Il mare seduce con i suoi colori e la sua energia ma talvolta può anche tradire. E la costa Oristanese in questo primo scorcio d’estate è già segnata da troppe croci: tre in tre settimane, un record negativo che deve far riflettere anche perché il piano di salvamento è ancora fermo al palo. Solo i Comuni di Oristano e Bosa sono riusciti a organizzare il servizio, per il resto ci si affida alla buona sorte e a gesti di solidarietà di bagnanti e surfisti che mettono a rischio la propria la vita per salvare chi si trova in pericolo.

I casi

Le tre vittime nelle prime tre settimane di luglio 2023 ricordano l’estate 2009 quando fu una strage: nove persone persero la vita in mare. A Ferragosto 2015 il gesto eroico e mai dimenticato del giovane oristanese Vincenzo Curtale che sfidò le onde e le correnti di San Giovanni di Sinis (nella costa di Cabras) per salvare due turisti in difficoltà. Alla fine fu stroncato da un malore, forse per lo sforzo eccessivo e proprio nei mesi scorsi il suo sacrificio ha avuto il riconoscimento che merita: Vincenzo Curtale è stato insignito della medaglia d’oro alla memoria. Tanti i casi che si sono succeduti negli anni fino quelli di queste ultime settimane in cui a Is Arenas ha perso la vita l’archeologo oristanese Carlo Lugliè, poi sempre nella costa di Narbolia una turista polacca infine nella spiaggia di Noesala, fra Porto Alabe e Magomadas, è annegata Amira Bennadi, una bambina di 10 anni di origine marocchina ma nata e sempre vissuta a Macomer.

Porto Alabe, il tratto in cui ha perso la vita la piccola Amira Bennadi (foto archivio Unione Sarda)
Porto Alabe, il tratto in cui ha perso la vita la piccola Amira Bennadi (foto archivio Unione Sarda)
Porto Alabe, il tratto in cui ha perso la vita la piccola Amira Bennadi (foto archivio Unione Sarda)

La mappa dei pericoli

Casi che oltre ad aver destato grande commozione hanno riacceso i riflettori sulla sicurezza in una costa che, tra le sue bellezze, nasconde anche varie insidie. I pericoli maggiori sono rappresentati da certi fondali in cui si formano correnti insidiose, con mulinelli che possono letteralmente risucchiare i bagnanti o allontanarli dalla riva e portarli a largo. In quelle condizioni basta un attimo per perdere la calma e la situazione può precipitare facilmente. Le raffiche frizzanti che soffiano da nord-ovest sono forse la causa principale dei pericoli. Quando soffia il maestrale in alcuni tratti di costa diventa proibitivo entrare in acqua. A iniziare da Is Arenas, una spiaggia ideale anche per le famiglie quando soffia lo scirocco ma ad alto rischio quando c'è maestrale. Stesso discorso per Porto Alabe e San Giovanni di Sinis. Qualche pericolo a Is Arutas, perché il fondale è più profondo e l'acqua è subito alta. Bandiera rossa (col maestrale) a Bosa nel tratto “Su Pinnellu”, mentre verso il molo di destra non ci sono particolari problemi. Attenzione anche con le onde alte di Turas. Spiagge tranquille in qualsiasi condizione meteo da Arborea a Torregrande, e ancora a Putzu Idu e Sa Rocca Tunda anche se è d’obbligo sempre seguire sempre il buon senso e le indicazioni di cartelli e, dove ci sono, dei bagnini. A Sa Mesa longa nessun pericolo nel tratto in cui c'è la roccia centrale ma sul lato sinistro quando soffia il vento da nord-ovest è preferibile non avventurarsi: si formano correnti e mulinelli pericolosi.

Una postazione del servizio di salvamento ad Arborea (foto archivio Unione Sarda)
Una postazione del servizio di salvamento ad Arborea (foto archivio Unione Sarda)
Una postazione del servizio di salvamento ad Arborea (foto archivio Unione Sarda)

Il vademecum per un'estate sicura è stato ribadito dalla Guardia costiera che raccomanda di attenersi alle norme e non avere comportamenti incoscienti che possano precipitare in situazioni gravi. Anche il prefetto di Oristano Salvatore Angieri ha raccomandato alle amministrazioni comunali di rispettare le nome dell’ordinanza balneare; l’associazione di volontariato Vincenzo Curtale Amici del Mare, nata proprio per ricordare il sacrificio del docente oristanese, insiste sulle gravi carenze del sistema di prevenzione e soccorso nelle attività di balneazione. “È evidente che questa situazione è molto grave per la Sardegna che si propone come meta turistica a livello internazionale”, sostengono all’associazione che chiede a tutte le istituzioni, a cominciare dalla Regione “di farsi carico delle proprie responsabilità e dotarsi di adeguati piani d’intervento e degli strumenti di prevenzione e salvaguardia necessari”. In particolare si chiede “un piano regionale di prevenzione e soccorso contro i rischi balneari, dove siano razionalmente indicate le necessarie procedure operative da adottare nelle situazioni di emergenza. Poi sono indispensabili una mappatura delle criticità dei litorali in cui siano evidenziati o almeno stimati, i rischi per le attività della balneazione sulla base della geomorfologia costiera delle correnti marine e anche della serie storica degli incidenti. E ancora che siano verificate le caratteristiche e le competenze che devono possedere gli operatori addetti al salvamento”. Infine servirebbe “un programma inerente l’informazione e l’educazione sulla sicurezza della balneazione, coinvolgendo le scuole di ogni ordine e grado ma anche tutti i cittadini”.

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