uniti e in altri paesi dove il vino è apprezzato. Dobbiamo abbracciare questi ambasciatori quando tornano a casa per una visita e incoraggiarli a continuare a essere orgogliosi della Sardegna e dei vini che produciamo».

DOCG SERDIANA «Per valorizzare il nostro territorio sarebbe interessante prendere in considerazione un Docg per Serdiana. Altre Docg, come ad esempio in Toscana, hanno dimostrato quanto possa essere vantaggioso questo riconoscimento. Il turismo enologico nella regione è aumentato notevolmente negli ultimi dieci anni, si stima una crescita del 30% di chi viaggia per scoprire i vini e le tradizioni locali. Infine, è importante promuovere la collaborazione tra produttori, ristoratori e istituzioni, per creare una rete forte che valorizzi il nostro patrimonio vitivinicolo e affronti insieme le sfide del mercato».

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