Maestosa e imponente. Sta là da cinque secoli: guarda il mare e domina tutto il golfo di Oristano. È la torre di Torregrande, la più possente fortificazione costiera della Sardegna. Eredità della dominazione spagnola, quell'antico baluardo conserva intatto il suo fascino e promette nuovi scenari per il futuro. Passata recentemente dal Demanio al patrimonio comunale, l'amministrazione scommette sul rilancio della torre in chiave turistica, la ricerca di fondi per darle nuova vita è già iniziata.

La torre spagnola a Torregrande (foto V. Pinna )
La torre spagnola a Torregrande (foto V. Pinna )
La torre spagnola a Torregrande (foto V. Pinna )

La storia. Inizialmente era chiamata Torre del "puerto de Oristan" e solo in età sabauda prese il nome di "Grande de Oristan", Torre d'Oristano e poi Gran Torre. In origine era stata concepita come una "torre de armas" cioè una torre per la difesa pesante della costa e del territorio circostante dalle incursioni che provenivano dal mare. Di forma cilindrica con un diametro di oltre 20 metri, si sviluppa su due piani. Il primo è costituito da un unico grande vano (al centro si apre un lucernaio quadrangolare) dove si trovavano quattro grossi pezzi d'artiglieria puntati sia verso il fiume che verso il mare. Il secondo piano è una sorta di ballatoio da cui si accedeva alle undici fuciliere. Infine si arriva alla terrazza, l'antica Plaza de armas, caratterizzata da tre cannoni in barbetta e dalla presenza dell'alloggio del farista, una piccola casa costruita alla fine dell'Ottocento. L'ingresso si trova sul lato opposto al mare ed è caratterizzato da una gradinata d'accesso, edificata successivamente.

Secondo le fonti storiche e i documenti d'archivio, i lavori di costruzione della torre iniziarono nel 1542, su indicazione di Carlo V che qualche anno prima diede precise disposizioni per la realizzazione del torrione con denari della città di Oristano. Venne ultimata circa venticinque anni dopo. La Gran Torre comunicava direttamente con le altre torri costiere del golfo: la torre di San Giovanni, la torre vecchia di Marceddì, la torre di Capo Frasca.

La torre spagnola a Torregrande (foto V. Pinna )
La torre spagnola a Torregrande (foto V. Pinna )
La torre spagnola a Torregrande (foto V. Pinna )

L'assalto. Torre maestosa che però in piena Guerra dei Trent'anni non fu sufficiente a difendere il territorio e la città. "Nonostante fosse di grandi dimensioni e in grado di ospitare una guarnigione di venti soldati e di sostenere un assedio di qualche giorno, nel 1637 una quarantina di bastimenti a vela francesi, comandati dall'ammiraglio Carlo di Lorena, duca di Hancourt, riuscirono a sbarcare e a depredare la città di Oristano per cinque giorni" viene ricordato nei documenti ufficiali della Regione e del Comune di Oristano. "Quindici anni più tardi, nel 1652, il governo spagnolo si liberò del gravame amministrativo della torre, cedendola insieme alle peschiere di Cabras e Santa Giusta".

Sempre utilizzata come guarnigione di difesa sia per le pianure della valle del Tirso che per la costa, nei secoli ha conosciuto diversi interventi di manutenzione che ne hanno garantito le buone condizioni.

La torre venne utilizzata da La Marmora e da De Candia come punto geodetico per la realizzazione di carte topografiche.

Il futuro. Chiusa per decenni, è il monumento simbolo della passeggiata estiva degli oristanesi. All'ombra di quell'enorme torrione tante generazioni sono cresciute e si sono divertite sul lungomare. Non c'è forse famiglia oristanese che non abbia un ricordo legato alla torre. Dagli ottantenni di oggi che da bambini raggiungevano il mare col carretto ai nativi digitali che trascorrono le estati sul litorale tra musica e partite di pallone proprio nella piazza della Torre. Da alcuni anni le amministrazioni stanno cercando di restituirla agli oristanesi e proporla ai turisti. Recentemente, grazie ad alcune cooperative di giovani che l'hanno avuta in gestione per i mesi estivi, ha ospitato mostre ed esposizioni ed è stata anche il punto di riferimento per i vacanzieri. Ma si guarda già oltre, con l'obiettivo di valorizzare ulteriormente il torrione. "Abbiamo un'enorme ricchezza - sostiene il sindaco di Oristano Andrea Lutzu - che va assolutamente valorizzata e tutelata". Esiste anche un progetto preliminare, i costi sono elevati ma la programmazione europea 2021-2027 potrebbe essere l'asso nella manica per dare nuova vita alla torre costiera. Valorizzazione storica ma anche in chiave turistica: l'antica piazza d'armi potrebbe diventare una affascinante terrazza che si affaccia sul mare regalando panorami e tramonti mozzafiato che guardano al Sinis. E al tempo stesso creare posti di lavoro con un punto ristoro in una posizione privilegiata. "Noi ci crediamo e speriamo di riuscire a fare della torre un punto di forza per tutta la costa così come è sempre stata".
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