Un anno di tennis dalla A alla Z
Una stagione da incorniciarePer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
A come Alcaraz: lo spagnolo è tornato in vetta alla classifica mondiale, ha vinto gli Slam a Parigi e New York, proprio sul cemento statunitense ha fatto vedere il suo miglior tennis. In (quasi) tutto il mondo fanno il tifo per lui, è considerato il nuovo Federer, fenomeno e idolo in quanto a inventiva e classe. Spettacolo puro. C’è solo un modo per batterlo: chiedetelo a Sinner come si fa.
B come Berrettini: un altro anno di montagne russe, le vittorie importanti come quella su Zverev a Montecarlo sulla terra, gli infortuni seri ai soliti addominali, la paura di non riprendersi a certi livelli e poi rieccolo in Coppa Davis in formato martello: non sarà più quello della finale a Wimbledon del 2021, ma quando è al meglio può davvero vincere contro chiunque o quasi.
C come Cobolli: La vittoria in Coppa Davis dell’Italia è soprattutto sua. Sembra in crisi, ma guai a darlo per vinto. In semifinale il belga Bergs sembrava superiore, in finale Munar l’ha preso per mezz’ora a pallate, alla fine ha avuto ragione lui, questo mancato calciatore. Oltre alle gambe e al cuore c’è di più.
D come Doping: Ha ragione il presidente della Fitp Angelo Binaghi quando dice: Sinner dopato? Come se l’avessero accusato di una rapina, assurdo. Eppure questa pomata per le cicatrici adoperata da un membro del suo staff per un massaggio ha violato il suo corpo in una quantità infinitesimale, ha dovuto patteggiare una squalifica di tre mesi di fatto decisiva nella corsa alla corona di numero uno al mondo e ha diviso il mondo tra innocentisti (la stragrande maggioranza) e colpevolisti (qualcuno in malafede).
E come Espana: Per anni è stata la superpotenza mondiale, con tantissimi giocatori tra i primi cento della classifica mondiale. Adesso lotta alla pari con l’Italia di Sinner grazie ad Alcaraz, certo, e ha conteso agli azzurri la finale della Coppa Davis. Sembravano inarrivabili, ora il modello in tutto il mondo è l‘Italia.
F come Federtennis: Doppietta nel campionato del mondo a squadre maschile femminile, Billye Jean King Cup e Coppa Davis, poi i trionfi negli slam di Sinner e dei doppisti, delle doppiste, le qualificazioni ai master maschile (di due giocatori nel singolare, ma successo prima) e femminile, dove c’erano anche i doppi. Più le Atp Finals e la Davis Cup, oltre al Foro Italico, sul piano organizzativo: la ricostruzione voluta dal presidente della Fitp Binaghi 25 anni fa parte dai piccoli club, dai tecnici che non sanno più dove mettere gli allievi, bambini e adulti, nelle scuole tennis. E Raiuno che modifica il suo palinsesto per trasmettere il tennis: incredibile.
G come Giro del mondo: calendario agonistico troppo intenso, si gioca sempre e dappertutto, così aumentano gli infortuni e a fine stagione tutti i giocatori di vertice sono in riserva. Tutto vero, anche perché ci si stanno mettendo in mezzo pure le esibizioni multimilionarie. Ma il mondo si ferma per assistere alle finali tra Sinner e Alcaraz come succedeva ai tempi di Federe e Nadal, e lo spettacolo deve continuare.
H come Halle: La sconfitta più inattesa per Jannik Sinner sull’erba di Halle, contro Bublick. Il kazako ispiratissimo, Sinner in difficoltà sull’erba davanti al servizio, alle risposte e alle invenzioni di Bublick. Ma tanto dopo Halle viene sempre Wimbledon…
I come Inghilterra: Sui prati inglesi gli italiani non avevano mai brillato. Pietrangeli si fermò in semifinale, Panatta nei quarti contro Du Prè, la prima partita di tennis trasmessa in tv che fece slittare il Tg 1. Poi vennero Berrettini e Paolini in finale. Quest’anno l’erba di Wimbledon si è tinta di azzurro; Sinner ha battuto Alcazar in finale e il prossimo anno inaugurerà il torneo sul centrale. Viva viva l’Inghilterra e il torneo più bello al mondo.
L come Lorenzo Musetti: Il talento più puro del tennis italiano è arrivato tra i primi dieci al mondo al temine di una stagione incredibile. Sul rosso è stato inferiore solo ad Alcaraz e a Sinner, è rimasto lassù malgrado qualche infortunio muscolare perché uno con il suo tennis deve per forza chiedere tanto al suo fisico. Potrà crescere ancora? Sul veloce sicuramente. Per ora godiamoci il suo rovescio a una mano, anzi, battiamoci per inserirlo nel patrimonio dell’Unesco.
M come Melbourne: la stagione agonistica internazionale comincia con lo Slam degli antipodi, da due anni terreno di caccia di Sinner. C’è caldo, un fuso orario contrario rispetto all’Italia, ma il primo slam di Jannik non si scorda mai e non aspettiamo altro.
N come New York: La lezione più amara per Jannik Sinner, una dimostrazione di superiorità da parte di Alcaraz importante. Ma anche un punto di svolta: cambierò qualcosa del mio gioco, disse l’azzurro a caldo dopo la finale persa a Flushing Meadows. Detto fatto, soprattutto al servizio, diventato da quel giorno in poi devastante, mentre le altre variazioni, smorzate e discese a rete, le ha riservate soprattutto nei primi turni. Perché quando il punto conta alla fine Sinner gioca come al solito: palla forte sulle righe.
O come Oh che noia le polemiche della politica sportiva, il Governo italiano che vuole affiancare la Federtennis nell’organizzazione dei tornei più importanti (che così - detto per inciso - è perfetta così, caro biglietti a parte ma poi al botteghino c‘è sempre il tutto esaurito). Lo sport preferito da certi italiani resta la salita sul carro dei vincitori, la storia lo insegna.
P come Pietrangeli: Non sta bene la leggenda del tennis italiano, l’ambasciatore della Federtennis che durante l’anno ha perso anche il figlio Tanti auguri Nick: inaugurasti il Tennis club Cagliari in un match di Coppa Davis, resti un esempio di stile ed eleganza di quel tennis con le racchette di legno
Q come Quattro vittorie in Coppa Davis: a Bologna quella più bella, senza Sinner e Musetti, grazie a una grande squadra, a un grande captano come Filippo Volandri. L’Italia è diventata la superpotenza di questo sport nel mondo, il capitano si permette di lasciare fuori Darderi che è tra i primi trenta al mondo e addirittura vince la Davis (la terza consecutiva) senza perdere un match di singolare nelle finali. Dalla vittoria di Panatta&Barazzutti&Bertoluccu&Zugarelli nel 1976 era passato tanto tempo ma ne valeva la pena.
R come Roland Garros: La finale maledetta, persa da Sinner dopo aver sprecato tre match point consecutivi. Era rientrato da poco dalla squalifica, piano piano sulla terra rossa parigina aveva ritrovato il suo miglior tennis. Sino a quei maledetti due minuti. Repetita juvant: dopo il Roland Garros c’è sempre Wimbledon.
S come Sinner: Unico. Piovuto dal cielo, per citare il titolo di uno dei tanti libri dedicato al campione di San Candido in questi anni. Così poco italiano per qualcuno, ma invece ne rappresenta proprio l’orgoglio: incline al lavoro, sempre divertente giura chi lo descrive per una conoscenza fuori dal campo. Con valori importanti come la famiglia e il legame con il suo staff. Un azzurro numero uno/due al mondo, per gli italici guardoni di tennis sembrava impossibile. Tutto vero. La cultura del lavoro lo porterà a lottare per riprendersi il posto di numero uno al mondo già in primavera.
T come Tathiana Garbin: La capitana della squadra azzurra di Billye Jean King Cup ha vinto una battaglia più importante, quella contro un tumore: oggi è sempre presente a ogni torneo del circuito, aiuto psicologico per tutte le azzurre in ogni parte del mondo. Sa fare gruppo come nessuno e dalla panchina sa dire quelle parole giuste nei momenti cruciali che spesso fanno la differenza.
U come Uniche: Le ragazze del team Italia di Billye Jean King Cup, la Davis al femminile. Paolini, Cocciaretto, Errani e Grant. Per loro, eredi di Schiavone, Pennetta e Vinci, il sesto successo. Meglio degli uomini nella storia.
V come Vacanza: Il tennis va in vacanza sino a gennaio. Almeno per quanto riguarda i tornei. Tra un po’ si torna in campo per gli allenamenti. Ivan Ljubicic ricordò un Natale, quando era il coach di Federer: il campione svizzero volle allenarsi anche il 25 dicembre. In vacanza per tornare più forti.
Z come Zverev: è stato l’unico giocatore ad arrivare nella finale di uno slam (il primo del 2025, in Australia) oltre ad Alcaraz e Sinner. Forse in carriera ha vinto meno di quanto gli esperti si aspettassero, forse gli manca un colpo del ko, forse gioca un tennis troppo passivo. Ma prima ha dovuto lottare contro Nadal, Federer e Djokovic, adesso ha davanti Sinner ed Alcaraz.
