In psicologia viene definito “post-vacation blues” ovvero la “tristezza da rientro”. Non è una malattia ma una risposta emotiva e fisiologica tipica e naturale al rientro dalle vacanze. Quasi un “mal di ferie” che spesso colpisce molte persone dopo la pausa estiva alla ripresa della routine, scandita dai doveri e dai ritmi della quotidianità. Ed ecco che si viene colti da umore volubile, svogliatezza, fatica a concentrarsi e irritabilità. Gli esperti dell’Istituto superiore di sanità suggeriscono di abituarsi gradualmente al cambiamento, di continuare a coltivare hobby e passioni, fare attività fisica, curare l’alimentazione e il sonno. Tutta una serie di consigli mirati e a prova di ritorno alla quotidianità.

Le vacanze hanno benefici ormai assodati: sono un toccasana per l’umore, riducono la tensione e aumentano la sensazione di benessere. Le ricerche scientifiche però hanno provato che questi effetti benefici hanno una vita breve e dopo circa due settimane dalla fine delle ferie, tutto è già rientrato nei soliti parametri. Tanto più se durante le vacanze non si è riusciti effettivamente a staccare dal lavoro e si è continuato a controllare mail, a pensare a compiti lasciati in sospeso. 

Se sono temporanei gli effetti benefici delle vacanze, va subito chiarito che anche il post-vacation blues solitamente se ne va in maniera abbastanza veloce, svanendo entro una o due settimane, via via che i ritmi si stabilizzano. Se però lo stato di ansia o tristezza dovesse persistere più a lungo, è necessario rivolgersi a un medico o a uno psicologo per evitare che la situazione peggiori o possa evolversi in qualcosa di peggio e ben più grave.

Gli esperti hanno comunque una ricetta per superare questa fase così particolare, una serie di buone pratiche per evitare di farsi risucchiare nel vortice del malumore post vacanze. Uno dei passi fondamentali da compiere è di ristabilire subito confini ben precisi per tutto ciò che riguarda il lavoro e la vita privata, evitando di essere reperibili la sera o nel weekend. In questo modo, secondo gli esperti, si riducono ansia e stress. Ancora è importante ritrovare una certa regolarità nel sonno che magari durante le ferie è stato più irregolare. Nell’agenda del rientro un posto in primo piano anche per l’alimentazione: tornare a mangiare cibi sani e magari associare una dieta detox se si è sgarrato a tavola. E ancora ridurre l’uso degli schermi di sera per riallineare l’orologio biologico per migliorare l’umore. Bisogna inoltre riprendere a fare attività fisica, anche camminare o semplicemente salire le scale possono essere validi alleati  perché il movimento combatte lo stress e aumenta il buonumore. E ancora è consigliabile trascorrere serate con amici o dedicarsi ad attività creative per cercare di mantenere vivo il senso di gratificazione. Ma soprattutto avere in programma un prossimo stacco dal lavoro può aiutare a guardare avanti con maggiore leggerezza e serenità.

Regole che valgono anche per gli anziani che potrebbero avere più difficoltà a modificare le proprie abitudini dopo le vacanze, trascorse spesso in compagnia di familiari e tanti vecchi amici. Sarà importante creare le condizioni più confortevoli per favorire un rientro il più dolce possibile.

Il rientro a scuola (foto archivio Unione Sarda)
Il rientro a scuola (foto archivio Unione Sarda)

Il rientro a scuola (foto archivio Unione Sarda)

Infine è un momento delicato anche per l’esercito di bambini e ragazzi che fra qualche giorno tornerà a scuola. Necessario prestare particolare attenzione alla ripresa delle abitudini recuperando quella regolarità che durante i tre mesi vacanza spesso si perde, a partire dal riposo e dalla dieta. «Il sonno è il modo che il nostro organismo usa per ricaricare le energie spese durante la giornata. Dormire bene e a sufficienza favorisce l’apprendimento e la memorizzazione a lungo termine e anche la gestione delle emozioni». L’ideale sarebbe dormire tra le 9 e le 11 ore in un’età compresa fra i 6 i 13 anni mentre sarebbe auspicabile un sonno tra le 8 e le 10 ore fra i 14 e i 17 anni. Infine le abitudini alimentari (partendo con una buona colazione) e l’attività sportiva.

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