Da genio ammirato, quanto meno per le sue imprese visionarie, a nazista pericoloso. Era inevitabile che gli europei facessero pagare a Elon Musk la sua svolta trumpiana e autoritaria. Tu e il tuo presidente mettete in pericolo ottant’anni di pace, spingete l’Europa a riarmarsi, trattate i palestinesi come oggetti da spostare dalle loro terre per fare di Gaza una riviera americana, trattate la pace in ucraina senza gli ucraini pretendendo pure di espropriare le terre rare, cacciate gli emigrati dal vostro paese, imponete dazi su tutto ciò che entra nel vostro Paese stravolgendo il commercio mondiale, vi arrogate il compito di possedere la Groenlandia? Tutto ciò che gli europei possono fare, pacificamente, è protestare in piazza e non comprare più le Tesla.

E’ ciò che sta accadendo. Le vendite delle auto elettriche prodotte dall’azienda dell’uomo più ricco del mondo sono crollate in Europa dall'inizio dell'anno, anche per la scarsa modernizzazione della sua gamma. Secondo i dati pubblicati dall'Associazione europea dei costruttori di automobili (Acea), le immatricolazioni Tesla sono diminuite del 49% su base annua a gennaio e febbraio nell'Unione Europea, attestandosi a 19.046 veicoli e una quota di mercato dell'1,1%. E non perché l’elettrico in Europa non venda, anzi. Le immatricolazioni delle Bev (Battery electric vehicle), specialità del marchio americano, sono aumentate del 28,4% rispetto allo stesso periodo nell'Unione Europea, raggiungendo 255.489 veicoli e il 15,2% del mercato. Solo a febbraio, le vendite di Tesla sono diminuite del 47,1%, ma con una quota di mercato leggermente migliorata, pari all'1,4%, più o meno uguale a quella di Jeep e inferiore a quella della cinese Saic, con i suoi veicoli ibridi ed elettrici venduti con il marchio Mg.

Le ragioni del crollo sono da imputare anche nell’aumento della concorrenza: se quando Musk ha inventato la Tesla sul mercato c’erano pochissimi veicoli elettrici, ora il mercato è ricco di offerte, anche perché, come è noto, l’Unione Europea ha imposto lo stop alla produzione di motori endodermici entro il 2035. Tesla, dunque, si trova ad affrontare una raffica di nuovi modelli elettrici da parte dei suoi concorrenti, sia europei che asiatici, con la sua gamma ormai obsoleta. Tesla, che ha contribuito a creare il mercato delle auto elettriche, non è più posizionata con i prodotti migliori. Il restyling apportato alla Model 3 e alla Model Y, i suoi best-seller, dà "l'impressione che siamo ancora sullo stesso veicolo", sostengono in tanti. Che citano anche problemi di affidabilità: il massiccio richiamo del Cybertruck, il maxi suv non ancora venduto in Europa, ne sarebbe la prova.

Nel frattempo, i modelli ibridi stanno conquistando sempre più il mercato europeo. Hanno rappresentato il 35,2% delle vendite nei primi due mesi dell'anno (+18,7% in un anno), davanti ai modelli a benzina (29,1% del mercato, -20,5%).

Complessivamente il mercato automobilistico è rimasto debole, con meno di 1,7 milioni di auto immatricolate dall'inizio dell'anno nell'Unione Europea (-3% su base annua) e forti cali in Germania e Italia. Le auto elettriche stanno crescendo in Germania, Belgio e Paesi Bassi, e stanno iniziando a decollare anche in Spagna e Italia. Ma la crescita resta al di sotto del livello necessario per progredire nella transizione verso una mobilità a zero emissioni, evidenzia l'Acea. Soprattutto per tre ragioni: il prezzo elevato delle auto, fuori dalla portata di gran parte dei consumatori, se non con incentivi, la scarsa diffusione delle infrastrutture di ricarica e gli alti costi dell'elettricità.

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