Il mare della costa ovest della Sardegna, le pianure del Campidano, l’azzurro e il verde di Capo Frasca, il blu più intenso che si apre al largo e i monti dell’interno che svettano in lontananza. Scenario reale e scenario virtuale: tutto in un unico volo, tra nubi vere e simulate, dove i futuri piloti dell’Aeronautica militare si addestreranno. Partendo da Decimomannu, dove nasce e cresce l’International Flight Training School. Un’accademia di volo che è già un’attrazione internazionale: ancor prima di entrare in funzione incuriosisce le forze armate di diverse nazioni e si presenta come centro di eccellenza che consentirà di sviluppare anche nuove potenzialità per gli aerei che l’Italia ha già in dotazione. Il cantiere procede superando per una volta la barriera del suono della solita burocrazia nuvolosa. Piloti militari e ingegneri, esperienze pratiche e nuove tecnologie. 

Gli aerei T-346 pronti al decollo (Foto Aeronautica militare)
Gli aerei T-346 pronti al decollo (Foto Aeronautica militare)
Gli aerei T-346 pronti al decollo (Foto Aeronautica militare)

Un giorno in pista

L’aeroporto militare di Decimomannu assaggia quel futuro da grande centro di addestramento. Dopo la paurosa parabola che ha rischiato di portare alla chiusura una base prima considerata strategica dalla Nato. Con l’Ifts si riparte. Con un occhio alla tutela dell’ambiente. Pronti in pista ci sono i T-346, gli aerei di cui l’Aeronautica italiana fa vanto. In Sardegna ne saranno schierati stabilmente ventidue e le attività a bordo si alterneranno a quelle digitali, all’interno dei grandi simulatori. I più fedeli alla realtà, il massimo che la scienza e la tecnologia abbiano prodotto fino a questo momento. L’Arma azzurra attende quasi scalpitante l’avvio della scuola. Per una ragione molto semplice: ogni anno potrà raddoppiare il numero di piloti addestrati. Dai 40 che ora si preparano all’attività reale nel centro gemello di Galatina, si arriverà in breve a 80.

Il simulatore\u00A0 (Foto Aeronautica militare)
Il simulatore\u00A0 (Foto Aeronautica militare)
Il simulatore  (Foto Aeronautica militare)

L’addestramento digital

Al lavoro ovviamente ci sarà anche un numero maggiore di istruttori: quelli militari insieme a quelli di Leonardo. E questo è frutto dell’accordo tra il Ministero della Difesa e il colosso italiano dell’aerospace. «Per la forza armata è una grandissima opportunità», spiega il maggiore Tommaso De Salvo, che è il vice comandante del 212° Gruppo volo del 61° Stormo di Galatina, dove si formano i piloti dei “velivoli fighters”. «L’addestramento si svolge su più fasi: una fase elementare in cui emergono le peculiarità tecniche di ogni allievo e a quel punto si valutano le diverse specializzazioni, dagli elicotteri alla linea aerotattica, fino ai velivoli da trasporto. Successivamente si passa all’addestramento fighter. La fase IV è quella svolta ora proprio dal 212° Gruppo e che sarà effettuata anche qui a Decimomannu. Si tratta del training pre-operativo e grazie a simulatori con tecnologie avanzatissime sarà possibile svolgere attività tattica, di volo e di combattimento di estrema fedeltà. Un sistema che consente di ridurre le missioni reali, con un consistente risparmio economico e un maggiore rispetto dell’ambiente». 

Pilota e istruttore al lavoro (Foto Aeronautica militare)
Pilota e istruttore al lavoro (Foto Aeronautica militare)
Pilota e istruttore al lavoro (Foto Aeronautica militare)

Il grande cervello

Un apparato di addestramento così avanzato sono ancora pochi gli Stati ad averlo a disposizione. Un combinato perfetto di esperienze virtuali fedelissime e missioni in aria. Il più alto livello di simulazione è possibile solo all’interno di quello che Leonardo ha ribattezzato “Its”: fedeltà e complessità del cosiddetto “Integrated training system”. «Con questo metodo - spiegano i tecnici di Leonardo - si possono duplicare gli scenari tattici, coinvolgendo gli studenti anche sulla dimensione emozionale e sensoriale, riducendo le ore di volo necessarie per raggiungere la competenza desiderata, tagliando i costi e aumentando la disponibilità della flotta per l'uso operativo». L’altra parte di questa tecnologia interessa ovviamente anche gli aerei. E il fiore all’occhiello è il “Full mission simulator” del 346, un vero e proprio simulatore che si può sfruttare anche in volo e che consente ai mezzi di ultima generazione di eseguire manovre di base, voli in formazione, rifornimento in quota e tattiche avanzate di combattimento aria-aria e aria-terra. Simulatore nella base e aereo già decollato possono essere collegati in tempo reale e i due piloti, quello all’interno della scuola e quello tra le nuvole, sono in grado di operare fianco a fianco, come se fossero entrambi in missione. Così lo spiegano i tecnici che hanno progettato il sistema: «Con l'Embedded tactical training system dell’aereo, attraverso l’apparato Lvc, il concetto di simulazione è implementato in rete tra l’aereo e il simulatore. Gli allievi piloti al simulatore “vedono” e interagiscono con l'aereo reale nell'ambiente virtuale, mentre sull'aereo possono essere visualizzate le tracce di velivoli virtuali e simulatori». «Grazie a questa tecnologia - aggiunge il maggiore Tommaso De Salvo - gli allievi hanno già una forte familiarità con il mezzo, quando passano dalla fase del simulatore a quella del volo reale. Gli apparati virtuali assicurano una perfetta riproduzione dell’ambiente esterno. Consentono anche di creare scenari specifici e in più connettere il velivolo con il sistema a terra è certamente una grande opportunità». 

I piloti si preparano al decollo da Decimomannu (Foto Nicola Pinna)
I piloti si preparano al decollo da Decimomannu (Foto Nicola Pinna)
I piloti si preparano al decollo da Decimomannu (Foto Nicola Pinna)

In cantiere

A osservarlo sulla grande cartina del progetto, il nuovo Ifts avrà la forma di una enorme ipsilon: simulatori, aule, uffici, alloggi, ma anche zone dedicate allo sport. Quella che i tecnici di Vitrociset realizzano con la supervisione di Leonardo sarà una specie di base nella base: una zona dedicata, apparentemente isolata ma che sfrutterà le strutture che il Reparto sperimentale e standardizzazione di Decimomannu ha già a disposizione. Quello che sorgerà assomiglierà molto a un campus universitario: sia per l’organizzazione sia perché da queste aule dovrà passare l’élite dell’Aeronautica italiana. «Da una parte ci sarà l’area logistica, composta da quattro palazzine per gli alloggi degli allievi e una palazzina destinata agli istruttori - spiega Alessandro Casetta, project manager di Leonardo, che ogni giorno coordina il lavoro sul campo - Di lato ci sarà l’edificio sportivo con un campo da calcio, una piscina una palestra e gli spogliatoi. Dalla parte opposta ci sarà la zona destinata all’addestramento. Il Gbts, che è acronimo di “Ground based training systems”, è il vero cuore della scuola». «L’attività addestrativa cambierà radicalmente e con l’avvio dell’Ifts non solo si potrà incidere molto meno sull’ambiente ma si potranno, per esempio, estendere le missioni virtuali anche nelle ore in cui non c’è più luce - sottolinea il colonnello Cosimo De Luca, comandante del Reparto sperimentale e di standardizzazione del tiro aereo di Decimomannu - Il progetto insomma riporta la nostra base alle grandi potenzialità del passato, sfruttando la sua risorsa principale: gli spazi aerei molto ampi per le missioni di addestramento. Non è un caso che siano già in corso negoziazioni con 35 Paesi, che vorrebbero sfruttare il centro. Diciamo che è una grande opportunità per la nostra Difesa, ma anche per l’industria che è collegata».  Nel cantiere si lavora a pieno ritmo, anche perché l’obiettivo è quello di fare molto in fretta. Tra scavi, pali e primi prefabbricati si arriverà a cento maestranze in campo. E anche per l’occupazione nel Sud Sardegna è un boccata d’ossigeno non trascurabile. «Per il 70 per cento la struttura sarà prefabbricata - racconta Stefano Malagesi, direttore tecnico di Vitrociset - La prima bennata sul terreno è stata data nel mese di gennaio del 2021 ed entro il mese di febbraio 2022 contiamo di consegnare le strutture. Con l’obiettivo di ospitare le prime classi di piloti già a luglio».

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