Qualche settimana fa ha diviso il palco con Elisa in diretta su Raiuno. In precedenza aveva suonato con Malika Ayane tanti altri artisti. Pierpaolo Vacca non finirà mai di ringraziare Paolo Fresu. Il musicista di Berchidda l’ha coinvolto nel progetto musicale “Tango Macondo”: prima il disco, poi un tour di 65 date che si è concluso nei giorni scorsi. Esperienze destinate a segnare in modo deciso la vita del talentuoso organettista di Ovodda che negli ultimi anni sta riscuotendo un sempre crescente successo. L’artista barbaricino suona l’organetto diatonico. Dopo anni di ricerca è riuscito a trovare uno suo stile personale. Ama sperimentare e dopo gli inizi con il folk ha esplorato con grandi risultati i territori del jazz e della canzone d’autore.

L’organetto bruciato

«Ho iniziato a suonare quando ero bambinp. Andavo a lezione da Peppino Deiana, noto musicista di Ovodda, che considero il mio maestro», racconta Pierpaolo Vacca. «Come tanti altri organettisti sono partito dal folk. Ho sempre amato i balli e i momenti di festa. Per tanto tempo ho accompagnato il gruppo folk del mio paese. Peppino Deiana era un personaggio curioso, amava la tradizione sarda, ma gli piaceva suonare anche quelli che lui chiamava “balli civili”, come mazurka e valzer. Io non avevo l’organetto e lui mi faceva suonare con i suoi strumenti. Tra questi ce n’era uno che aveva una storia molto particolare. Era stato acquistato da un aspirante suonatore di Gavoi, che però un giorno, stanco di fare esercizi che non avevano prodotto alcun risultato, andò su tutte le furie e gettò l’organetto nel fuoco. Riuscirono comunque a salvare lo strumento dalle fiamme. Venne restaurato, ma si vedevano i segni della bruciatura nei legni. È stato comunque molto importante poter contare su quell’organetto».

Dal ballo tondo al combat folk

Con il passare degli anni il repertorio cambia. Non solo brani tradizionali. Pierpaolo Vacca scopre il combat folk. Con un gruppo di amici forma una band, i Folkaos. «Ci divertivamo tantissimo – racconta il musicista di Ovodda – suonavamo i brani di Casa del Vendo e Modena City Ramblers». I quelle due formazioni militava (e milita) Fry Moneti. «L’ho conosciuto ad Austis. Era in tour con Alberto Sanna. Insieme avevano registrato il bellissimo disco dal vivo all’Fbi di Quartu. Ho conosciuto anche Alberto, che recentemente mi ha inviato a suonare nel suo album “Kalaritana”. Per è stato un onore partecipare a questo progetto. Ho sempre stimato Alberto, grande musicista e gran bella persona».

L’incontro con Paolo Fresu

Le cose cambiano ancora quando Pierpaolo Vacca conosce Paolo Fresu. «Ci siamo incontrati per la prima volta qualche anno fa durante una festa di matrimonio. Lui era tra gli invitati. Io stavo suonando durante l’aperitivo. Si è avvicinato e mi ha fatto i complimenti. In seguito mi ha chiamato per partecipare a Time in Jazz, dove mi sono esibito da solo. Anche quella è stata un’esperienza bellissima». Ma la svolta è arrivata lo scorso anno, quando il musicista di Ovodda è stato contattato per partecipare alle registrazioni del disco “Tango Macondo”: «Mi ha chiamato Paolo. Senza perdere troppo tempo mi ha chiesto la disponibilità per  quel progetto. Ero incredulo. Gli ho detto: “Paolo forse hai sbagliato persona. Sono Pierpaolo Vacca”. Invece cercava proprio me». La collaborazione culmina in un disco prodotto dalla Tuc con la partecipazione di Tosca, Elisa e Malika Ayane. Con Fresu e Vacca c’è anche Daniele Di Bonaventura al bandoneon. Al disco segue una lunga tournée teatrale. «Abbiamo fatto oltre sessanta spettacoli – ricorda l’organettista barbaricino – è stato fantastico. Un’esperienza indimenticabile che mi permesso di suonare con grandi artisti. Ho scoperto anche il teatro, un mondo affascinante». Pierpaolo Vacca è rimasto particolarmente colpito da Elisa. «Impressionante – racconta – in occasione dello spettacolo trasmesso in diretta su Raiuno è stata un’emozione indescrivibile stare su quel palco. Ha un talento incredibile».

Nei giorni scorsi il musicista di Ovodda è rientrato nell’Isola. «Sto lavorando al mio primo disco solista – spiega – sarà prodotto dalla Tuc. Uscirà tra qualche mese». Riprenderà presto anche la storica collaborazione con Giuseppe Muggianu, cantante-chitarrista di Talana che da anni con Vacca porta avanti il progetto “In giro per canzoni”, uno spettacolo dedicato al rock e al pop italiano. «Ci siamo conosciuti tanto tempo fa ad Atzara, stiamo stati inviati a suonare per una festa. Ognuno con i rispettivi repertori. A un certo punto abbiamo iniziato a suonare, senza aver mai provato. Io conoscevo quasi tutti i brani del repertorio di Giuseppe. Era la stessa musica che ascoltavo io. Così iniziato ad accompagnare la sua voce e la sua chitarra. Alla fine abbiamo suonato per tre ore di seguito. Quel giorno è nata un’amicizia e abbiamo iniziato a suonare insieme portando la nostra  musica in tutta l’Isola».

Suoni e punti di riferimento

Pierpaolo Vacca è conosciuto per il suo stile personale. Durante gli spettacoli utilizza pedaliera e loop station. «Un giorno mentre provavamo in saletta con i Folkaos ho chiesto al bassista di farmi attaccare l’organetto alla sua pedaliera multi-effetto. Ho trovato la cosa subito molto interessante. Mi piace molto sperimentare, in futuro vorrei esplorare l’elettronica». Come tutti gli organettisti nati con il folk anche l’artista di Ovodda si ispira ai grandi nomi della musica tradizionale isolana. «Peppino Deiana è stato il maestro – confida – poi ho ascoltato Mondo Vercellino e Bengasi. Ho consumato “Organittos”, il disco di Totore Chessa. Tra gli organettisti italiani adoro Riccardo Tesi. Lui ha fatto una rivoluzione. Tra i giovani mi piace tantissimo Simone Botasso».

Il ricordo di Peppe Cuga

Pierpaolo Vacca è nipote del compianto Peppe Cuga, il musicista ovoddese scomparso il 25 aprile del 2002 a 77 anni. «Mio zio è stato e continua ad essere un grande punto di riferimento – racconta l’organettista – è stato un grande musicista». Peppe Cuga suonava le launeddas. È conosciuto in tutti il mondo grazie alla sua attività di ricerca. 

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