«Aperitivi in uliveto, maialino al forno in fattoria, bottarga a tavola sulla spiaggia e tante altre cose buone da mangiare in Sardegna». Così Katie Parla presenta il suo viaggio gastronomico ed esperienziale nell’Isola, un fantastico tour da nord a sud dal quale è scaturita una lista di sedici luoghi speciali, uscita per Mater, portale dedicato al mondo del food pubblicato da Vox.

Katie Parla è una scrittrice, giornalista e conduttrice televisiva americana, da oltre 15 anni punto di riferimento nel mondo della critica enogastronomica italiana. Alcune delle sue pubblicazioni, come “The joy of pizza”, sono nella lista best sellers del New York Times.

Laureata in Storia dell’arte alla Yale University e all'Università Tor Vergata di Roma, master in cultura enogastronomica italiana, sommelier certificata, autrice di moltissimi articoli e di oltre trenta guide gastronomiche e di viaggio, protagonista delle serie televisive “Katie Parla’s Rome” e “Katie Parla’s Roman Kitchen,” co-conduttrice del podcast GOLA, che tratta di storia e tradizioni del cibo e del vino italiano, dice: «Sono originaria del New Jersey, e mi sono trasferita a Roma nel 2003. A marzo uscirà il mio settimo libro di cucina, “Food of the Italian Islands”, un ricettario che dà spazio a tutte le isole italiane, compresa la Sardegna, dove vado molto spesso».

Ecco i sedici luoghi scelti da Katie: Somu a Baja Sardinia; Sa Mandra ad Alghero; Roberto Murgia Dolci in Corso ad Alghero; Il Rifugio a Nuoro; Ovile Bertarelli a Baunei; il Chiosco di Ponente a Tortolì; Sinnos a Gergei; Sa Mola Experience a Escolca; Old Friend a Cagliari; Durke a Cagliari; Sabores a Cagliari; Sa Cardiga e su Schironi a La Maddalena spiaggia; La Terrazza Bistrot a Poggio dei Pini; Ristorante da Andrea al Cavallera a Carloforte; Da Achille a Sant’Antioco.

Infine, menzione a parte, un luogo che non è un ristorante, né una pasticceria né un bistrot: è il Mercato civico di San Benedetto a Cagliari, che con i suoi 8000 metri quadri è uno dei più grandi d'Europa. Racconta Katie: «Il piano terra è dedicato a carne, formaggio, legumi, prodotti agricoli, pane e altri prodotti alimentari, mentre il livello inferiore è completamente dedicato al pesce, così fresco che può schizzare via mentre si divincola dal suo contenitore. San Benedetto offre alcuni prodotti importati da altre zone dell’Isola, come il tonno di Carloforte, ma gran parte del pescato è iperlocale, come le anguille della vicina laguna e il palombo destinato alla burrida, l'antipasto – caratteristico della città – di pesce in salamoia con salsa di noci e fegato di pesce».

Spiega ancora l’esperta: «La Sardegna è orgogliosamente carnivora, con una forte cultura di maialino da latte, capra e agnello arrostiti, oltre alla selvaggina, in particolare il cinghiale. In un luogo in cui le pecore sono più numerose delle persone, la scena del formaggio è vasta e la gamma di varietà di pecorino sconvolge la mente. Ma l'ingrediente dominante in tutta l'isola, tuttavia, è il grano duro, che viene utilizzato in intricati formati di pasta e pani scultorei degni di un museo».

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