Bella l’intelligenza artificiale: il suo sviluppo sta rivoluzionando quasi tutti i mestieri, riduce i tempi di lavoro e apre scenari che fino ad ora non si potevano nemmeno immaginare. Ma quanto costa il progresso? Di sicuro l’utilizzo crescente dell’IA costringerà a rivedere i fabbisogni globali di energia.

Perché gli archivi da cui pescano i dati i cervelloni elettronici consumano decine di Gigawatt. Tanto che le due big dell’algoritmo, Google e Microsoft, nel 2023 hanno consumato più energia di nazioni come Islanda, Ghana e Tunisia. I dati emergono dall’analisi dell’esperto Michael Thomas. Ciascuno dei due colossi tech ha superato la soglia dei 24 Terawattora e può essere paragonato a quello dell’Azerbaijan, che ha oltre 10 milioni di abitanti e consuma 24 TWh. Altri paragoni: Islanda, Ghana e Tunisia hanno consumato 19 TWh ciascuno. Ma da dove nascono tutti questi consumi?

La ragione è legata al fatto che sistemi avanzati come i chatbot AI di OpenAI e Google sono alimentati da enormi datacenter, e richiedono l’impiego di grandi risorse energetiche. Secondo una ricerca condotta dall’università di Amsterdam, nel giro di poco tempo (entro il 2027) questi archivi virtuali potrebbero consumare tra 85 e 134 terawattora di energia all’anno. In pratica l’equivalente di quanto serve a intere nazioni come l’Argentina o i Paesi Bassi. Cifre impressionanti, che equivalgono a circa lo 0,5% del consumo energetico globale.

Un data center
Un data center
Un data center

Non è un caso che dal 2012 ad oggi il fabbisogno energetico dell’intelligenza artificiale sia cresciuto a dismisura. Si stima che ci sia un raddoppio ogni 3 anni, in considerazione dello sviluppo di applicazioni più “energivore”, come il machine learning e il riconoscimento facciale, che possono consumare in un anno l’equivalente dell’energia prodotta da quaranta centrali nucleari.

La sete di energia è confermata anche da alcune operazioni strategiche. Meta, la casa madre di Facebook e Instagram, punta sull’energia geotermica per alimentare i suoi datacenter e sviluppare l’intelligenza artificiale. L’azienda ha stretto un accordo con Sage Geosystems per alimentare gli archivi americani. La prima fase del progetto da 150 megawatt dovrebbe essere operativa entro il 2027 ed espandere «significativamente» l’uso dell’energia geotermica negli Stati Uniti.

C’è però un ulteriore fattore di sostenibilità da considerare, andando oltre il consumo dell’elettricità. Per raffreddare gli enormi data center sono necessarie anche enormi quantità di acqua: ad esempio, Microsoft ha registrato un aumento del 34% nel suo consumo di acqua tra il 2021 e il 2022, corrispondente a 6,4 milioni di metri cubi di acqua ed equivalente alla capacità di 2.500 piscine olimpioniche.

© Riproduzione riservata