Un nuovo intervento di Acli nell’Isola a vantaggio della sicurezza e della solidarietà. Nasce in Sardegna Opolis, l’Osservatorio sulle Politiche della Sicurezza e Prevenzione della Criminalità, strumento di analisi e supporto promosso dalle Acli e messo a disposizione delle istituzioni. La presentazione, a fine marzo a Sassari.

I temi. Durante l’evento, esperti e istituzioni hanno discusso i principali temi legati alla sicurezza dei cittadini. A moderare i lavori è stato Giuseppe Fresu, vicepresidente di Acli Sardegna. Apprezzati gli apporti al dibattito di Marco Calaresu, docente di Scienza politica all’Università di Sassari e responsabile scientifico dell'Osservatorio, di Vania Statzu, direttrice scientifica di IAReS, e di Moris Triventi, docente di Sociologia all’Università di Milano. Hanno inoltre preso parte all’iniziativa importanti rappresentanti istituzionali, tra cui Giacomo Spissu, presidente della Fondazione di Sardegna, Giuseppe Mascia, sindaco di Sassari, Daniela Falconi, presidente di Anci Sardegna, e il deputato Silvio Lai.

L’evento. Nella sua introduzione, Giuseppe Fresu ha spiegato il senso dell’istituzione di Opolis attraverso la descrizione del logo, che rappresenta «la stretta di mano tra la società civile e le istituzioni nella costruzione di una città più sicura». La direttrice scientifica dello IAReS-Istituto Acli per la Ricerca e lo Sviluppo, Vania Statzu, ha declinato le quattro aree di intervento prioritario dell’Osservatorio: «Prima di tutto, fornire ai decisori politici strumenti basati su evidenze scientifiche per sviluppare strategie più efficaci. Quindi analizzare le politiche di sicurezza, con particolare attenzione alla Regione Sardegna. Inoltre, promuovere la diffusione di conoscenze scientifiche nel campo della sicurezza e della prevenzione della criminalità. Infine, proporre soluzioni innovative per una sicurezza integrata, rispettosa dei diritti fondamentali dell'individuo. Nel loro intervento, i due rappresentanti accademici, Marco Calaresu, Professore di Scienza Politica dell’Università di Sassari, e Moris Triventi, Professore di Sociologia all’Università di Milano, hanno evidenziato l’importanza che le decisioni pubbliche siano basate su solide evidenze empiriche e metodologie rigorose, in modo che siano non solo legittimate democraticamente, ma anche efficaci ed efficienti. L’Osservatorio mira a promuovere un nuovo modello di sicurezza democratica che non può prescindere dal rispetto della dignità umana. Silvio Lai ha aggiunto: «L’opportunità che la valutazione delle politiche di sicurezza offre è non solo quella di rassicurare la popolazione, ma anche quella di individuare tematiche che non sono percepite come rilevanti dalla cittadinanza, ma che altresì necessitano di un intervento urgente, come, ad esempio, il gioco d’azzardo e l’abuso di alcol».

I nodi. Un nodo cruciale è quello della distanza – spesso profonda – tra i dati oggettivi sui reati e la percezione soggettiva della criminalità. In molti territori i reati calano, ma la paura del crimine cresce. L’importanza della collaborazione tra le istituzioni nello studio della sicurezza è stata ripresa anche dalla presidente di Anci Sardegna, Daniela Falconi. È emersa la necessità di una collaborazione fattiva tra il terzo settore, le istituzioni, e Università, che abbia come obiettivo non solo raccogliere dati, ma renderli accessibili e utili per chi prende decisioni e per i cittadini. La sicurezza non deve essere considerato solo come un tema per addetti ai lavori: è un bene pubblico, e per questo la conoscenza deve essere condivisa e accessibile. In questo senso l’osservatorio può essere un ponte tra la ricerca scientifica, le istituzioni e la società civile.

© Riproduzione riservata