L’obiettivo, di fatto, è già stato centrato. Ma l’attenzione resta mirata all’obiettivo iniziale. I comitati contro l’eolico confermano che le diecimila firme necessarie per portare la legge di Pratobello all’attenzione e poi, eventualmente, all’approvazione, del Consiglio regionale, sono state raccolte a tempo di record. Ma il traguardo da centrare il 16 settembre è ora quello delle cinquantamila firme.

I promotori. Tra i comitati c’è ottimismo: «Tutti coloro che hanno creduto e contribuito alla legge Pratobello 24 assistono oggi a un grande atto di democrazia popolare. L’obiettivo delle diecimila firme, dai dati in nostro possesso, è assodato», ha detto di recente a L’Unione Sarda Luigi Pisci, portavoce del Comitato Sarcidano ed esponente del coordinamento regionale. «Ma puntiamo al massimo per scuotere il potere politico regionale e nazionale. Il fronte unico del popolo sardo contro la speculazione energetica è ormai acclarato da questa grande partecipazione. Sta ora a tutte le componenti del movimento proseguire sulla strada della soluzione giuridica e della mobilitazione. Il percorso è ancora lungo: sarà necessario, soprattutto dopo questa grande rivoluzione, che non ricordo così massiccia in Sardegna, tenere gli occhi aperti per fare in modo di fermare gli speculatori».

I sindaci. Intanto anche i sindaci tirano la volata alla Legge di Pratobello. Da Nord a Sud, dal Campidano alla Nurra, si moltiplicano i primi cittadini sardi che invitano a firmare la proposta di legge di iniziativa popolare che punta a fermare l’assalto eolico in Sardegna. Amministratori di piccoli centri, ma anche guide di città storiche, sono in campo per dare la spinta decisiva alla raccolta di firme. In queste ore, mentre quasi tutti i Comuni sardi mettono a disposizione gli uffici per la raccolta, si fanno avanti le associazioni. Sono stati allestiti anche per banchetti nelle città su iniziativa di associazioni e comitati. Tra le iniziative di maggior rilievo c’è quella del mercato di San Benedetto a Cagliari, ma i banchetti non mancheranno neppure a Ferragosto. Il 15 agosto saranno sistemati a Berchidda. II giorno di Ferragosto, proprio a Berchidda, i comitati faranno un flash mob alle 16 davanti alla chiesa di Santa Caterina. Banchetti anche ad Aglientu, il 18 e 19 agosto in concomitanza del Summer Blues Festival.

Il vademecum. Ma come si vota? La risposta – con l’assistenza dell’avvocato Michele Zuddas, che in questa fase si è messo a disposizione dei Comuni - arriva dal Comune di Orgosolo, il cui sindaco, Pasquale Mereu, ha proposto la legge. «Chi fosse interessato, può firmare nel Comune di residenza. I soggetti che possono certificare le firme sono il segretario comunale, l’impiegato dell’anagrafe con delega del sindaco, il sindaco, i consiglieri di maggioranza e minoranza, dopo aver fatto una comunicazione scritta e protocollata indirizzata al sindaco, nella quale si dichiara la disponibilità a raccogliere e certificare le firme. Ma anche gli avvocati che hanno dato la propria disponibilità all’Ordine, i notai, i cancellieri». Serve il documento d’identità? «È necessario soprattutto nei grandi centri, perché chi certifica non sempre può conoscere tutti i cittadini. In ogni caso, basta esibirlo e non è necessario trascrivere il numero una volta che colui che certifica ha identificato la persona. I moduli devono essere vidimati dal segretario comunale in alto a destra. Si può firmare nel Municipio, nelle piazze, nelle case, nei bar, purché i moduli vengano certificati dalle persone autorizzate. I moduli si reperiscono nei Comuni e bisogna riportare tutti i nomi che una persona ha nel documento. Gli ufficiali dell’anagrafe devono completare la parte finale con data, firma e timbro». Infine, ecco le cause di annullamento: «Una firma viene annullata se il sottoscrittore non è residente in quel Comune, se l’ha già apposta su un altro modulo, se non è maggiorenne, se i dati trascritti sono sbagliati. I dati vanno annullati con pochi tratti di penna per rendere visibile l’errore e poi a fianco della correzione chi certifica mette la sua firma. Il cittadino può firmare di nuovo in un altro spazio se rientra nella casistica di sbaglio di trascrizione dei dati. I certificatori si devono ricordare di scomputare le firme sbagliate. L’ultima casella non va occupata», è la conclusione, «ma non è motivo di annullamento».

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