Il luoghi del Santissimo Crocifisso di Galtellì che attirano pellegrini da tutta l’Isola avevano anche suscitato l’attenzione di Papa Francesco. Bergoglio, appena saputo delle iniziative culturali che animavano in chiave religiosa il borgo deleddiano, confidò di voler venire a inaugurare la Via dei simboli delle culture religiose che presto vedrà la luce. Lo raccontano Angelo Rojch, ex prlamentare e presidente della Giunta regionale, oggi guida dell’Associazione Istituto Siamo Tutti Fratelli, il sindaco d di Galtellì, Franco Solinas, e l’assessore alla Cultura, Vincenzo Gallus.

Papa Francesco (foto Ansa)
Papa Francesco (foto Ansa)
Papa Francesco (foto Ansa)

«L’attenzione davvero straordinaria di papa Francesco e del cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato Vaticano, nei confronti del Cristo di Galtellì, al centro di iniziative culturali-religiose, è la risposta più coerente a quanto lo storico monsignor Ottorino Pietro Alberti aveva ripetutamente affermato parlando degli appuntamenti culturali che si tengono annualmente a Galtellì: “Non è facile trovare, in altri eventi nella Chiesa Universale, una documentazione storica come sui miracoli e sulla storia del Cristo de Los Milagros di Galtellì. Il secondo Incontro Mondiale delle Culture religiose-accademiche, con la Via dei Simboli, il Museo a cielo aperto, nella crisi attuale della società post-moderna, è una risposta-sfida, ma anche un segno di speranza per le nuove generazioni».

Angelo Rojch (foto Unione Sarda)
Angelo Rojch (foto Unione Sarda)
Angelo Rojch (foto Unione Sarda)

Nel paese della bassa Baronia, ormai centro del dialogo tra culture religiose e istituzioni, l’Associazione Istituto per l’Umanità e la Pace Demetrio Marco De Luca, Siamo Tutti Fratelli, richiama oggi alcuni fatti sui rapporti con Papa Francesco. E Angelo Rojch, 90 anni compiuti a marzo ma ancora attivissimo sul fronte della promozione della Cultura , ricorda che «nel quadro del secondo Incontro mondiale delle culture religiose e laiche, venne deliberato di affidare la progettazione e la presentazione del modello della via dei Simboli da collocare ai piedi del Tuttavista, al professor Angel Enrique Terrón dell’Accademia delle Belle Arti di Madrid, al professor Giorgio Pellegrini dell’Università di Cagliari, all’Ingegner Gabriele Tola, già sovrintendente dei beni culturali della Sardegna, nonché all’esperto architetto Baltolu e al gruppo di esperti architetti di Galtellì coordinati dell’architetto Federico Rojch. Altresì, anche la creazione del museo a Cielo aperto nel centro storico con protagonisti gli artisti locali sardi, coordinati da Pietrino Satgia, rappresenta un fatto di notevole significato. La via dei Simboli nel pensiero De Luca, doveva diventare Simbolo Mondiale delle culture religiose. L’Associazione Istituto – ricorda Rojch - aveva inviato una lettera a Papa Francesco per informarlo sulle iniziative culturali, religiose, antropologiche e bozza del programma delle iniziative del secondo Incontro di ottobre.

Nella sua risposta, Papa Francesco, «Invita a proseguire nella significativa attività di studio e di approfondimento delle culture religiose, per favorire – dice Angelo Rojch, citando testualmente le parole di Bergoglio - l’incontro rispettoso tra popoli», affinché, «torniamo a pensare secondo la logica del bene comune… aperto alla fraternità universale. Non possiamo difatti perseguire solo la protezione di noi stessi, ma è l’ora di impegnarci tutti per il bene della società e del pianeta». Con tali auspici, Sua Santità, «di cuore importa la desiderata benedizione, che volentieri estende al profe Beltrame Quattrocchi (Presidente Alto Comitato dell’Associazione Istituto) e a tutti i membri dell’Associazione, per costruire – sono sempre parole del Pontefice - una società più umana e giusta».

E quando il professor De Luca gli presentò il modello dei simboli delle culture religiose, poste alla base del primo incontro del 2013, Papa Francesco espresse il desiderio di venire a inaugurarlo.

La stessa attenzione arrivava dalla Segreteria di Stato Vaticana, stando alle parole del cardinale Parolin. «Questi – ricorda Angelo Rojch – incoraggiava l’Associazione ad andare avanti, in particolare con la proposta di un Appello, che denunciava il silenzio di tutti gli studiosi delle stesse culture religiose e accademiche, mentre Papa Francesco ogni giorno invocava la pace e condannava le guerre. Il pellegrinaggio, nel ricordo dell’arrivo del Cristo con il carro a buoi del 1394, è stato illuminato e accompagnato dalle preghiere per il Papa perché il Cristo de Los Milagros apra le porte alla sua Santità».

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