Sessanta mostre nell’arco di quattro anni con almeno ottomila opere e un caleidoscopio sorprendente di colori e stili danno una nuova pulsione culturale al cuore antico di Nuoro. Nel quartiere dove sono nati la premio Nobel Grazia Deledda e lo scultore Francesco Ciusa l’arte aiuta a rivitalizzare vecchi angoli dimenticati. Tutto merito del dinamismo coraggioso di Chiara Manca, giovane critica d’arte, con laurea in Beni culturali a Cagliari, un’intensa attività di catalogazione all’archivio Maria Lai, che ha curato per sei anni, e tante altre esperienze. A San Pietro, il quartiere storico di Nuoro, nel 2018 ha creato Mancaspazio, minuscola galleria meta di artisti e collezionisti d’ogni parte della Sardegna. Nonostante le complicazioni della pandemia, la passione culturale diffusa ha spinto a raddoppiare l’area espositiva e di fronte al museo d’arte moderna Man, in vicolo Cattaneo, è aperto da qualche tempo Mancaspazio II che come uno scrigno prezioso ha ospitato di recente opere di grandi artisti: da Maria Lai a Costantino Nivola, da Remo Branca a Foiso Fois, da Giovanni Nonnis a Gaetano Brundu, ad Alessandro Lobino.

Lei, nuorese, deve tanto a personaggi straordinari che ha conosciuto da vicino come la grande fotografa tedesca Marianne Sin-Pfaltzer e l’artista Pinuccio Sciola e ad altri di cui è grande esperta, come Maria Lai.

«Marianne è stato uno degli incontri più belli della mia vita, andavo spesso nella sua casa di piazza De Bernardi a Nuoro. Una poesia», dice a proposito della grande fotografa che ha vissuto nel capoluogo della Barbagia dove è morta nel 2015. Lei, oltretutto, l’ha avvicinata al mondo magico di Maria Lai.

«Non ho mai conosciuto Maria Lai, avevo preso l’appuntamento per poterla incontrare, ma lei è morta prima. Ho incontrato i familiari, gli allievi, i collaboratori, in sei anni ho visto più di 80 persone che l’avevano conosciuta. Nella camera di Maria Lai ho trovato le foto fatte da Marianne fra cui il ritratto dei genitori, c’era un cesto di fotografie stampate. Riconosco lo scatto, è come riconoscere un’opera d’arte».

«Molte foto sono realizzate in Ogliastra, lei viveva a casa di Maria, a Cardedu. Marianne mi raccontava che andavano in giro in macchina per incontrare le persone e vedere i paesi dell’Ogliastra. Marianne aveva in casa due ritratti, fatti da Maria Lai: disegni bellissimi. Buona parte dei disegni di Maria negli anni Cinquanta e Sessanta sono realizzati in contemporanea alle foto di Marianne».

Opere sovrapponibili, almeno guardando luoghi e persone, che raccontano l’arte di due grandi donne. «Sono personaggi fondamentali nella mia formazione assieme a Pinuccio Sciola», sottolinea Chiara Manca. «Sciola mi ha insegnato a fare, a uscire dalla teoria. Ho imparato ad apprezzare le opere, a dare un valore, a come bisogna comportarsi con i collezionisti». Il primo incontro è arrivato sulla spinta professionale legata a Maria Lai di cui lei curava l’archivio, poi la collaborazione. Più tardi si è ritrovata a dare una mano ai figli di Sciola per organizzare l’archivio di San Sperate.

Una recente mostra (foto concessa)
Una recente mostra (foto concessa)
Una recente mostra (foto concessa)

C’è anche una terza donna nella formazione di questa giovane gallerista che scommette sulla vocazione culturale di Nuoro. Si chiama Sandra Piras, fondatrice nel capoluogo barbaricino della storica galleria Chironi 88, dove negli anni Settanta e Ottanta ha ospitato mostre d’avanguardia e artisti di grande successo come Pistoletto e Tapies, Nivola, Maria Lai e perfino Rauschenberg che ha fatto a Nuoro la sua prima mostra in Italia. «Quarant’anni dopo io ho esposto un’opera di Rauschenberg che Sandra Piras aveva venduto», sorride cogliendo un’eredità quasi naturale. «Grazie a lei sono entrata nell’arte sarda del Secondo dopoguerra, ho imparato a riconoscere gli artisti seguendo il modo che aveva lei, per esempio raccontando aneddoti, note biografiche. Io racconto gli artisti, non solo le loro opere. Passavo i pomeriggi a casa sua per farmi raccontare la sua vita, le mostre e gli artisti che aveva conosciuto. Di solito una galleria d’arte espone quadri per venderli, senza un racconto. Lei faceva i cataloghi, curava mostre». Esattamente come avviene con la formula di successo di Mancaspazio. «Quando Sandra è morta avevo bisogno di cambiare nella mia vita. Avevo dedicato molti anni per un’artista come Maria Lai che era morta. Io avevo bisogno di poter parlare con le persone, con gli artisti, tutti i giorni. Ho lasciato l’archivio Maria Lai pur mantenendo ottimi rapporti e ho aperto Mancaspazio vicino alla galleria di Sandra Piras».

Opere esposte nella sala di Mancaspazio I (foto concessa)
Opere esposte nella sala di Mancaspazio I (foto concessa)
Opere esposte nella sala di Mancaspazio I (foto concessa)

Nel 2019 Mancaspazio viene promosso dalla Fondazione Maxxi di Roma come una delle realtà espositive indipendenti più innovative d’Europa, un centinaio in tutto. «A Nuoro vedo la curiosità verso il contemporaneo e l’avanguardia di oggi, la voglia di scoprire. Per questo porto artisti sardi e internazionali, emergenti e anche molto affermati», sottolinea Chiara Manca.

L’anno prossimo in arrivo artisti da Francia, Copenaghen e New York che troveranno spazio nella minuscola galleria di San Pietro e in quella più ampia di vicolo Cattaneo, a metà strada tra il Man e Spazio Ilisso, altra realtà museale nel centro di Nuoro. Un percorso d’arte che, come gli eventi di questi anni, è il risultato di una grande ricerca, accanto ai contributi di esperti di rango come Tomaso Montanari, Franca Zoccoli, Elena Pontiggia, Francesco Moschini, Anna Pau, Antonello Cuccu, Roberta Vanali, firme prestigiose dei cataloghi. Lei può contare anche su una squadra di collaboratori (Federica Piga, Nelly Dietzel, Daniele Brotzu, Sara Manca, Roberta Melis, Shaharazad Hassan e Caterina Mula) che consentono la pubblicazione di cataloghi bilingue in italiano e inglese, tanto apprezzati da essere proposti nella biblioteca del centro di ricerca del Magazzino Italianart di New York e nell’accademia di San Luca di Roma.​​​​​​​​​​​​​​

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