La pittura di Lia Chia conquista la ribalta internazionale
Originaria di Bitti, da molti anni a Cagliari: i suoi quadri fanno il giro del mondo con tappe a Pechino, Londra, Parigi, New YorkPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Cracovia, Milano, Sanremo e Parigi sono le ultime tappe d’autunno. D’estate sbarca a Pechino, Palermo, Londra, Lituania. In primavera a Dubai, Berlino, Venezia, Pisa, Roma. D’inverno a Firenze e Milano. Nel 2025 l’arte di Lia Chia fa il giro del mondo portando ovunque i suoi quadri pieni di energia e colori. Già prima approdano a New York, Barcellona, Capri e nelle piattaforme online di Tokyo e Seul. Colleziona riconoscimenti prestigiosi: il Canaletto, il premio Spoleto. A Roma conquista il premio “Maestri della storia”: le viene consegnato da José Van Roy Dalí, figlio di Salvador Dalí, lui stesso artista poliedrico, che recensisce l’opera “Fusione” prima di essere esposta a New York. Lei è seconda tra i 20 promossi al premio “Artisti del Regno Unito”. Per la pittrice originaria di Bitti e trapiantata a Cagliari è un anno pieno di successi sfolgoranti dopo tanti approdi prestigiosi che consacrano una sperimentazione dove convivono colori, materia, spontaneità.
Sin da piccola è attratta dal disegno. Strada facendo la passione per l’arte la spinge a sperimentare tanto. Poi la svolta, l’incontro con galleristi e critici. Nuove prospettive la proiettano verso esposizioni e ribalte internazionali.
«Il mio percorso nel mondo dell’arte è iniziato in modo inatteso, quando un giorno ho deciso di partecipare a un concorso di pittura su un social. La mia opera, “Il lato nascosto”, è stata notata e ho ricevuto l’inaspettato invito a esporre alla galleria Dantebus a Roma, in via Margutta. Da quel momento ho iniziato a partecipare attivamente a numerosi concorsi e selezioni per mostre collettive, rispondendo alle proposte di curatori e galleristi con i quali mantengo tuttora proficue collaborazioni», spiega. L’impegno artistico ha riconoscimenti editoriali con presenze in varie pubblicazioni. «Sono particolarmente fiera - dice - di essere inclusa nel libro “L’arte del 10” del critico d’arte e divulgatore culturale Pasquale Di Matteo. Il volume è un confronto tra dieci maestri visionari della storia, dieci artisti contemporanei italiani e dieci giapponesi. Nel 2026 alcune mie opere, ritenute interessanti, saranno inserite in testi di storia dell’arte e verranno archiviate in una delle più importanti biblioteche museali di New York».
Anche il 2026 si annuncia un anno molto intenso. Dopo la tappa lo scorso ottobre al Carrousel du Louvre a Parigi, Lia Chia viene promossa nella MundiLive Academy come artista accademica per il 2026. La porterà a nuove esposizioni in Cina, a tappe internazionali dedicate all’arte e alla moda a Milano, Parigi, Cannes in cui le sue opere saranno impresse su foulard grazie alla collaborazione con la seteria Prada. In conto anche un’esposizione in Vaticano. Per il 7 marzo a Parigi è annunciata la consegna del riconoscimento come artista dell’anno: è un omaggio al suo linguaggio personale, che dà forma al multiversismo.
«L’arte - sottolinea - è una forza vitale, un’espressione così intima da risultare quasi indescrivibile. È l’espressione interiore che non ha l’obbligo di spiegarsi o di giustificarsi. Non è un mestiere, né un hobby. È un impulso che mi accompagna da sempre. Dipingere, per me, è un atto di accesso a un altro universo». E aggiunge: «Davanti alla tela entro in una dimensione diversa, sospesa, unica ogni volta. Ogni opera nasce da un universo interiore specifico, irripetibile, che si manifesta solo in quel preciso istante. È un momento sacro e intimo, in cui il tempo si dissolve e ciò che resta è solo il dialogo profondo tra me e la materia».
Lei, che combina arte figurativa e astratta, esprime così il suo multiversismo, uno stato libero da condizionamenti esterni, sganciato dalle mode del momento e dalle logiche di mercato, capace di tanta ricchezza espressiva. «Mi accompagnano esclusivamente la mia inesauribile creatività e le mie ispirazioni che attingo dal vasto dominio della natura e del cosmo, intrecciandole con l’indagine profonda del mio Io. Ogni opera che creo è un multiverso (alcune hanno il titolo Multiverso). Molte si possono osservare da diverse prospettive, ad esempio ruotandole. Questo è un invito esplicito alla libertà di interpretazione: da un lato e dall’altro scaturiscono visioni diverse e soggettive, ed è in questa pluralità interpretativa che risiede la sua peculiarità. Ogni mia opera è come se contenesse miliardi di discorsi, di parole, e persino di suoni e profumi, tutti criptati che rappresentano la mia unicità».
La pittura le apre anche occasioni di dialogo con altre culture. Pechino resta per lei una tappa speciale. «A giugno ho avuto l’onore di esporre la mia opera Sinapsy al Three Shadows Photography Art Centre, Art Museum di Pechino, selezionata dalla Fondazione Effetto Arte per il prestigioso premio “Maestri a Pechino”. È stata un’esperienza straordinaria che ha superato i confini della semplice esposizione». Ogni approdo rappresenta comunque un traguardo importante. «L’esposizione di ogni mia opera è un grande atto di coraggio - dice -, un modo autentico di manifestare la mia esistenza. Se poi le mie opere creano una connessione con chi le osserva, quel coraggio si trasforma in immensa gratificazione».
