La conquista del mondo è partita da una tavola imbandita di prelibatezze. Vino, formaggio, culurgionis e agnello. Passando per carciofi, zafferano o sebadas. Tutti tesori agroalimentari che in questi anni hanno fatto conoscere la Sardegna all’estero, dandole un posto nella cartina enogastronomica internazionale.

Eccellenze della dispensa regionale che non a caso hanno conosciuto fortuna oltre Tirreno grazie anche ai marchi di origine certificata di cui possono fregiarsi: Dop (Denominazione di origine protetta), Igp (Indicazione geografica protetta) o Doc (Denominazione di origine controllata). Attestati di qualità sui quali la Sardegna ha puntato molto, moltissimo.

Tanto da aver registrato il record nazionale di aziende agroalimentari di qualità. Fiore all’occhiello di un’economia che dà lavoro a oltre 15mila aziende, fattura ogni anno quasi un miliardo di euro e fa conoscere la Sardegna al resto del pianeta.

Certo, la locomotiva del comparto è indubbiamente il pecorino Romano che racchiude tre quarti delle imprese che vendono prodotti di qualità certificata, ma dietro il colosso del lattiero-caseario emergono gioielli sempre più apprezzati sui mercati italiani ed esteri, questi ultimi attratti proprio dai marchi di origine che spiccano nelle etichette. Ecco perché il paniere delle eccellenze isolane si ingrossa e fino a ora comprende 6 prodotti Dop, 3 Igp, un vino Docg e 17 etichette Doc.

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