Un intreccio ai confini della realtà, la finzione dell’acclamatissima serie The Crown diventa quasi l’elemento ispiratore dell’appuntamento più temuto dai cittadini d’oltremanica: il nuovo “D-day”, il giorno della morte di Elisabetta seconda. C’è già la frase pronta per fotografare l’evento che cambierà la storia degli Windsor: “London bridge is down”, il ponte di Londra è caduto. E sembrano appartenere a un copione cinematografico i dettagli del protocollo filtrato dagli ambienti di corte sul momento drammatico in cui chiuderà gli occhi la regina salita sul trono d’Inghilterra più di 68 anni fa. Sia chiaro: stiamo parlando di una signora che a 95 anni gode ancora di ottima salute e di una questione – la sua successione – di cui si discute da oltre mezzo secolo, praticamente da quando erano ancora insieme i Beatles e l’Inghilterra stava vincendo il suo unico campionato del mondo di calcio. Ma sono i particolari del rituale a rendere ancora una volta affascinanti agli occhi del mondo le vicende legate a Sua maestà e a tutte le dinamiche della vita di Buckingham Palace.

La prima telefonata

Sarà il segretario particolare di Elisabetta a far partire la telefonata che informerà il primo ministro del lutto, con la frase secca “London is bridge is down”. A quel punto verrà trasmessa la segnalazione alla Press association, che farà un brevissimo comunicato per diffondere al mondo la notizia. Prenderà forma il D-day, con i giorni a seguire che verranno chiamati D-day +1 , +2 e via dicendo, fino alla conclusione del periodo di lutto. Entro dieci minuti tutte le bandiere del Regno dovranno scivolare a mezz’asta. L'ufficio del ministero degli Esteri comunicherà la notizia ai governi dei 51 Stati membri del Commonwealth delle Nazioni. Verrà dato l’ordine di mobilitazione alle forze armate per gestire l’inevitabile marea umana che si riverserà a Londra. Per quattro giorni il feretro sarà esposto nella sala del trono di Bukingham Palace, poi verrà trasferito a Westminster e presentato al pubblico per altri quattro giorni. I profili sociali di tutte le massime istituzioni britanniche verranno listati a lutto con un banner nero. Ogni canale della Bbc interromperà le trasmissioni per sintonizzarsi su un unico canale in cui si seguirà in diretta l’evento della morte. I conduttori televisivi vestiranno a lutto, con un abito nero già pronto.

Il corteo funebre

I funerali solenni saranno organizzati dieci giorni dopo la morte della sovrana. Verranno celebrati nella basilica di Westminster: verrà sepolta nella cappella che ospita suo padre, Giorgio sesto. La cerimonia comincerà alle dodici in punto, in ogni angolo del regno scatteranno due minuti in cui tutto si deve fermare. Non è difficile pensare che davanti all’abbazia nel cuore di Londra si riversino centinaia di migliaia di sudditi e turisti: le forze reali dovranno essere impegnate per curare nei dettagli l’ordine pubblico e far rispettare il protocollo di un evento che andrà in onda in diretta mondiale davanti un miliardo di spettatori.

La successione

Il piano legato alla successione scatterà il giorno dopo la morte di Elisabetta: un Consiglio creato ad hoc si riunirà per proclamare a tutti gli effetti l’entrata in scena del nuovo monarca. La proclamazione verrà fatta nella residenza reale di St James Palace. Poi saranno sparati 41 colpi di cannone ad Hyde Park. Il Parlamento si riunirà pressoché in tempo reale per giurare fedeltà al nuovo sovrano. La situazione attuale dice che toccherà a Carlo, primogenito della regina: attualmente ha 73 anni, si ritroverà re quando i suoi coetanei sono già in pensione da tempo. Prenderà forma un lungo rituale che vedrà l’ormai ex principe di Galles partire con la moglie Camilla per un viaggio che attraverserà tutto il regno. Ma c’è ancora tempo, finora Dio ha sempre salvato la Regina: «Long live our noble Queen». Il re può attendere.

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