Si può leggerla all’infinito la storia di Tatiana Schlossberg, nipote di John Fitzgerald Kennedy, e sempre si prova lo stesso identico sgomento. Misto a un pensiero ricorrente: quando sentiamo dire che “se si ha la salute, si ha tutto”, pensiamo sia solo un modo consolatorio per accettare le proprie infelicità. A volte una certa insoddisfazione, quando non anche l’insopportabile consapevolezza dei fallimenti personali. Invece è proprio così: la salute è vita.

Tatiana Schlossberg, 35 anni, è una giornalista che si occupa di ambiente. Caroline, sua mamma, aveva cinque anni quando il padre Jfk, presidente degli Stati Uniti, venne ammazzato a Dallas il 22 novembre del 1963. «Per tutta la vita ho cercato di essere buona per risparmiare a mia madre ulteriori sofferenze», ha scritto Tatiana nel suo “A battle with my blood”. La battaglia con il mio sangue. Perché Tatiana ha una leucemia mieloide acuta. Le è stata diagnostica un anno fa, il giorno dopo il parto della sua secondogenita. 

contentid/49d4635a-a479-492b-bee3-2771752c94e6
contentid/49d4635a-a479-492b-bee3-2771752c94e6

Fu in quell’occasione che i medici le fecero un prelievo di sangue. I suoi globuli bianchi erano oltre 131mila per microlitro. In condizioni normali si va da un minimo di 4mila a un massimo di 11mila. Quando i medici dicono alla 35enne e a suo marito che sospettano una leucemia, lei racconta: «Non credevo parlassero di me. Non è leucemia. Ma di cosa stanno parlando?», si ripeteva –. Il giorno prima avevo nuotato in piscina, incinta di nove mesi, per un miglio. Non ero malata. Non mi sentivo male. In realtà ero una delle persone più sane che conoscessi. Avevo un figlio che amavo più di ogni altra cosa e una neonata di cui dovevo prendermi cura».

Invece i medici avevano ragione. Tatiana aveva perso la salute, quel giorno. Iniziava il calvario per provare a combattere il tumore al sangue. Da allora la giornalista americana si è sottoposta a due trapianti di midollo e ha seguito anche cure sperimentali. Nella speranza di farcela. Invece «l'oncologo ha detto che, forse, potrà tenermi in vita un anno». Tatiana sa che morirà presto e sta provando a dedicare tutto il suo tempo ai figli. «Stare nel presente è più difficile di quanto sembri, così lascio che i ricordi vadano e vengano. Molti arrivano dalla mia infanzia: ho la sensazione di guardare me stessa e i miei bambini crescere allo stesso tempo».

Ogni passaggio del suo report, pubblicato su The New Yorker, è insieme un’ode alla vita e un racconto di disperazione. «Ora – scrive ancora Tatiana pensando alla mamma – ho aggiunto una nuova tragedia alla sua vita». Ma anche «a quella della nostra famiglia e non c'è nulla che possa fare per evitarlo».

La maledizione dei Kennedy inizia molto prima dell’assassino dei fratelli Jfk e Robert, a distanza di cinque anni. Era il 1941 quando la sorella dei due, Rosemary, affetta da un ritardo mentale, viene operata al cervello. Di fatto lobotomizzata, procurandole un’invalidità permanente anche fisica, a quel punto. E poi l’incidente aereo di John John, fratello di Caroline, morto nel Piper che  nel luglio del ‘99 si inabissò nell’oceano. L’allora editore 39enne viaggiava con la moglie Carolyn Bessette e la sorella di lei, Lauren.

Tatiana Schlossberg, pelle di luna e quasi sempre senza un filo di trucco, ha attraversato l’inferno in quest’anno. Alla leucemia mieloide acuta, che l’ha costretta a sottoporsi pure a diversi cicli chemio, si è aggiunta una rara mutazione. «Inversione del cromosoma 3», che si riscontra in meno del 2 per cento dei casi. Non è finita. A settembre alla 35enne è stata diagnosticata anche una forma del virus di Epstein-Barr ,che le ha devastato i reni e «ho dovuto» anche «re-imparare a camminare».

La donna ha pubblicato il suo racconto della malattia insieme a una foto. I capelli corti, davanti un po’ radi. Il viso scavato. Magrissimo. Il report sta continuando a fare il giro del mondo. Anche perché la giornalista ha voluto far coincidere la pubblicazione con l’anniversario di Dallas. Legame indissolubile ai Kennedy. La vita che si perde. Tragicamente. Destino crudele, nella ricchezza e nella povertà. 

© Riproduzione riservata