Aspirano ad essere un modello di sviluppo sostenibile, avendo l’ambiente e il mare come materia prima della loro economia oltre che della loro identità, ma sono troppo spesso soffocate dall’overtourism. Cittadine, e spesso paesi, che fanno i conti con l’effetto fisarmonica: la popolazione che si moltiplica in maniera esponenziale nella stagione balneare con la conseguente richiesta di servizi e le risorse – e i trasferimenti finanziari – tarati sulle residenze ufficiali. Clima, rifiuti, traffico, gestione delle risorse, erosione costiera, sono i temi che accomunano le città di mare e che saranno discussi, in diversi tavoli tematici, ad Alghero dal 14 al 16 maggio nel vertice del G20 delle spiagge, la rete nata nel 2018 a Bibbona che riunisce i comuni balneari italiani che contano almeno due milioni di presenze. Requisiti che in Sardegna appartengono solo alle due regine del turismo isolano, Alghero ed Arzachena (che ha già ospitato il vertice due anni fa). In quell’occasione erano stati illustrati i dati di pressione turistica (un parametro ricavato sulla proporzione tra residenti e presenze turistiche) che rendono l’idea esatta del peso antropico sulle città balneari: Alghero ha un indice superiore a quello di Roma, Milano, Bologna, Napoli ma inferiore a quello di Arzachena che sorpassa anche Firenze. E i due comuni sardi non sono in vetta alla classifica solo perché in testa c’è Bibbona, appena 3.000 abitanti stanziali.

La comunità delle città marine, attualmente, oltre alle due sarde, comprende Bibbona, Caorle, Castiglione della Pescaia, Cattolica, Cavallino Treporti, Chioggia, Comacchio, Grado, Jesolo, Lignano Sabbiadoro, Riccione, Rosolina, San Michele al Tagliamento, San Vincenzo, Sorrento, Taormina, Viareggio, Vieste. Località che da sole attraggono 50 milioni di presenze turistiche, il 12% delle presenze turistiche complessive in Italia. Ma il network, proprio in occasione del vertice di Alghero si allargherà, i 20 sindaci fondatori hanno infatti deciso di allargare il gruppo iniziale accogliendo le richieste dei loro colleghi di altre località costiere.

«Abbiamo da sempre condiviso i temi specifici che ci coinvolgono ed abbiamo sempre accolto le esperienze di altre località», afferma Roberta Nesto, coordinatrice nazionale del G20Spiagge e sindaca di Cavallino Treporti: «Il settore che affrontiamo, il turismo, ha necessità di continui e costanti approfondimenti, di risposte qualificate oltre che urgenti, di una attenzione che non è stagionale né può essere limitata solo al nostro lavoro quotidiano sul territorio. Abbiamo bisogno di strategie comuni, di visione, di un bagno di realtà: la più grande industria del Paese deve assolutamente entrare tra i temi principali dello sviluppo della nostra nazione!”.

LA LEGGE

L’obiettivo principale del G20 spiagge è l’approvazione di una legge che riconosca lo status speciale di comunità marina con misure che tengano conto della disparità tra residenti abituali e stagionali in termini di finanziamenti ed allentamento dei vincoli di bilancio. Le nuove normative, nelle intenzioni, daranno maggiori possibilità ai Consigli comunali nella pianificazione dei bilanci, liberando risorse a favore degli abitanti. I sindaci sono stati ricevuti in audizione dalla commissione competente e la ministra Daniela Santanchè ha sostenuto l’iniziativa. Nel frattempo la Sardegna si porta avanti e recentemente è stata approvata una mozione dal Consiglio regionale. Il documento impegna la presidente Todde “ad effettuare ogni attività che possa agevolare l’iter per l’adozione di un disegno di legge” e a “sollecitare le forze politiche rappresentate in Parlamento affinché ciascuna si attivi per imprimere un’accelerata all’approvazione della legge”. «Avere il sostegno della Regione è molto importante per arrivare a concretizzare il disegno di legge che il network G20S sta portando avanti dal 2019», commenta la consigliera regionale di Fratelli d’Italia Cristina Usai, prima firmataria della mozione, che da vice sindaca di Arzachena ha seguito da vicino il dibattito. «Per le città balneari o comunità marine è necessario il riconoscimento di uno “status speciale”, che possa favorirne il sostegno e la valorizzazione. In Sardegna i comuni costieri sono 68, perciò la Regione ha un effettivo interesse ad agevolare l’iter per l’adozione di un apposito disegno di legge nazionale. Sarebbe un riconoscimento importante per queste realtà, risorse per l’economia regionale e per il consolidamento del turismo».

Ombrelloni e lettini degli stabilimneti balneari del lido di Alghero (Archivio L'Unione Sarda)
Ombrelloni e lettini degli stabilimneti balneari del lido di Alghero (Archivio L'Unione Sarda)
Ombrelloni e lettini degli stabilimenti balneari del lido di Alghero (Archivio L'Unione Sarda)

AD ALGHERO

Intanto Alghero è pronta ad accogliere i rappresentanti delle città gemelle. «In questi mesi di preparazione, grande è stato il coinvolgimento e l’interesse della città e dell’intero territorio del nord ovest della Sardegna, in un’ottica di proficua collaborazione», dichiara Raimondo Cacciotto, sindaco di Alghero: «Essere un comune costiero con tante presenze ogni anno comporta una serie di responsabilità nei confronti dei residenti e dell’intero territorio che non possiamo più fronteggiare da soli, servono risorse e strategie mirate perché gli effetti dell’overtourism non incidano in maniera negativa sulle cittadine e i cittadini».

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