Un’estate a misura di bambino. Come proteggere i piccoli da caldo, sole, mal d’auto, altitudine, punture di insetti, e in generale tenerli al sicuro in tutte le situazioni potenzialmente a rischio in cui ci si può trovare nella bella stagione e in vacanza.

Ecco il vademecum stilato dai medici dell’ospedale Bambin Gesù, il più grande Policlinico e Centro di ricerca pediatrico in Europa.

Se ci si trova in città è sempre preferibile uscire al mattino quando ancora l’aria non è troppo calda, oppure dopo cena.

L’esposizione diretta al sole è salutare per la produzione di vitamina D, stimola la produzione di melanina, e ha anche molte altre importanti funzioni, ma esporsi per lungo tempo prolungato e nelle ore sbagliate può provocare eritemi e scottature.

Dunque, per i bambini più grandi deve essere evitata l’esposizione diretta tra le 11 e le 17, quando maggiore è la concentrazione per di raggi ultravioletti. I bambini sotto i sei mesi non dovrebbero essere mai esposti ai raggi diretti del sole, e tra i 6 mesi e i 2 anni è consigliabile evitare l’esposizione tra le 10.30 e le 18.30.

Per l’abbigliamento, privilegiare tessuti naturali e traspiranti, come il lino e il cotone, meglio di colore chiaro. Attenzione agli sbalzi di temperatura, con il passaggio negli ambienti con aria condizionata meglio avere sempre a disposizione un indumento più pesante.

Opportuno che i bambini indossino sempre un cappellino, altrimenti cercare di bagnare la testa frequentemente. Ideale l’utilizzo di occhiali da sole protettivi.

Per quanto riguarda l’alimentazione, i pediatri indicano una riduzione dell’apporto calorico, in particolare quello dato da cibi grassi. Dar da mangiare carboidrati semplici, molta frutta e verdura e bere tanta acqua o spremute. Evitare le bevande fredde, gassate o zuccherate.

L’uso di creme o spray solari è un importante presidio per ridurre gli effetti nocivi delle radiazioni ultraviolette, i medici consigliano di mettere prodotti appositi per bambini ad altissima protezione (fattore 50 o 50+) anche se si sta all’ombra, applicarli ripetutamente 15 minuti prima dell’esposizione e rimetterli ogni 2 ore circa e dopo ogni bagno.

Sconsigliato portare al mare i bimbi nei primi sei mesi di vita; successivamente, si potrà gradualmente portarli in spiaggia fino alle 10.30 o dopo le 18.30, liberalizzando gli orari dopo i 2 anni.

Evitare di far fare il bagno al di sotto dei 6 mesi, perché la delicata pelle del bimbo sarebbe esposta troppo precocemente al sole. Successivamente il lattante può entrare in acqua per pochi minuti in braccio a un adulto, poi, deve essere subito risciacquato con acqua dolce.

Non ci sono certezze su quanto si debba aspettare per fare il bagno dopo aver mangiato, ma il buon senso e l’esperienza possono essere d’aiuto. Di massima, per una colazione con latte e biscotti o per un pranzo a base di carboidrati facilmente assimilabili, come un piatto di spaghetti col pomodoro, è sufficiente un’attesa di due ore, mentre ne basterà anche meno di una per un gelato, uno snack o un frutto. Necessarie invece tre ore per un pasto più completo o ricco di grassi.

Le zanzare sono gli insetti che pungono più frequentemente, all’imbrunire o all’alba, in ambienti molto umidi come giardini innaffiati. Sarà opportuno quindi proteggere i bambini con maggior attenzione in queste condizioni. In caso di puntura, applicare un gel di cloruro di alluminio al 5%, che ha un'azione sia sul prurito sia sulla tumefazione. In alternativa, hanno la stessa azione gli impacchi di ghiaccio, da tenere sulla parte punta per qualche minuto.

Per prevenire le punture di zanzare, la sera coprire il bambino con maglie a maniche lunghe, pantaloni e calze, preferibilmente di colore chiaro; installare zanzariere alla finestra; con le finestre aperte tenere il più possibile le luci spente; evitare di tenere piante e sottovasi con acqua stagnante; non lasciare in giro residui di cibo e bevande; utilizzare apparecchi a ultrasuoni, antizanzare elettrici, zampironi a base di piretro. Si può optare anche per i prodotti spray, ma vanno diffusi quando il bambino non è nella stanza che va poi areata, usando zanzariere alle finestre.

Per i bambini di oltre due anni si possono utilizzare repellenti specifici per l’infanzia, da mettere solo nelle parti della pelle scoperta e spruzzandoli sui vestitini.

In caso di puntura di medusa, grattare con tessera di plastica le zone della cute venute a contatto, per impedire alla tossina di penetrare nella cute ed entrare in circolo; applicare, senza frizionare, sabbia calda e successivamente detergere la parte con acqua salata; applicare gel al cloruro di alluminio al 5%; non utilizzare l’ammoniaca. Consultare il medico in caso di reazioni più gravi, come arrossamento cutaneo diffuso, difficoltà respiratorie, sudorazione, pallore, mal di testa, nausea, vomito, vertigini, confusione.

In caso di puntura di  tracina, pesce che vive nel fondale sabbioso del mare, che provoca un forte dolore, arrossamento e tumefazione, si consiglia di immergere il piede in acqua calda per disattivare la tossina, mentre nei casi più gravi o complicati il medico potrà dare antibiotici e antistaminici.

Il mal d’auto o cinetosi è molto frequente soprattutto tra i 3 e i 12 anni. È dovuto a una ipersensibilità del centro dell'equilibrio (labirinto), posto nell'orecchio interno che -in bambini predisposti- sollecita più del dovuto il sistema neurovegetativo.

Il disturbo si può presentare come mal d'auto, mal di mare, mal d'aereo, mal di treno ma anche in seguito a movimenti rotatori del corpo o del capo durante il gioco.

Si manifesta con pallore, sbadigli, sudorazione fredda, malessere, senso di nausea spesso seguito da vomito. Per cercare di prevenirlo, cercare di partire molto presto, quando il bambino ha ancora sonno; guidare senza forti accelerazioni; evitare gli odori forti (benzina, profumi, aria viziata); utilizzare gli appositi seggiolini, che oltre a garantire la sicurezza, fanno sì che il bambino debba guardare avanti; far fare solo un piccolo spuntino prima del viaggio, se è lungo, gli spuntini devono essere frequenti, con crackers o grissini, evitare bevande gassate e limitarsi a piccoli sorsi d’acqua, evitare che il bambino legga o usi videogiochi, tenere l’ambiente fresco, aprendo un po' i finestrini o utilizzando con moderazione l’aria condizionata; fermarsi ogni 2/3 ore e fare qualche passo.

In montagna, un bambino sano con più di 3 mesi ha la stessa tolleranza di un adulto per l'alta quota. Di massima le quote consigliabili sono: fino ai 2000 metri fra i 3 e i 12 mesi, fino a 2500 metri fra i due e i 5 anni, anche oltre i 2500 metri sopra i 5 anni.

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