Rock sardo in lutto, addio a Fausto Pisano
Il chitarrista di Decimomannu è morto nei giorni scorsi. È stato uno dei protagonisti della scena indipendente sarda a partire dagli anni Novanta. Era conosciuto per la sua lunga collaborazione con Joe Perrino,Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Aveva il rock nel sangue. La sua presenza sul palco non passava inosservata. Se n’è andato in silenzio Fausto Pisano, il chitarrista di Decimomannu per anni protagonista della scena indipendente sarda. La sua attività artistica è legata alla lunga collaborazione con Joe Perrino, testimoniata da dischi, spettacoli e tanti progetti. Si è fatto conoscere soprattutto per la sua militanza negli Elefante Bianco, la band fondata da Nicola Macciò a partire dagli anni Novanta. Il rocker cagliaritano, alle prese con una lunga riabilitazione in seguito a un incidente stradale, ricorda con grande affetto il musicista compagno di mille avventure. «Aveva la dita grosse, faceva il macellaio. Ma quando suonava la chitarra era potente e preciso. Suonava con l’anima. Ci siamo conosciuti a Decimomannu. Io ero appena rientrato da Londra. Non era un bel periodo. Avevo poca voglia di suonare. In Inghilterra avevamo grandi aspettative, ma purtroppo il progetto non è andato avanti. L’incontro con Fausto è stato molto importante perché ho ritrovato l’entusiasmo e la voglia di fare musica. Ci siamo divertiti veramente tanto. Si scherzava spesso.
Con lui ho sempre avuto un legame strettissimo. Considerava mio figlio come un nipote. Lo portava a caccia. Insomma era uno di famiglia» . Fausto Pisano ha lavorato con Joe Perrino anche nei progetti “Operaio romantico” e “Canzoni di malavita”. «Era un chitarrista versatile, preciso e potente, capace di passare dal rock più potente a suoni acustici con grande naturalezza»La scoperta del rock and roll
Ricordi ed emozioni emergono anche nelle parole del bassista Alessio Carboni: «Arrivavo da Cagliari, ci eravamo appena trasferiti con la famiglia e la prima persona che conobbi dopo un mese a Decimomannu fu proprio Fausto, entrambi 15enni, io studente alle superiori e lui già lavorava come macellaio, uno tostissimo. Sognavamo di diventare musicisti e scrivere canzoni. La nostra prima band a 17 anni fu “Face to face” con Cristiano Cabiddu , Germano Cabiddu e Francesco Fenza. Qualche anno dopo abbiamo conosciuto Valentino Tocco, batterista e compositore eccelso con il quale iniziammo a scrivere a 6 mani , brani in chiave rock progressive. Si unì poi a noi un flautista formidabile, Gigi Angius, conosciuto a Kala e Moru nei falò magici in spiaggia. Poi arrivarono gli Elefante Bianco. Una storia bellissima».
Fausto Pisano ha condiviso il palco anche con il tastierista Alessio Sanna. «Lo chiamavamo Papetti, come il sassofonista, famoso per le copertine osé dei suoi album – racconta il musicista cagliaritano - pure lui di nome Fausto. Era un grande chitarrista, ma lui non lo diceva mai. Ho conosciuto pochi di loro in grado di suonare riff così granitici. Noi "Elefanti" amavamo definirli "muretti a secco", tanto risultavano duri e asciutti, senza sbavature. Abbiamo condiviso un bel pezzo di vita importante. Ci siamo esaltati sul palco con la nostra musica, ma più di tutto ricordo i momenti conviviali, nei quali il cazzeggio prendeva il sopravvento. Le cene, le bevute insieme, le chiacchiere, i progetti. Tutto questo mi mancherà più di ogni altra cosa, assieme al suo sorriso da bimbo e ai suoi meravigliosi occhi verdi». Anche Valentino Tocco, batterista degli Elefante Bianco ricorda con affetto e nostalgia l’amico e colleghe. «Quando ci siamo conosciuti avevamo 18 anni, siamo entrati subito in sintonia, si creò da subito un'amicizia molto forte e una complicità fraterna che sembrava fosse destinata a durare per sempre. Poi ognuno ha preso la sua via, ma niente , nel profondo del cuore è mai svanito.
Alla fine siamo diventati come una vecchia coppia di innamorati-separati che quando si incontravano non facevano altro che battibeccare e la cosa faceva sorridere tutti gli altri “fratelli elefanti”, metteva nell'animo di ognuno un senso di felicità, di unione eterna, di famiglia, per sempre e malgrado tutto».
Il ricordo del manager
Carlo Leone, manager degli Elefante Bianco ricorda l’artista di Decimomannu per i suoi modi garbati e per la discrezione: «Ogni sua telefonata cominciava con “scusa, disturbo….”, solo chi veramente ha avuto la fortuna di conoscerlo può comprendere la meravigliosa persona che stava dietro quella chitarra rossa. Quel suono e quei riff mi accompagneranno per tutta la vita, in un certo senso li sento anche miei, perché non eravamo una band, eravamo una famiglia, la famiglia Elefante Bianco». Giuseppe Pionca, esperto della scena alternativa isolana e amministratore della pagina Facebook “Indipendenti in Sardegna” sottolinea lo stile di Fausto Pisano e «il sound possente, quasi tellurico degli Elefante Bianco di cui era un componente fondatore. La sua cifra stilistica è tutt’ora riconosciuta in tutto il territorio nazionale. L’ho visto suonare dal vivo durante gli interminabili tour negli anni Novanta. Sembrava quasi lanciare dardi infuocati col suo strumento impugnato con abilità da chitarrista mancino, caratterizzando brani divenuti monumentali, su tutti “Animale” e “Buio”, contenuti nei due dischi a nome Elefante Bianco».