Hanno passato mesi interi sul loro telaio combinando trame e fili di lana made in Barbagia con il tratto geniale di un artista mito, come Pablo Picasso. Le tessitrici hanno composto sei arazzi di grande impatto visivo, allineati nelle sale del Man di Nuoro. Tessuti in bianco e nero, fedeli al capolavoro Guernica di cui il museo d’arte moderna della Provincia di Nuoro racconta la genesi con una mostra di grande richiamo, intrisa anche di impegno civile, non a caso intitolata “Contro tutte le guerre”.

Le cinque maestre dell’arte tessile sono originarie di Sarule, paese custode di questa antica tradizione. Lucia Piredda, Alberta Pinna, Lucia Todde, Rosaria Ladu e Gonaria Todde, abili ed esperte nel modellare la lana di pecora stesa sui telai verticali, hanno un’età compresa tra 70 e 84 anni e un’esperienza densa di collaborazioni eccellenti con importanti designer come Eugenio Tavolara, Mauro Manca e Salvatore Pirisi. Sotto l’accurata regia dello studio Pratha di Nuoro con la direttrice creativa Graziella Carta e la designer Laura Lai, si sono messe all’opera per tessere la pace che è naturalmente un modo strepitoso di rendere omaggio a Picasso e al suo universale messaggio contro la guerra. Sono venute fuori sei opere monumentali che riproducono alcuni dettagli simbolo di Guernica come il cavallo, il soldato ucciso, la donna che piange, l’allegoria della luce, il pugnale spezzato accanto a un fiore di speranza, il toro, elemento potente della poetica di Picasso. Un colpo d’occhio spettacolare.

Le tessitrici di Sarule con la designer Laura Lai e Graziella Carta, direttrice creativa di Studio Pratha
Le tessitrici di Sarule con la designer Laura Lai e Graziella Carta, direttrice creativa di Studio Pratha
Le tessitrici di Sarule con la designer Laura Lai e Graziella Carta, direttrice creativa di Studio Pratha

L’idea è venuta alla direttrice del Man, Chiara Gatti, decisa a coinvolgere in modo diretto la Barbagia che ospita l’esposizione. «Un omaggio femminile, tradizionale, caparbio e insieme toccante, sigla un’alleanza di spirito e militanza tra le mani delle donne sarde e quelle di un capolavoro che abbassa commosso le palpebre alle vittime di tutte le guerra», spiega.

Una delle tessitrici al lavoro
Una delle tessitrici al lavoro
Una delle tessitrici al lavoro

«Si è operato secondo l’antica tecnica di tessitura piana con incrocio a coda di rondine, grazie alla quale fronte e retro gli arazzi presentano la stessa definizione esecutiva», sottolinea Graziella Carta. Lei segue passo dopo passo la preparazione del lavoro, intenso e ininterrotto per cinque mesi, totalmente manuale, senza spole, pedali o altri strumenti meccanici utilizzando la lana di pecora sarda nei suoi colori naturali dei bianchi, grigi e scuri tanto che restano ancora visibili le tracce di erbe secche che - spiega  - «il materiale poco processato ha intrappolato tra le sue maglie, volutamente non rimosse ed elemento caratterizzante di tutte le opere Pratha».

Gli arazzi esposti riproducono alcuni particolari di Guernica
Gli arazzi esposti riproducono alcuni particolari di Guernica
Gli arazzi esposti riproducono alcuni particolari di Guernica

La mostra del Man, naturalmente, racconta tanto altro ancora. Anzitutto la tragedia di quel 26 aprile 1937 quando gli aerei da guerra della Legione Condor della Germania di Hitler, affiancati dall’Aviazione italiana, irrompono nel cielo sopra la città basca di Guernica con un bombardamento terribile durato tre ore che la distrugge completamente. In Spagna è in corso la guerra civile e il generale Francisco Franco con le sue milizie e il sostegno di Hitler e Mussolini combatte contro il Governo della Repubblica, eletto democraticamente. Muoiono in tanti anche perché quel giorno nella città c’è il mercato. Picasso, che è a Parigi, ne è sconvolto.

Lui, nominato direttore del museo del Prado di Madrid dal governo repubblicano, ha l’incarico di realizzare un’opera monumentale per il padiglione spagnolo nell’Esposizione universale di Parigi. Pensa a un tema per niente politico, “Atelier, il pittore e la sua modella”, quando il bombardamento di Guernica stravolge ogni cosa, compreso il suo progetto artistico.

Picasso cambia tema e realizza il dipinto capolavoro, documentato dall’occhio speciale di Dora Maar, fotografa e per molti anni compagna dell’artista. I suoi scatti sono esposti al Man assieme al grande manifesto che accompagna l’esposizione di Guernica a Milano nel 1953.

Evento non più possibile perché il capolavoro dal 1992 ha casa nel Centro de Arte Reina Sofia di Madrid, tappa definitiva dopo peregrinazioni nel mondo che tengono lontana l’opera dalla Spagna fino alla fine della dittatura. Nel lungo esilio Guernica, dopo l’esordio senza troppo clamore a Parigi, finisce in Scandinavia, poi in Inghilterra. A Londra cresce l’interesse che esplode quando sbarca a New York, soprattutto al Moma che ne consacra il successo. Nel 1953 la trasferta in Italia, con l’esposizione nel Palazzo Reale di Milano, unica tappa nel nostro Paese del capolavoro di Picasso. Il Man di Nuoro fa memoria di questo percorso anche con un occhio all’attualità perché il messaggio pacifista di Guernica resta senza tempo.

La mostra è aperta fino al 19 febbraio.

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