Pittalis designa Nizzi, ma sarà davvero lui il prossimo governatore del centrodestra?
Allo scossone del segretario di FI sul buon governo, in attesa del pronunciamento sul caso decadenza, fa da contrappeso l’imminente scelta del Pd di riportare Silvio Lai alla segreteria regionaleIl Consiglio regionale (archivio L'Unione Sarda)
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Forse è davvero troppo presto per parlare di “successione”. Ma l’aria, dopo la deflagrazione del caso decadenza della presidente Alessandra Todde, è comunque quella di una riorganizzazione generale delle coalizioni, a prescindere dalle decisioni che prenderanno i giudici.
Campo largo. I movimenti nel centrosinistra, meglio, nel Campo largo, sono più che altro tattici, visto che dovrebbe riprendere le redini della segreteria del Partito democratico sardo il deputato Silvio Lai: l’ultima volta che assunse la guida dei Dem, non solo il partito di riferimento per il centrosinistra vinse le elezioni regionali, ma conquistò il governo di grossi centri storicamente amministrati dal centrodestra. Comandini, dal canto suo, ha fatto quel che doveva, traghettando il partito dall’opposizione al governo della Sardegna e restituendo serenità in alcuni momenti di tensione interna e mediando con successo su diverse situazioni intricate. Tuttavia, dopo aver assumendo un ruolo super partes come quello di presidente del Consiglio regionale, un cambio sta nelle cose.
Il centrodestra. Che i tempi forse non siano maturi per pensare a un ritorno alle urne lo sa pure il centrodestra, che tuttavia è abituato agli scossoni. Con un governo regionale comunque intimorito dal caso decadenza e con la possibilità di ritornare dritti alle urne senza dover passare per le forche caudine di lunghe trattative per le scelte, ecco la proposta di Pietro Pittalis, deputato, vicepresidente della commissione Giustizia e segretario degli azzurri. In occasione del congresso gallurese del partito proprio lui, il nome principale per l’eventuale sostituzione di Alessandra Todde, ha proposto il sindaco di Olbia come possibile candidato alla presidenza della Regione, in quanto «esempio di buon governo». L’ammissione non è ribaltabile: «L’esempio di buona amministrazione da cui partire per noi è proprio Nizzi, questo è un punto fermo». Quindi sarà davvero lui il candidato? Risposta laconica: «La politica ha i suoi tempi, anche se alla Regione molto dipende dal caso decadenza. Ovvio che si deciderà tutti insieme, meglio se senza imposizioni dall’alto». E Nizzi, che dice? Premette: «Sono onorato della stima di Pietro». Come Pittalis, anche lui è un reduce del 1994, della prima ora azzurra. Quando FI al voto schiacciava pure i sassi. Di Olbia è il primo cittadino storico e comunque ci sta: «Dopo anni da sindaco, consigliere regionale e deputato, essere designato alla presidenza della Regione è un’ipotesi plausibile», dice. «Ma non bisogna ignorare che una presidente della Regione c’è e che, per ora, ogni mossa non può che avere un significato aleatorio». Meglio «continuare ad amministrare la città», anche se proprio il suo partito, a livello nazionale, è contrario al terzo mandato.
Gli alleati. I soci della coalizione sono increduli. «È certo che, dai risultati raggiunti a capo dell’amministrazione di Olbia, il nome di Settimo Nizzi ricorre nei pensieri dei dirigenti del suo partito per incarichi più alti. Ma è altrettanto vero che - a prescindere dalle elaborazioni giornalistiche - certe impressioni rischiano di generare confusione nella coalizione», fa sapere il segretario di FdI Francesco Mura. E i Riformatori annuiscono: «Quello di Nizzi rappresenta un nome autorevole, che rispecchia una personalità preparata e competente che si è distinta nel buon operare e nel buon governo di una città importante come Olbia», osserva Umberto Ticca. «Abbiamo però davanti a noi ancora del tempo per individuare il candidato governatore e lo faremo nel momento più opportuno e nel rispetto delle forze politiche che compongono il centrodestra». Anche la Lega, con il segretario Michele Ennas, propone una possibile strada: «A noi interessa parlare di obiettivi ed è per questo che proporremo alla coalizione un tavolo regionale permanente per discutere di temi e soluzioni». Insomma, staremo a vedere.