Inizialmente era una no vax, non già per partito preso ma perché il suo medico di fiducia, Gerard van Swieten, era contrario al metodo anti-vaiolo allora praticato in via sperimentale in Inghilterra. Maria Teresa D’Austria, sovrana illuminata e fautrice di grandi riforme, aveva perso già tre figli a causa del terribile male e un’altra, sopravvissuta ma sfigurata in viso, si era ritirata in convento. Per questo - quando nel 1767 il flagello colpì ancora la sua famiglia - pensò che non potesse sacrificare altre giovani forze della dinastia e decise che era arrivato il momento di sperimentare in casa la terapia immunizzante contro il vaiolo.

Dovevano passare ancora trent’anni prima che nel 1796 Edward Jenner, medico del Gloucestershire, Inghilterra, mettesse a punto il vaccino (chiamato così perché l’immunizzazione era data dall’utilizzo di secrezioni raccolte dai bovini infetti e dalle pustole che ricoprivano le mani delle donne addette alla mungitura delle vacche). Nella storia della medicina fu questo un gigantesco passo avanti. Negli anni Sessanta del Diciottesimo secolo, però, veniva ancora praticata la variolizzazione, un metodo che - attraverso piccoli tagli o scarificando la pelle di polsi, gambe e fronte del paziente - consisteva nel poggiare un pezzo di stoffa imbevuto di pus o imbrattato di croste, materiale prelevato dalle pustole dei malati meno gravi. Si provocava così una malattia lieve per scongiurare l’eventuale infezione - allora, tempo di cicliche e devastanti epidemie, altamente probabile - che avrebbe potuto portare alla morte. Un’antica pratica medica usata in Cina e nel mondo arabo e che nel diciottesimo secolo, nonostante l’avversione della Chiesa e della medicina ufficiale, era molto diffusa in Europa dopo che nel 1718 Lady Mary Wortley Montagu, moglie dell’ambasciatore inglese a Costantinopoli, l’aveva fatta conoscere in patria facendo inoculare i figli e tenendo conferenze nei circoli aristocratici.

Colpita da troppi lutti, l’imperatrice d’Austria decise che era arrivato il momento di far vaccinare i figli e chiese al suo medico personale di organizzare una seduta di variolizzazione a corte. Il dottor Gerard van Swieten scrisse al medico del monarca del Regno Unito Giorgio III (quello ingiustamente passato alla Storia come il Re pazzo) il quale spedì a Vienna il collega incaricato.

Maria Teresa diede quindi un contributo non da poco per la diffusione di questa pratica, andando contro l’avversione degli accademici e della Chiesa: non solo fece immunizzare i figli, ma organizzò anche una sorta di piccola campagna di vaccinazione pediatrica ante litteram ospitando al castello di Schönbrunn una cena per sessantacinque bambini.

Era il 1767, un anno che all’imperatrice d’Austria portò due lutti a causa del vaiolo, male che aveva già colpito duramente la sua progenie. A maggio era morta la nuora, Maria Giuseppa di Baviera, moglie di Giuseppe II. A ottobre perse l’amatissima figlia Maria Giuseppina, sedicenne, promessa sposa di Ferdinand di Borbone. Un dolore come madre, quest’ultimo, e un duro colpo per la sovrana che a Ferdinando di Borbone, re di Napoli e di Sicilia, aveva promesso questa figlia in sostituzione della maggiore, Maria Giovanna Gabriella, uccisa anche lei dal vaiolo, appena dodicenne, nel dicembre 1762.

Madre affettuosa, Maria Teresa era anche un’abile stratega politica, tessitrice di alleanze che riteneva necessarie per l’espansione dell’impero e per garantire all’Austria pace e prosperità. Alleanze che lei imbastiva e cementava non già con la guerra ma con il matrimonio dei suoi figli. Delle figlie, soprattutto. Così, quando l’urgenza era salvare l’alleanza austro-spagnola, trattò con Carlo III di Spagna (il padre di Ferdinando) e rimpiazzò con Maria Carolina il posto lasciato vuoto dalle due figlie ch’erano state uccise dal vaiolo.

Anche Maria Antonietta fu sacrificata dalla madre alla ragion di Stato. Nel 1770, ad appena 14 anni, venne data in sposa al Delfino di Francia. In quel momento a lei serviva trovare un alleato di tutto rispetto contro la Prussia e l’Inghilterra, e farsi amico il Paese più potente dell’Europa continentale fu senz’altro un colpo da maestra della diplomazia. Aveva consegnato al futuro Luigi XVI una moglie avvenente, in salute e immunizzata contro il vaiolo. L’imperatrice non poteva immaginare che stava consegnando alla Storia l’ultima regina di Francia. 

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